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L'Istat fotografa le aziende d'Italia: 10.785 imprese e 45.802 addetti fermi da due mesi

13 maggio 2020 - 16:32

L'Istat aggiorna i numeri delle aziende di gioco, degli addetti e del fatturato, un esercito da 45.802 addetti solo sul territorio.   

Scritto da Cesare Antonini
L'Istat fotografa le aziende d'Italia: 10.785 imprese e 45.802 addetti fermi da due mesi

 

 

Il codice Ateco è il 92.000 e l’Istat (aggiornamento del 12 maggio) ha snocciolato tutti i dati delle attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco che spiccano in mezzo a tantissimi altri settori di un lunghissimo e completissimo documento Excel in cui sono evidenziati tutti i numeri dei vari settori lavorativi. Prima di passare ai dati basta capire che 10.785 imprese di questo codice Ateco esprimono 45.802 addetti di cui 33.073 dipendenti. Un settore che genera molto più lavoro delle Creazioni Artistiche e letterarie che esprimono 13.550 imprese ma “solo” 16.382 addetti. I laboratori analisi sono sullo stesso livello ma con 13mila addetti in meno e andando avanti ai scopre che gli enti di promozione sportiva sono rappresentati da 1.858 imprese e 4.286 addetti.

Le sale giochi e i biliardi e altre attività di intrattenimento totalizzano rispettivamente 6.308 e 16.122 addetti. L’impatto del gioco sul territorio a livello economico e occupazionale è importantissimo.

Scendendo nel dettaglio il 26,7 % degli addetti del gioco risulta impiegato nelle aziende del Nord-Ovest, il 17,3 nel Nord -Est, il 23,5% nel Sud. Il 57,2 % degli addetti è di sesso maschile.

Il 31% degli addetti ha una età compresa tra i 30 e i 40 anni, il 26,4% ha meno di 30 anni. E’ pari a 15.480 il valore fatturato, mentre il margine operativo lordo è di 1.985.

In termini di valore aggiunto questo settore ha una rilevanza estesa, Alto il grado di attivazione della occupazione, mentre è ritenuto medio-basso il grado di rilevanza sistemica media delle imprese del settore.

Negli ultimi due mesi, la gestione dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Covid-19 ha portato a provvedimenti governativi che hanno comportato la progressiva chiusura, e una parziale riapertura negli ultimi giorni, di alcune attività produttive.
“All’interno del terziario le sospensioni amministrative agiscono in maniera differenziata, con alcuni casi in cui il blocco è ancora rilevante. Nel settore commerciale risultano sottoposte a sospensione circa il 25% delle imprese, con un peso (sulla base dei dati 2017) del 21% in termini di addetti e dell’8% in termini di fatturato. Il settore delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento è ancora sospeso nella sua interezza ”, scrive l’Istat.

 

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