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Lecce: 70 arresti per associazione mafiosa, bische sotto la lente

26 febbraio 2020 - 08:23

Ci sono anche 'l'esercizio aggravato e la partecipazione al gioco d’azzardo' fra i reati ascritti a 70 persone coinvolte nell'operazione di Polizia 'Final blow'.

Scritto da Redazione
Lecce: 70 arresti per associazione mafiosa, bische sotto la lente

"Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazione della legge sulle armi, associazione finalizzata al traffico di droga nonché esercizio aggravato e partecipazione al gioco d’azzardo".

Sono i reati ascritti, a vario titolo, a 70 persone per cui è stata disposta la custodia cautelare nell'ambito dell'operazione "Final blow", condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia.

BISCHE E MANIPOLAZIONE DEI RISULTATI - "Le indagini dei poliziotti della squadra mobile, coordinati dal Servizio centrale operativo, partite alla fine dell’anno 2017 dopo aver intercettato una lettera proveniente dal carcere il cui mittente è stato poi identificato nell’ergastolano Cristian Pepe, sono durate oltre un anno con il ricorso a numerose attività tecniche. Il lavoro investigativo ha permesso di accertare la consolidata egemonia su Lecce del Clan Pepe, facente capo a Cristian Pepe, capo storico del clan, e al fratello, Antonio Pepe, meglio noto con il soprannome di Totti”, si legge in un comunicato della Polizia.
"Le articolate investigazioni hanno evidenziato come il sodalizio criminale avesse ormai preso il controllo esclusivo, nella città di Lecce e in molti dei comuni prossimi al capoluogo, delle principali attività criminali attraverso la gestione di canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente, la successiva vendita al dettaglio, le estorsioni nonché il controllo del gioco d’azzardo", recita ancora il comunicato.
Quanto al gioco illegale, conclude il comunicato, "le indagini hanno consentito di acquisire chiari elementi relativi all’interesse del clan Pepe nella gestione delle cosiddette 'bische clandestine', acquisendo il 40 percento degli introiti, nonché il tentativo, da parte del reggente Pepe-Totti, di condizionare, in suo favore addirittura i risultati di giochi gestiti dal monopolio di Stato cercando attraverso pressioni di ottenere agevolazioni nelle vincite per gli appartenenti al clan ed i loro familiari".
 
 

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