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Politica produttiva nei casinò: le fondamenta decisionali della gestione

21 ottobre 2023 - 08:45

Nello stabilire una politica produttiva, ecco quali sono i criteri di fondo che le società di gestione dei casinò devono seguire.

Foto di Jamie Templeton su Unsplash

Foto di Jamie Templeton su Unsplash

Probabilmente sarà meno facile organizzare l’apertura dei tavoli o, in ogni caso, potrebbe essere fonte di lamentele in  relazione alle mance. Spero sinceramente di sbagliare. Questo scrivevo in merito alla suddivisione delle mance al casinò di Campione d’Italia nel mio ultimo articolo.

Il mio preciso riferimento era alla politica produttiva della quale si deve occupare la direzione giochi con il consenso della più alta dirigenza della gestione. Ma su quali dati e precise informazioni si possono prendere le decisioni in merito a detta politica? Senza dubbio sul trend della domanda, sulla effettiva resa del gioco confrontata con il numero dei tavoli in esercizio, con il costo del personale e, se del caso, dei servizi resi con particolare riguardo a qualcuna delle offerte.

Sicuramente non si può sottacere, e particolarmente da parte mia, il doveroso adeguamento dell’offerta alla domanda senza, però, considerare nella giusta misura il ritorno degli investimenti da ricomprendere in tutte le variabili possibili.
La suddivisione come quella prospettata, bene inteso tratto solo ed esclusivamente quanto riguarda il personale tecnico, era fatta sulla scorta dell’appartenenza ai reparti e non l’avevo condivisa e seguito a farlo, perché l’esperienza accumulata in tanti anni di lavoro mi ha creato questo convincimento.
Sostengo come sempre che la scelta migliore è insita nell’istituzione di corsi di formazione e specializzazione tendenti ad avere personale in grado di svolgere professionalmente tutti i giochi; ecco come può avvenire il citato adeguamento a tutto beneficio della gestione e del personale addetto alla produzione.
Forse in quanto precede si potrebbe trovare la motivazione del duplice interesse che da una parte può produrre un migliore risultato d’esercizio e, dall’altra, l’incentivo che trova la conclusione nel premio di risultato.

Il ricorso alla multifunzionalità non è, in assoluto, un fatto nuovo  neppure nel campo delle case da gioco. Ma se ci guardiamo attorno la possiamo trovare nelle banche e nei supermercati tanto per citare alcuni esempi, certamente non è una novità!
Ma ecco, mi pare, la particolarità: le mance sono ripartite in base alla professionalità intesa come una adeguata conoscenza nello svolgimento di più giochi e non si potrebbe omettere che detto procedere incentiva il personale a migliorare continuamente la propria professionalità.
Sia chiaro che non intendo assolutamente introdurre una variazione della primaria  spettanza delle mance al croupier come recita, all’art.3, lettera i, il decreto n.314 del 1997 noto col termine “armonizzazione”, ma esclusivamente una idea relativa ad una eventuale proposta di una forma collaborativa tra datore di lavoro e dipendenti. 
Sicuramente. come scrivevo nell’articolo citato e lo ripeto, non spetta a me sindacare sulla ripartizione delle mance al casinò di Campione d’Italia posso solo permettermi di dare qualche suggerimento senza alcuna pretesa di vederlo condiviso. 

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