Eccomi ancora sulla mancata richiesta di una licenza per il gioco online da parte del Casinò di Saint Vincent, come del resto di quello di Campione d’Italia. Tante possono essere le motivazioni ma ne intendo considerare una soltanto: il calo delle mance di cui all’art.3, lett, i), Dlgs n. 314/1997 e il conseguente immaginario intervento dei dipendenti addetti al gioco.
Certamente non potrà stupire se torno a scrivere di casinò, d’altra parte, salvo qualche piccola digressione, mi sono sempre trovato a scrivere del medesimo argomento ma da un punto di vista, spesso e volentieri, differente anche nella presente occasione.
Abbiamo tutti o quasi potuto notare come, nel contratto di lavoro dei dipendenti del Casinò di Venezia la ripartizione, tra azienda e dipendenti, delle mance tenga conto del fatto accennato con due tipologie: 54 e 46 percento e 40 e 60 percento.
Fortunatamente e nei limiti di 80.000 euro, ascrivibili al reddito di lavoro dipendente, è ammessa la tassazione agevolata al 5 percento relativamente al 2025; per quanto alla contribuzione pensionistica si potrebbe tenere presente l’art.2, comma 1, decreto n. 67/1997 e della eventuale pensione integrativa. Ne accenno ma non sono esperto in materia pensionistica ed ancora meno aggiornato.
Non sono in grado di affermare che il premio di risultato sia la strada giusta da intraprendere ma, senza dubbio, ne esistono altre che un professionista esperto è perfettamente in grado di consigliare.
Rientro nell’argomento principale prospettando che il premio di produzione o quale altra soluzione sarà indicata dovrebbe adeguarsi ad una sorta di calcolo fondato sulla differenza dell’introito del gioco online rispetto all’anno precedente e alla rilevanza delle mance.
Quest’ultima andrebbe, a sua volta, a essere calcolata con identica procedura relativamente al totale e alle singole voci se i reparti hanno una particolare partecipazione regolamentata dagli stessi dipendenti beneficiari.
Ho provato, forse in modo leggermente pasticciato ma indubbiamente incompleto, a prospettare una soluzione che potrebbe derivare da una rilevante incidenza dei proventi dell’online.
Una probabilità che, sfortunatamente, potrebbe verificarsi e in caso affermativo c’è da sperare che sia di breve durata.
A mio avviso non si può scartare la possibilità, così come è avvenuto per le slot, che quanto anche se non sperato avvenga. Al tempo stesso nulla vieta di immaginare che l’online praticato dal vivo possa costituire un tramite per il mantenimento del fattore occupazionale. Non dobbiamo, in alcun modo, sottacere che la casa da gioco ha un ruolo importante nel comparto del turismo a sua volta rilevante sul prodotto interno lordo.
Mi sia permessa, al riguardo di ciò che immediatamente precede, una ulteriore considerazione: l’istituzione delle case da gioco italiane pare abbia risentito sin dall’origine legislativa della coniugazione col turismo anche, e, per mio conto, in maniera convincente.
A proposito di slot evidenzio il trend dei particolari introiti del Casinò di Sanremo dal 1987 al 2023; a dire il vero furono immesse nel 1986 ma alla fine. L’importo è seguito dall’incidenza sul totale degli introiti.
1987 7.245.523- 25,38%; 1990 14.291.699 – 35,88%: 2000 51.897.414 – 65,66%; 2005 63.256.670 – 72,70%; 2010 50.384.205 – 68,58%; 2015 34.381.116 – 76,13%; 2020 19.231.439 – 81,59%; 2023 40.022.051 – 75,95%.
Malgrado il trend degli introiti totali abbia registrato un andamento altalenante (si consideri il 2020 epoca Covid) non possiamo negare il continuo incremento della percentuale relativa all’influenza sul totale dei ricavi a prescindere se trattasi di giochi francesi o nuovi altrimenti noti come americani.