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Piemonte, la lettera di Alessandro: 'Noi, barriera contro il gioco illegale'

30 marzo 2021 - 08:24

È diventata virale la lettera di Alessandro Rosso, tecnico riparatore in un'azienda di noleggio del Piemonte, che chiede di tutelare i lavoratori del gioco, prima barriera contro l'illegalità.

Scritto da Redazione
Piemonte, la lettera di Alessandro: 'Noi, barriera contro il gioco illegale'

"Il 20 maggio dopo 3 anni di agonia conosceremo il nostro futuro. Continuiamo a sperare che la Regione Piemonte prenda provvedimenti in nostro favore".

Un nuovo appello si leva fra i lavoratori del gioco piemontesi, che continuano a "sollecitare" Giunta e Consiglio per la modifica della legge vigente in materia, che dal 21 maggio portebbe alla chiusura di tante delle imprese in cui sono impiegati e alla perdita del posto per tanti di loro.
Oggetto del contendere, come noto, l'eliminazione della retroattività della normativa del 2016, proposta da un disegno di legge presentato dal consigliere di maggioranza Claudio Leone (Lega), attualmente all'esame delle commissioni competenti e già al centro delle centinaia di lettere inviate nei giorni scorsi ai consiglieri, come della manifestazione andata in scena a Torino lo scorso 18 marzo. Conclusasi con l'incontro fra alcuni rappresentanti dei lavoratori e membri del Consiglio e della Giunta e la promessa che questi ultimi "faranno di tutto per modificare questa legge, o farne una nuova, e in tutti casi togliere la retroattività di quella attuale".

La voce che si leva oggi è quella di Alessandro Rosso, 32 anni di età e un lavoro come tecnico riparatore in una azienda che noleggia slot machine e giochi da intrattenimento per bar.
"Piano piano questa ditta è diventata una seconda famiglia per me.
Amo il mio lavoro e vorrei continuare a farlo", scrive.
"Purtroppo per il nostro settore è entrata in vigore la legge 9/2016 la cui conseguenza è stata una diminuzione drastica del lavoro e molti miei colleghi hanno scelto una strada diversa.
Se questa legge non verrà modificata ci saranno moltissimi altri tagli in tutto il settore del gioco legale e dell'indotto.
Queste aziende creano posti di lavoro che vengono annullati con una semplice legge regionale.
Migliaia di persone rischieranno il posto di lavoro", ricorda.
 
"Il rammarico di noi dipendenti sarà quello di essere licenziato non per causa nostra ma per colpa di una legge che non ci considera.
Non ci lamentiamo inutilmente, non vogliamo il reddito di cittadinanza e sussidi vari, ma vogliamo alzarci ogni mattina, andare a lavorare come qualsiasi altra persona.
Tutti ci considerano cattive persone che approfittano della gente che gioca, ma in realtà siamo la prima barriera contro il gioco illegale.
Quindi non siano dei malfattori e neanche dei lavoratori di serie B".
 

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