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Il sondaggio: poco gioco, ma tanti social per i ragazzi

10 maggio 2021 - 13:58

Appena un ragazzo su dieci dice di aver utilizzato computer o smartphone per giocare durante la pandemia, per il resto tanti social per stare con gli amici.

Scritto da Redazione GiocoNews
Il sondaggio: poco gioco, ma tanti social per i ragazzi

La gestione della pandemia ha modificato gli stili di vita influendo anche sul benessere psico-fisico di bambini e adolescenti. È aumentato a dismisura, soprattutto tra i più piccoli, il tempo trascorso davanti agli schermi, per molti unica finestra sul mondo. Questo è in estrema sintesi il risultato di un sondaggio realizzato da Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Skuola.net condotto su un campione di 10 mila studenti tra i 9 e i 18 anni, costituito per il 65 per cento da ragazze e per il 35 per cento da ragazzi, su tutto il territorio nazionale.

Il sondaggio è stato realizzato nel corso del mese di marzo 2021 portando poi i risultati a confronto con una ricerca analoga, condotta sempre da Sip, Polizia di Stato e Skuola.net a ottobre 2019, ossia prima che bambini e adolescenti italiani conoscessero la lunga fase di confinamento dovuta al Coronavirus con la chiusura delle scuole, la didattica a distanza (dad), il diradarsi delle relazioni sociali e delle occasioni di socialità. 

Al di fuori della didattica smartphone, tablet e pc vengono usati prevalentemente per comunicare con gli amici (36 per cento), usare i social (24 per cento), guardare video o film (21 per cento), giocare ai videogame (11 per cento), solo marginalmente per fare ricerche (8 per cento). Rispetto ai dati del 2019, passa dal 24 al 36 per cento la quota di coloro che usano la tecnologia per comunicare con gli amici e si riduce dal 19 all’8 per cento la quota di quelli che usano le risorse digitali per fare ricerche o approfondire argomenti di interesse. Nei mesi di pandemia la maggior parte dei ragazzi ha guardato più serie tv (37 per cento), giocato in rete con amici (13 per cento) e solo un 3 per cento degli intervistati ha giocato in più a giochi di società in famiglia.

Numeri molto bassi, quelli legati al gioco, che quasi sembrano contrastare con quelli portati, qualche giorno fa, all'attenzione della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza dalla ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone, relativi però ad un periodo ancora precedente alla pandemia.

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