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Processo di Bologna a gioco illecito: al via il dibattimento, Sgi parte civile

27 marzo 2014 - 15:18

Domattina, presso l’Aula della seconda sezione penale collegiale del Tribunale di Bologna, avrà inizio uno dei processi più importanti intentati ‘al gioco illegale’, avente ad oggetto condotte di reato lesive ‘a tutto tondo’ degli interessi economici e del decoro industriale del mondo delle imprese virtuose operatrici nel comparto.

Scritto da Redazione
Processo di Bologna a gioco illecito: al via il dibattimento, Sgi parte civile

 

SGI PARTE CIVILE - La scelta di Sistema Gioco Italia di costituirsi parte civile costituisce, quindi, un ‘ordinario’ atto di supporto all’azione di accertamento della verità condotto dalla Magistratura, oltre che il più ‘naturale’ modo per tutelare il decoro di tutte quelle aziende che non condividono i metodi e le finalità utilizzate degli imputati per operare nel gaming italiano.

Confindustria ha un codice comportamentale che sul fronte della Legalità non ammette negoziati ‘di settore’ ed è quindi doveroso segnalare come la componente ‘gioco autorizzato’ della organizzazione degli industriali si sia ad esso adeguata, segnando un netto momento di discontinuità con la storia del gioco in Italia, tradizionalmente ‘tiepido e timido’ a schierarsi sul fronte del rispetto delle regole.

 

LA RIFLESSIONE POLITICA - Sul fronte politico, infine, si impone una riflessione: tutti convengono che il gioco lecito sia ‘bistrattato’ e denigrato con toni e contenuti informativi palesemente non veritieri. Costituirsi ‘accanto’ alla Direzione Distrettuale Antimafia e ‘contro’ soggetti troppo spesso ‘accomunati’ nella nozione di operatori, non è quindi atto neutro o di mera forma, ma costituisce il primo tassello del nuovo percorso di ricostruzione ‘reputazionale’ del nostro mondo.

Se si vuole rispetto, bisogna anche sapersene costruire i presupposti sulla base di ‘fatti’ che anche la gente comune deve poter comprendere senza particolari ‘sofismi’: esiste un gioco illegale che talvolta è pure criminalità organizzata; esiste un gioco lecito che paga le tasse e che, nei processi intentati contro il settore che viola le regole, si schiera sempre dalla parte della Legge (perché è nel proprio D.N.A. espellere dal mercato chi sta fuori dal binario della legalità).

 

IL CODICE COMPORTAMENTALE - Confindustria ha un codice comportamentale che sul fronte della Legalità non ammette negoziati ‘di settore’ ed è quindi doveroso segnalare come la componente ‘gioco autorizzato’ della organizzazione degli industriali si sia ad esso adeguata, segnando un netto momento di discontinuità con la storia del gioco in Italia, tradizionalmente ‘tiepido e timido’ a schierarsi sul fronte del rispetto delle regole.

Sul fronte politico, infine, si impone una riflessione: tutti convengono che il gioco lecito sia ‘bistrattato’ e denigrato con toni e contenuti informativi palesemente non veritieri. Costituirsi ‘accanto’ alla Direzione Distrettuale Antimafia e ‘contro’ soggetti troppo spesso ‘accomunati’ nella nozione di operatori, non è quindi atto neutro o di mera forma, ma costituisce il primo tassello del nuovo percorso di ricostruzione ‘reputazionale’ del nostro mondo.

Se si vuole rispetto, bisogna anche sapersene costruire i presupposti sulla base di ‘fatti’ che anche la gente comune deve poter comprendere senza particolari ‘sofismi’: esiste un gioco illegale che talvolta è pure criminalità organizzata; esiste un gioco lecito che paga le tasse e che, nei processi intentati contro il settore che viola le regole, si schiera sempre dalla parte della Legge (perché è nel proprio D.N.A. espellere dal mercato chi sta fuori dal binario della legalità).

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