Casinò da riordinare: ricadute su proprietà e rischio criminalità variabili da considerare

Non si può vivere di soli ricordi, esistono persone e cose che non ritornano più, sensazioni e sentimenti che il tempo cancella o tenta di farlo.
Nel tentativo di eliminare un pochino di scartoffie vecchie del tempo in cui ancora lavoravo mi sono trovato tra le mani alcuni fogli che riporto e che hanno contribuito a risvegliare in me i tempi passati. Come è noto, a Venezia la sede del casinò di Ca’ Noghera è stata inaugurata nell’agosto del 1999.

Sicuramente la tabella che troverete di seguito non concorre a creare un clima di ottimismo, in specie se confrontiamo i dati degli ultimi anni con quelli che precedono. 
Non si possono sottacere la crisi del 2007/2008, la più recente dovuta alla pandemia dal 2020 al 2022 e la chiusura temporanea di Campione.
 

Se poniamo mente ai risultati del 2022, alla composizione del mercato nazionale e, volendo, al fatto che Campione non ha raggiunto le cifre del periodo precedente al Covid, al numero sempre minore dei frequentatori, del rilevante calo dei giochi tradizionali tanto che qualcuno ha in uso la sola fair roulette e lo chemin de fer lo si trova a Saint Vincent e a Venezia in una forma ben più importante, ritengo non si possa che ricercarne le cause.

In primo luogo, sempre a mio avviso, la minore disponibilità economica, segue la facilità e la comodità di accedere al gioco online che non registra altro che incrementi tutti i mesi  specialmente nei giochi da casinò.
Una situazione probabilmente dovuta alle possibili novità che si trovano online, interessanti al di là che non si tratti di giochi da casinò ma attrattivi in quanto appunto novità.

Rebus sic stantibus, scusate l’espressione inusuale da parte mia, con il Governo e il Parlamento che non affrontano il tema specifico mentre trattano del gioco pubblico, con le entrate che dovrebbero positivamente agire sui bilanci degli enti pubblici periferici e  con le maggiori difficoltà a garantire alcuni servizi a carico di questi ultimi ci si dovrebbe preoccupare.
Da un lato si parla della possibilità di infiltrazioni della malavita nelle case da gioco dall’altra non si mette in cantiere una apposita legge organica che, come spesso cito, tutti conoscono, nel 1992 aveva provato a dare una concreta risposta all’invito della Corte Costituzionale.