Se gli operatori di gioco fisico attivi in Italia dovranno aspettare ancora un bel po', prima di vedere indetti i bandi di gara per il rinnovo delle concessioni, la Svizzera si rivela ancora una volta il paese della puntualità, anche quando si parla di casinò. E come annunciato e promesso, a inizio giugno la Commissione federale case da gioco ha avviato l'iter per il rilascio di 23 nuove concessioni, 2 in più rispetto a quelle attuali. Per quale motivo si è deciso di ampliare ulteriormente il numero di concessioni rispetto alle attuali 21? La parola a Fabio Abate, dallo scorso anno presidente della Commissione federale case da gioco, nell'intervista pubblicata nel numero di luglio/agosto 2022 della rivista Gioconews.
"La Commissione ha allestito un rapporto per il Consiglio federale, in cui è stata fotografata la situazione delle case da gioco in Svizzera a fine 2021. È stata analizzata la situazione socioeconomica di tutte le regioni del Paese sulla scorta di dati forniti dagli Uffici federali competenti, in particolare dall'Ufficio federale di statistica. La probabile evoluzione della popolazione residente in Svizzera nei prossimi 30 anni (2020 - 2050) sarà positiva, ossia si prevede una crescita media annua dello 0,8 percento. Nell'agglomerato di Zurigo-lago di Costanza-Nordest della Svizzera e nella regione del lago di Ginevra la crescita sarà superiore alla media nazionale. Ciò vale anche per il reddito medio imponibile pro capite. Quindi, la Commissione vede un potenziale di mercato non sfruttato in queste due regioni. Dopo aver analizzato i presumibili effetti dell'estensione dell'offerta dal profilo sociale (dipendenze dal gioco) ha deciso di proporre al Consiglio federale di mettere a concorso due nuove concessioni distribuite sulle regioni menzionate".
In che tempi pensate che potranno essere assegnate le nuove concessioni? Potrebbe essere necessaria una proroga di quelle vigenti?
"La decisione del Consiglio federale è prevista per ottobre-novembre 2023. Una proroga non è prevista. Tuttavia il Consiglio federale potrebbe incaricare la Commissione di proporla per gestori attuali la cui concessione non viene rinnovata, ma soltanto dopo un'analisi approfondita e a condizione che la nuova concessionaria vincitrice per quel sito non subisca pregiudizi da tale decisione".
In che modo l'avvento del gioco online ha cambiato il panorama del gioco in Svizzera? Ed eventualmente quali criticità ha creato?
"La nuova legge approvata in votazione popolare che ha previsto tale offerta è in vigore dal 1° gennaio 2019, quindi è oggettivamente ancora presto per un'analisi approfondita e completa. Durante le fasi più acute della pandemia le case da gioco hanno interrotto l'offerta terrestre e si è registrato un aumento repentino della domanda online. Le conoscenze e l'esperienza in questo settore molto complesso non hanno potuto essere costruite gradualmente. Prima dell'entrata in vigore della nuova legge una parte della popolazione svizzera partecipava a giochi online offerti illegalmente in Svizzera da operatori stranieri. Il loro trasferimento all'offerta legale autorizzata, come previsto dal legislatore, si è concretizzato in modo estremamente rapido, più di quanto il settore avesse pensato e previsto. Il lavoro delle concessionarie si è rivelato impegnativo e difficile con anche alcuni errori. Ma non sono state riscontrate gravi infrazioni. I casinò che hanno iniziato a operare online nella seconda metà del 2020 o 2021 hanno beneficiato dell'esperienza dei primi e hanno adattato le loro risorse, i controlli, ecc.".
In che modo la Commissione agisce per garantire la legalità del gioco e la protezione del giocatore, sia nei confronti dei concessionari che degli operatori privi di concessione?
"Spetta alla concessionaria adottare tutte le misure, affinché le norme di legge e l'atto di concessione risultino ossequiate. La Commissione esamina i programmi di misure sociali presentati dalle case da gioco e valuta i rapporti annuali sull'efficacia dei programmi di misure sociali. Inoltre, le case da gioco vengono ispezionate. In queste occasioni si controlla in particolare l'attuazione delle misure di protezione sociale in casi selezionati, il modo in cui la casa da gioco individua precocemente i giocatori a rischio e valuta le condizioni di esclusione, le conoscenze del personale di protezione sociale e il rispetto dei requisiti di documentazione e di notifica. Sussiste anche la possibilità di effettuare controlli a distanza analizzando i dati memorizzati delle concessionarie. La legislazione federale non prevede competenze in ambito di prevenzione. Questo compito spetta ai Cantoni".
In Italia la pandemia e la conseguente chiusura delle location fisiche ha portato da un lato all'incremento del gioco online, dall'altro alla recrudescenza del gioco fisico illegale. Anche da voi si sono riscontrati gli stessi fenomeni e, soprattutto per quanto riguarda il secondo, come sono stati affrontati?
"Nel corso del 2020 sono stati aperti 90 casi e la pandemia ha ostacolato il perseguimento penale, poiché diversi atti d'inchiesta, come gli interrogatori e le perquisizioni, sono stati resi impossibili o si sono potuti eseguire soltanto in condizioni difficili. Ma rispetto all'anno precedente è stato registrato un numero inferiore di casi. Quindi non vi è stata alcuna recrudescenza del gioco fisico illegale".
L'Italia ha vietato totalmente la pubblicità del gioco, così da proteggere i consumatori dal rischio di sviluppare patologie. Come giudica questa misura? In Svizzera potrebbe essere presa in considerazione?
"La legge federale consente la pubblicità nel rispetto della libertà di industria e commercio garantita dalla Costituzione federale. Ma sempre le norme stabiliscono che le case da gioco e gli organizzatori di giochi di grande estensione devono garantire che la loro pubblicità non sia destinata a minorenni o persone escluse dal gioco. Le contravvenzioni sono punibili e sono perseguite dalle competenti autorità inquirenti. Inoltre, è vietata la pubblicità ingannevole e di giochi in denaro non autorizzati in Svizzera. Il tema è di attualità, poiché le concessionarie, seppur in modo legale, hanno intensificato la comunicazione pubblica, soprattutto durante il periodo pandemico e ciò ha attivato un dibattito sull'opportunità di mantenere il diritto a pubblicizzare l'attività".
La Svizzera ha puntato sul gioco concentrato nei casinò, l'Italia su quello diffuso. C'è spazio, in Svizzera, per rivisitare il vigente modello, magari prendendo spunto dall'Italia?
"No, la protezione dei giocatori e lo svolgimento sicuro e legale dei giochi non possono prescindere da una chiara e precisa determinazione dei compiti assegnati ai gestori delle case da gioco nell'atto ufficiale di concessione. Il gioco terrestre impone controlli estremamente severi che riescono a conseguire gli obiettivi stabiliti dalle norme di legge se contenuti e limitati dal profilo logistico. L'attuazione di tutte le misure implica anche oneri finanziari rilevanti".
I casinò svizzeri sono un volano per lo sviluppo turistico dei rispettivi territori? "Alcune concessioni sono state rilasciate per la gestione di case da gioco in luoghi turistici molto conosciuti, come Davos, Sankt Moritz, Crans Montana, Locarno, Interlaken e Montreux. Sono stati occupati e adattati edifici storici, luoghi di svago sin dalla fine del diciannovesimo secolo. Ma l'evoluzione della domanda turistica osservata negli ultimi 15 anni in Svizzera, dove anche le grandi città sono meta di turisti soprattutto asiatici, non permette di constatare una relazione diffusa e consolidata tra casinò e sviluppo turistico. Ad esempio nei luoghi caratterizzati da un'offerta legata al paesaggio e alle bellezze naturali, generalmente il turista non è un giocatore"