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Consiglio Valle, sì alla legge su Casinò di St. Vincent

03 luglio 2019 - 14:45

Il Consiglio Valle approva la legge recante disposizioni urgenti sul Casinò di Saint Vincent.

Scritto da Anna Maria Rengo
Consiglio Valle, sì alla legge su Casinò di St. Vincent

Dopo una lunga e serrata discussione, il Consiglio Valle ha approvato il disegno di legge della giunta recante disposizioni urgenti sulla società di gestione del Casinò di Saint Vincent. I voti favorevoli sono stati 18, 1 si è astenuto.

La legge prevede la trasformazione del debito della società di gestione del resort verso Finaosta (48 milioni di euro) in apporto di capitale tramite la sottoscrizione di uno Strumento finanziario partecipativo (Sfp).

Nel dibattito che ha preceduto il voto, il governatore Antonio Fosson ha evidenziato come sia intenzione della Regione favorire il percorso concordatario e come questa legge "sia un atto di fiducia nei confronti del Casinò e dei sacrifici fatti dai lavoratori".

Il provvedimento legislativo, che si compone di tre articoli e due allegati e sul quale ha relazionato in Aula il Presidente della quarta Commissione Giovanni Barocco, reca le determinazioni della Regione in merito ai 48 milioni di crediti postergati, derivanti dai contratti di mutuo stipulati negli anni in favore di Casinò de la Vallée per il tramite di Finaosta e destinati al finanziamento del piano di investimenti per la ristrutturazione della Casa da gioco e del Grand Hôtel Billia.

Il Consigliere Giovani Barocco (UV) ha spiegato in Aula che «l'iniziativa legislativa ha lo scopo di assicurare il buon esito della procedura di concordato preventivo di Casinò de la Valleé Spa, garantendo al contempo la migliore tutela agli investimenti effettuati nella società da parte della Regione, per il tramite di Finaosta Spa. Il piano di concordato preventivo, per come predisposto dalla Società, si basa, infatti, sull’assunto che il credito di 48 milioni di euro, per il finanziamento del piano di investimenti relativi alla ristrutturazione della Casa da gioco e del Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent vantato da Finaosta nei confronti di Casinò, in quanto postergato, sarebbe stato integralmente stralciato con l’omologazione della proposta concordataria. Tale prospettazione, oltre ad essere stata ritenuta di dubbia correttezza sul piano giuridico da parte del Commissario giudiziale, avrebbe comportato la definitiva rinuncia a qualsivoglia possibilità di recupero dell’investimento effettuato.»

«La soluzione tecnica proposta prevede, invece, la conversione del credito in uno Strumento finanziario partecipativo (SFP), che sarà sottoscritto da Finaosta, intestataria del credito oggetto di conversione, in nome e per conto di Regione - ha aggiunto -. Tale operazione consentirà di concorrere al rafforzamento patrimoniale della società, riportando in attivo la consistenza del patrimonio netto, al pari di quanto sarebbe avvenuto con la rinuncia pura e semplice al credito, garantendo però il diritto di concorrere alla distribuzione degli utili che auspicabilmente la società tornerà a produrre, a seguito del rigoroso percorso di ristrutturazione che è stato intrapreso.»

«Il provvedimento - ha concluso il Consigliere Barocco - consente quindi, da un lato, di favorire la positiva definizione della procedura concordataria, ripristinando l’equilibrio patrimoniale della società sulla base di una soluzione certa e scevra da incertezze e criticità sul piano legale, mediante esplicitazione, come richiesto dal Commissario, della volontà del socio sulle sorti del credito, e, dall’altro, di salvaguardare il patrimonio regionale, evitando di esporre lo stesso a inutili e ingiustificati sacrifici e assicurando a Regione la possibilità di rientrare dell’investimento effettuato.»

Il Consigliere della Lega Vallée d'Aoste Stefano Aggravi ha presentato «un contributo volto a rispondere ad una serie di domande con l'obiettivo di fornire all'Aula elementi di riflessione utili per poter prendere al meglio una decisione. Innanzitutto, chiedo: questa legge salverà il Casinò? No, perché non ha nulla a che vedere con la riuscita della procedura di concordato in continuità il cui destino dipenderà dall'esito del voto dei creditori (il 9 luglio prossimo) e dalla definitiva omologazione da parte del Tribunale. La salvezza della Casa da gioco dipenderà, infatti, dal rispetto del Piano di concordato e dalla futura generazione di utili che permetteranno all'azienda di far fronte alle spese e ripatrimonializzarsi. Non è poi certo che questo provvedimento salverà i 48 milioni di euro e permetterà alla Regione di recuperare il proprio credito. La natura stessa del credito muta da finanziamento a voce di patrimonio e il patrimonio per definizione non viene necessariamente rimborsato. Dai dati in possesso e da quanto emerso in sede di audizione e della natura dello Strumento finanziario partecipativo resta il dubbio circa la presenza di un capitale positivo alla luce delle perdite che colpiscono il patrimonio. Inoltre, a seguito dell'omologa, nel complesso il patrimonio avrà un ammontare positivo, ma il suo capitale sarà azzerato. Questo imporrà necessariamente una operazione di ricapitalizzazione al fine di consentire il ripristino del terzo del capitale ai sensi del Codice civile. Qualcuno ha pronto un ulteriore disegno di legge per aumentare il capitale della società mantenendo invariata la riserva dei 48 milioni di euro che mai verranno restituiti come se fossero un finanziamento?» Il Consigliere Aggravi si è poi chiesto se «questa soluzione sia la sola perseguibile e perché non si è valutato subito, in sede di assemblea per l'approvazione del bilancio 2018, di procedere alla "trasformazione" del credito in aumento di capitale che al momento dell'omologa avrebbe già consentito di avere un patrimonio complessivo in terreno positivo? Il relativo abbattimento del patrimonio per via delle perdite sarebbe stato recuperato destinando i futuri utili a capitale così che l'apporto di 48 milioni nei prossimi anni verrebbe recuperato a beneficio della società e del socio Regione. C'è poi da rilevare che l'SFP non è stato chiesto dal Commissario, il quale ha invece chiesto due cose precise al socio entro la data dell'adunanza dei creditori: approvare il bilancio di esercizio del 2018 e pronunciarsi sul destino dei 48 milioni, confermando la postergazione. Un'ultima domanda: questa legge migliora o peggiora la situazione di quei Consiglieri ai quali la Corte dei conti ha interrotto il giudizio in primo grado? Oggi questo disegno di legge cerca di porre la scelta di concedere questi 48 milioni all'interno del perimetro di una legge, di grado superiore alle delibere di Giunta, di cui ne annullerebbe l'effetto trasformando il finanziamento (concesso con delibera di Giunta) in un apporto di patrimonio (definito per legge).»

Il Capogruppo della Stella Alpina, Pierluigi Marquis, ha specificato: «Questo disegno di legge, basandosi sul Codice civile, prende in considerazione uno Strumento finanziario partecipativo che è utilizzato nelle operazioni di ristrutturazione aziendale; non è quindi uno strumento appositamente studiato per la fattispecie, ma è stato ritenuto un modo adeguato per risolvere questo tipo di problematica. Procedere nell'approvazione di questa iniziativa è un comportamento responsabile, tenuto conto della delicatezza dell'argomento trattato e con l'obiettivo della salvaguardia degli interessi della Regione. In quest'Aula siamo chiamati ad assumerci delle responsabilità, e noi non ci siamo mai sottratti, neppure nella gestione del dossier della Casa da gioco.»

Il Consigliere Roberto Cognetta (Mouv') ha stigmatizzato «la mancanza di tempo per esaminare questo disegno di legge in Commissione, così come non ci è stato concesso audire i soggetti coinvolti. I dubbi sorgono e i lati oscuri di questo provvedimento sono diversi. A suo tempo, è stato quanto meno inopportuno finanziare una società che faceva acqua da tutte le parti e non penso proprio che questa legge sgombri i dubbi della Corte dei conti. Oggi stiamo discutendo di un'iniziativa normativa che è stata inventata per non addossare ulteriore danno a Consiglieri già coinvolti. È un "barbatrucco" contabile che, ancora una volta, mette le mani nelle tasche dei valdostani. E pensare che, per rispetto delle regole democratiche, era stata approvata all'unanimità una mozione per far sì che non si ripetessero situazioni del genere, con l'approvazione di leggi senza i dovuti approfondimenti.»

Il Capogruppo di ADU-VdA, Daria Pulz, ha parlato di «uno scempio di denaro pubblico concesso anche quando sarebbe stato forse ancora possibile salvare il Casinò attraverso una riorganizzazione lucida, ragionata, e non con i soliti finanziamenti facili che notoriamente hanno rovinato la Valle d'Aosta. Noi siamo per i finanziamenti facili quando si parla di sanità pubblica, di scuola pubblica, non per il Casinò pubblico. È evidente il conflitto di interesse in cui si trova l'attuale maggioranza. Questo disegno di legge rappresenta un'alchimia finanziaria in extremis per trasferire i debiti in un prodotto finanziario che ci ricorda le obbligazioni argentine.»

Il Vicecapogruppo del M5S, Luigi Vesan, ha osservato che «questi 48 milioni di euro sono stati concessi come mutuo da Finaosta alla Casinò spa. I cittadini valdostani si aspettavano quindi una restituzione. Ora con questa legge ci troviamo in una situazione per cui è chiaro che se andrà avanti il concordato preventivo questi soldi ci saranno solo quando il Casinò sarà in grado di produrre utili. A noi sembra un mero gioco contabile il fatto di dire ai valdostani che li recupereranno. Questi 48 milioni di euro non sono più nella disponibilità delle casse della Regione e non sarà questo testo di legge a restituirli. La nostra posizione è quindi di perplessità. È però giusto che chi si è assunto la responsabilità di concedere il finanziamento si assuma oggi la responsabilità di votare questo provvedimento e quindi come M5S chiediamo il voto per appello nominale.»

La Consigliera di RC-AC Chiara Minelli ha sostenuto: «La situazione del Casinò è estremamente complicata ed è frutto di una malagestione che affonda le radici nel passato. Negli anni la Regione ha erogato finanziamenti copiosi alla Casa da gioco, in modo irresponsabile. La strada dello Strumento finanziario partecipativo non è l'unica ma è percorribile e legale. Se questo disegno di legge salverà il Casinò non possiamo saperlo, lo potrà dire solo il Tribunale. Ciò che è certo è che la fine della Casa da gioco sarebbe un disastro per i lavoratori e per l'indotto, pertanto non vanno fatti giochi al massacro. Se esiste anche solo una remota possibilità di recuperare quei 48 milioni, a nostro avviso va seguita perché non si possono ritenere "regalo" alla Casinò de la Vallée. Questo disegno di legge va in questa direzione ed è nostro dovere approvarlo. Ciò non significa che io cambi idea in merito alle gravissime responsabilità di chi negli anni ha voluto trasformare la Casa da gioco in un pozzo di San Patrizio.»

Il Capogruppo di Mouv' Stefano Ferrero ha dichiarato di aver sempre votato contro ogni provvedimento sul Casinò de la Vallée: «Tutti i soldi che sono stati dati alla Casa da gioco sono stati sottratti al lavoro, alla sanità. Questo è un escamotage per buttare sul tavolo verde di Saint-Vincent altri 48 milioni al buio, come è avvenuto nel passato. Non è cambiato nulla, se non che questa volta si sceglie lo strumento della legge. Ma dietro una legge ci sono delle persone. Prendiamo le distanze da questo provvedimento e mi auguro che voi abbiate il coraggio di esprimervi pubblicamente alzando la mano e di non avere la meschinità di nascondervi dietro il voto segreto. Che una parte del cuore di leone affiori.»

Il Consigliere di Mouv' Elso Gerandin si è soffermato sul documento presentato dal Consigliere Aggravi: «Si tratta di suggestioni molto serie e approfondite, che non hanno nulla di polemico. A me non risulta nessun provvedimento di questo tipo in nessun'altra situazione, per cui nutro molte perplessità. Si tratta di uno strumento che non ha valore nominale, che viene contabilizzato in un'apposita riserva che non può essere accorpata ad altre voci di patrimonio netto. Perché nessuno risponde ai quesiti posti dal collega Aggravi? Lo Strumento finanziario partecipativo non è l'unico strumento possibile: c'è, infatti, la possibilità di riconvertire questi 48 milioni in capitale sociale e il Commissario quasi lo suggerisce. Sembra che non si voglia perseguire il percorso più chiaro e trasparente. Noi siamo convinti che con questo strumento non si risolva la ricostituzione del capitale sociale e chiunque verrà dopo sarà obbligato a farlo. Io ritengo che i valdostani abbiano il diritto di non vedere più questi giochetti sul Casinò.»

L'Assessore alle finanze, Renzo Testolin, ha sottolineato: «La nostra volontà è quella di migliorare le possibilità di crescita delle nostre aziende, salvaguardando posti di lavoro e garantendo entrate per la Regione. Va quindi in questa direzione la decisione di elaborare questo disegno di legge: vogliamo trovare una linea di condotta in una situazione contingente che questo Governo Fosson si è trovato ad affrontare in corsa, essendo frutto di scelte precedenti. Con questo disegno di legge raggiungiamo una doppia finalità: garantire a chi accetterà questo concordato in continuità sapere che queste risorse faranno parte del patrimonio netto della società e non potranno essere vantate diversamente rispetto all'incertezza del credito postergato; per la Regione rappresenterà un conferimento patrimoniale, una trasformazione del credito in apporto di capitale di rischio che permetterà di operare con profitto in futuro, partecipando al riparto dei dividendi. Questi sono i due pilastri che sostengono questo disegno di legge. Non abbiamo rinunciato a questo capitale, il percorso è molto chiaro e la Regione ha fatto ciò che doveva fare. Dovevamo affrontare questa situazione e noi abbiamo compiuto questa scelta negli interessi dei creditori della Casinò, cui vogliamo dare continuità, garantendo posti di lavoro e ritorno sul territorio, nonché per permettere alla Regione di rientrare, se ci saranno i presupposti, di questo investimento.»

Il Presidente della Regione, Antonio Fosson, ha replicato: «Aspettiamo con grande fiducia il 9 luglio, data di convocazione dei creditori, consci che questo percorso concordatario deve andare a buon punto. L'emergenza è sorta il 23 maggio scorso e il nostro scopo è stato sempre quello di non far chiudere il Casinò. Questo testo di legge nasce proprio dall'intenzione di non falcidiare 48 milioni, ma trasferirli in un capitale, seppure a rischio, che non potrà essere utilizzato subito ma sarà utile. Chiediamo al Consiglio di decidere per un'emergenza con grande senso di responsabilità; questo è un atto di fiducia nei confronti del Casinò, ma noi crediamo nei lavoratori che si sono sacrificati, crediamo in questa grande azienda che ha dato tanto alla Valle d'Aosta e che, una volta conclusa la fase di ristrutturazione, potrà contribuire ancora alla nostra comunità.»

La Capogruppo di Alliance Valdôtaine, Patrizia Morelli, ha quindi chiesto la votazione segreta.

Il Consigliere del Mouv' Cognetta ha quindi annunciato la non partecipazione al voto del suo gruppo.

Il Capogruppo di Lega VdA, Andrea Manfrin, ha parlato di «codardia nel gesto di chiedere il voto segreto su di un atto che è stato definito "di responsabilità". Tutta la fede e la certezza che è stata invocata in questa discussione vengono sgretolate: vi vergognate forse di votare questo disegno di legge? Se io sono sicuro delle mie azioni, non ho problemi nel votarlo alla luce del sole. Se, invece, ci si nasconde questo significa che c'è da preoccuparsi. Anche il gruppo Lega staccherà la scheda e non parteciperà al voto.»

Il Capogruppo del M5S Luciano Mossa ha aggiunto: «Noi avevamo chiesto la votazione per appello nominale e quindi abbandoneremo anche noi l'Aula senza partecipare al voto.»

La Capogruppo di AV Patrizia Morelli ha ricordato che «la segretezza del voto è un diritto e stupisce che colleghi che in altre circostanze si battono per vedere garantito tale diritto, oggi lo neghino nascondendosi dietro a un'accusa di presunta codardia. Respingiamo al mittente queste accuse: il dibattito è stato trasparente ed è chiaro chi si assume le responsabilità di votare. Noi non scappiamo di fronte alle responsabilità come invece altri in quest'Aula fanno.»

I PROSSIMI STEP - Per l'8 luglio è fissata l'assemblea dei soci del Casinò (Regione Valle d'Aosta e Comune di Saint Vincent), mentre il giorno 9 in tribunale ad Aosta i creditori si dovranno esprimere sul piano di concordato presentato dall'azienda.

 

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