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Emilia Romagna, Cgia Mestre: 'Oltre 5200 occupati nel gioco, a rischio 3700'

15 gennaio 2020 - 10:15

Il report della Cgia Mestre sul gioco legale in Emilia-Romagna presentato a Bologna oggi, 15 gennaio, evidenzia che il settore nella regione impiega oltre 5mila persone.

Scritto da Ca
Emilia Romagna, Cgia Mestre: 'Oltre 5200 occupati nel gioco, a rischio 3700'

Bologna – "Questa nuova fase di studio prevede l’analisi del settore in Emilia Romagna. Partiremo da alcuni dati ufficiali della Camera di Commercio e che riguardano gli occupati del settore. Il gioco però invade una serie di settori economici diversi e quindi il numero degli occupati è molto più vasto del diretto. Esiste un ampio settore integrato e indotto, dalle sale alle tabaccherie, bar e altri esercizi. Lo studio affronta sia la tassazione che il proibizionismo specie sull’Emilia Romagna. Abbiamo adottato dei criteri assai prudenziali per non sovrastimare il settore".

Si apre così, con le parole di Daniele Nicolai, ricercatore della Cgia di Mestre, il primo intervento della presentazione del primo report sul gioco legale in Emilia-Romagna organizzata dal'associazione As.Tro a Bologna oggi, 15 gennaio, per fare il punto su "numero di lavoratori, imprese e gettito fiscale, business illegale, neo-proibizionismo e rischi di sistema".

 

"Quali sono i dati ufficiali? Partiamo dal settore Ateco 92 che si suddivide in ricevitorie e sale di apparecchi con vincita in denaro. Si individuano 295 imprese attive per un totale di 564 unità locali e 1638 addetti e per l’Ateco riferito alle sale slot 279 imprese e 580 addetti. A livello regionale l’Emilia Romagna è sesta su scala nazionale. L’indicatore della densità degli addetti vede l’Emilia Romagna in una fascia media. A livello provinciale si nota una concentrazione abbastanza elevata ma la zona emiliana, con quella veneta e lombarda, è sempre in una seconda fascia", prosegue Nicolai.
 
"La stima degli addetti del comparto arriva da studi del Ries, di dati Adm, da studi di settore e da rilevazioni sulla categoria. Le attività sono molteplici da quella diretta a quella integrata, dai gestori e dal settore assimilato. Gli occupati del sistema Awp-Vlt comprendono 5.262 addetti, esclusi i dipendenti dei comcessionari. Dall’attività diretta e integrata arrivano 1.362 occupati, 1.113 gestori, 2.587 assimilati (bar, tabaccherie e sale giochi) e 200 dall’indotto (produttori)", evidenzia la ricerca.
 
 
Cifre importanti, che si aggiungono ai 537 milioni di euro di gettito garantito dagli apparecchi in Emilia Romagna, e che potrebbero essere fortemente messe a rischio degli effetti del distanziometro regionale. Secondo le stime l'entrata in vigore di tale misura dovrebbe provocare la perdita di 3.700 posti di lavoro, e di oltre 500 milioni annui di gettito, dei quali 445 del Preu, 24 di canone concessorio e 34 delle altre imposte derivanti dal settore.
 
IL "PESO" DELLE TASSE -  A dare i dettagli in tal senso, anche in rapporto alla situazione italiana nel suo complesso, è Andrea Vavolo, ricercatore della Cgia Mestre. "Il gettito derivante da Awp e Vlt è di oltre 6 miliardi di euro, quasi il 60 percento dell’intero contributo dai giochi. Dovesse scomparire questo settore ogni famiglia italiana dovrebbe contribuire per 234 euro a testa all’anno. In Emilia Romagna il gettito è di 850 milioni di euro, a cui le Awp e Vlt contribuiscono per 537 milioni. Si registra una forte riduzione dei margini negli anni per quello che riguarda le imprese dopo le varie flessioni in aumento del gettito. Il comparto in Emilia Romagna contribuisce per 636 milioni di euro in totale. Il rapporto tra raccolta, gettito e Preu evidenzia un aumento del gettito solo a fronte dell’inasprimento della tassazione. Dal 2012 al 2021 passeremo dal 12 al 24 percento di aliquota per le Awp. Per le Vlt siamo partiti dal 2 e arriveremo all’8,6 percento. Parliamo di aumenti del 43,8 percento a favore dell’Erario a fronte di una flessione del 45,9 percento del margine. Per le Vlt il margine scende del 17,4 percento. Tutto questo comporta un aumento del rischio di sopravvivenza delle aziende del settore con un rischio di perdita di oltre 800 posti di lavoro. A livello nazionale addirittura oltre 10mila addetti a rischio", rimarca il ricercatore.
 
PIEMONTE ED EMILIA A CONFRONTO - "Abbiamo rilevato anche che il settore è sicuro e regolato perché assai controllato: almeno un 37 percento di esercizi nell’arco dell’anno vengono controllati. Ovviamente queste tutele non vengono rispecchiate nel gioco illegale. Adm ha stimato 5mila esercizi illegali oltre alle migliaia di siti inibiti perché privi di licenza. Quello che manca è una normativa quadro nazionale sul gioco e a fronte di questa inattività centrale le Regioni e i Comuni hanno iniziato a legiferare in maniera frammentaria e differente. E il modo di legiferare lascia un po’ perplessi. Il Balduzzi ad esempio prevedeva quattro luoghi sensibili mentre ora troviamo in questi anche cimiteri e camere mortuarie, bancomat, compro oro, oratori e altri. Tutto questo danneggia la libera attività di impresa per le aziende del settore. Basti pensare che spesso il divieto si applica anche agli esercenti che alla data di entrata in vigore della legge gestiscono apparecchi per il gioco lecito. Quindi in maniera anche retroattiva. Abbiamo analizzato il caso del Piemonte: ci sono 16mila apparecchi in meno, che nel 2016 si sono attestati a 13.400 unità. La raccolta si è ridotta di 914 milioni con un rischio di perdita di 1330/1700 addetti. Tuttavia, la raccolta è aumentata a 206 milioni di euro. E si teme una ripresa del gioco illegale. Il Preu è sceso di 174 milioni ma l’Erario perde anche 7,2 milioni di canone concessorio".
 
L'IMPATTO DEL DISTANZIOMETRO SULLE VARIE CITTÀ - "Torniamo in Emilia Romagna. La legge regionale è la 5/2013 e prevede un nutrito elenco di luoghi sensibili e applica il divieto di collocare le macchine vicino a queste zone. Anche in questo caso esiste la retroattività del provvedimento. Quindi non solo a quelle di nuova apertura. Tra i luoghi ci sono anche le strutture ricettive per categorie protette. Il fenomeno è ancora in divenire. Come impatta il distanziometro nelle principali città? A Bologna sono stati individuati 766 luoghi sensibili. Il 98 percento degli esercizi generalisti, circa 350, ricadono nei luoghi sensibili da 500 metri e sono 46 le sale che devono chiudere, 17 sposteranno l’attività. A Forli l’85 percento delle sale è a rischio. A Modena ci sono 406 luoghi sensibili e sopravviveranno sei sale. A Rimini oltre il 60 percento ricadono nel distanziometro e potrebbero rimanere una decina di sale. A Parma non si possono aprire sale in zone residenziali e commerciali, quindi ne resteranno 17 su 239. A Piacenza l’impatto sarebbe dell’80 percento. Gli effetti della legge regionale sarà pari a 380 milioni di euro di Preu e a 24 milioni di canone concessorio. Lo Stato non incasserà ulteriori 39 milioni di imposte e contributi, con una perdita di circa 4mila unità lavorative".
 
TASSA DI SCOPO E RACCOLTA - "Cosa ci ha più stupito?", si interroga Vavolo. "Beh, innanzitutto la struttura della raccolta che non conoscevamo e pensavamo fosse una spesa reale per i cittadini. Ma non è così e, anzi, c’è una quota di raccolta che viene dalle vincite rigiocate dai players e quindi ancora meno incidente sulla popolazione.
 
Impossibile cancellare il settore ovviamente. Fossi un politico migliorerei tante cose. La tassa di scopo sul gettito per gli enti locali sarebbe necessaria: il fenomeno ricade sulle città e le regioni ma il gettito va tutto allo Stato. È normale che il problema sia percepito in maniera diversa e distorta.
 
Ci ha colpito anche l’elevata regolamentazione del settore che, tra l’altro, aumenta anche di anno in anno le segnalazioni all’anti riciclaggio".
 

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