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Green pass obbligatorio ma a due livelli: basta una dose per i locali di gioco

21 luglio 2021 - 07:54

Il governo lavora cerca la mediazione sull’obbligo di certificato “verde” per i locali: mentre la zona gialla scatterà con il 5% di posti in terapia intensiva occupati.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Green pass obbligatorio ma a due livelli: basta una dose per i locali di gioco

Basterà una sola dose di vaccino per avere il “green pass” che consente di andare all'interno dei locali di gioco, come pure nei ristoranti al chiuso, mentre bisognerà aver ricevuto anche la seconda dose per poter frequentare i luoghi più affollati.

È questa l'ipotesi più accreditata che il Governo discuterà nel corso della riunione della cabina di regia prevista nelle prossime ore. Fermo restando che, in ogni caso, nelle aree dove sarà maggiore la circolazione del virus sarà necessaria ovunque la doppia dose per poter frequentare ogni tipo di attività al chiuso.

Anche se l’obiettivo del Governo – confermato anche nelle ultime ore - è di lasciare l’Italia in fascia bianca per tutta l'estate (o, almeno, fino al 15 agosto): ragion per cui oltre alla modifica dei parametri per la classificazione delle aree di rischio, sono allo studio misure che possano contribuire a frenare la corsa della variante Delta.

E, se possibile, di prevenire anche la diffusione della nuova variante Epsilon di cui si inizia a parlare in queste ore. Ma tutto questo passa inevitabilmente per la diffusione del vaccino: per poter avere risultati soddisfacenti e utili a tutti, bisognerà avere il maggior numero di persone immunizzate.
 
LA MEDIAZIONE - Nel frattempo, la Conferenza delle Regioni che si è riunita nella giornata di ieri, martedì 20 luglionon ha ancora trovato una quadra definitiva per la quale sarà necessario un nuoco incontro nella mattinata di oggi. “Sia sulla revisione dei criteri per le zone che sull’uso del green pass – spiega il presidente dell'organismo, Massimo Fedriga - sono in corso ulteriori interlocuzioni con il Governo” e, dopo la discussione di ieri, la Conferenza torna quindi a riunirsi oggi “per la definizione puntuale delle proposte”.
Dopodiché ci sarà la riunione con il governo, con il Consiglio dei ministri che si riunirà quindi entro giovedì 22 luglio, in modo da far entrare in vigore il decreto il prossimo 26 luglio. In modo da prorogare anche lo stato di emergenza — che scadrebbe il 31 luglio — per almeno altri tre mesi. Fino alla firma del provvedimento la mediazione è comunque in corso, tenendo conto, da un lato, delle resistenze di stampo “aperturista” guidate dal leader della Lega Matteo Salvini che ribadisce il suo via libera al green pass “nei posti affollati, ma non per andare a mangiare la pizza” (posizione utile, sia pure indirettamente, anche ai locali di gioco), ma anche delle perplessità del Movimento Cinque Stelle, con il leader Giuseppe Conte che avrebbe espresso al premier Mario Draghi le sue riserve. La decisione ufficiale, dunque, non è stata ancora presa in quanto la maggioranza è spaccata. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sostenuto da Pd, Italia Viva, parte di Forza Italia, vorrebbe - come Cts e Iss - che il green pass venisse reso obbligatorio per tutti i settori dove si creano assembramenti, compresi i ristoranti al chiuso. Una scelta, questa, che potrebbe portarsi dietro anche i locali di gioco. La trattativa, tuttavia, sembra essere mirata a raggiungere il risultato di lasciare aperte le attività, come del resto è stato chiesto da tutte le associazioni di categoria, con il presidente del Consiglio che potrebbe e dovrebbe annunciare le scelte definitive in una conferenza stampa ad hoc.
Il rischio concreto, per i giochi, è legato alla spinta degli “abolizionisti” che negli ultimi giorni aveva portato anche alla stesura di un documento da parte dell'Osservatorio sul gioco patologico, inviato al ministero della Salute e alle Regioni, con il quale si chiedeva di limitare gli accessi nelle sale da gioco. Una richiesta che potrebbe “pesare” sulla scelta dei locali da autorizzare con una o due dosi di vaccino. Anche se i protocolli di sicurezza stringenti e decisamente efficaci in termini di prevenzione dal contagio applicati nei locali di intrattenimento, rendono inutile una restrizioni di questo tipo, tenendo conto anche la minima frequentazione di queste attività da parte del pubblico, che non ha alcuna possibilità di registrare assembramenti.
A prendere posizione, sul punto, anche la Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio, la quale invoca la parità di trattamento: se green pass deve essere, allora le regole siano uguali per tutti, evitando (nuove e ulteriori) discriminazioni. 
 

MISURE DIVERSIFICATE PER LOCALI - In questa nuova classificazione si andrà quindi a diversificare i luoghi dove è più alto il rischio di contagiarsi prevedendo un doppio livello di obbligo del green pass. E dunque in questa prima fase di applicazione del decreto potrebbe essere sufficiente una sola dose di vaccino (ma anche un tampone negativo, oppure il certificato di guarigione nei sei mesi precedenti) per andare nei locali di gioco come pure nei ristoranti al chiuso e in tutti gli altri luoghi dove i protocolli già prevedono regole di distanziamento. Una doppia dose sarebbe invece obbligatoria per i luoghi affollati, dove alto è il rischio di assembramento anche agli ingressi e all’uscita. L’elenco dovrebbe prevedere stadi, concerti, convegni, eventi, luoghi dello spettacolo, palestre. E consentire con la doppia dose di vaccino anche di poter ballare nelle discoteche all’aperto.

I NUOVI PARAMETRI DELLA ZONA GIALLA - I dettagli per la nuova colorazione delle Regioni saranno messi a punto anche grazie al confronto con i presidenti di Regione, ma la linea dell'esecutivo è comunque quella di lasciare aperte il più possibile le attività e soprattutto evitare — visto che la variante Delta colpisce chi non è immunizzato — che dove la curva epidemiologica sale si vada in fascia gialla. Ecco perché è stato deciso di considerare preponderante in termini di classificazione delle aree di rischio, anche il numero di persone ricoverate in area medica e in terapia intensiva e non soltanto — come avviene oggi — l’incidenza dei nuovi positivi ogni settimana su centomila abitanti. Per questo si andrà in zona gialla se l’occupazione dei reparti ordinari supererà il 10 percento dei posti letto a disposizione e quella delle terapie intensive va oltre il 5 percento.
 
ULTIM'ORA: FEDRIGA “LE PROPOSTE DELLE REGIONI SULL'USO DEL GREEN PASS” - Mentre la cabina di regia del Governo prevista per oggi slitta a domani, giorno in cui si terrà anche il Consiglio dei ministri, arrivano nuove dichiarazioni da parte del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
“La Conferenza delle Regioni ha elaborato alcune proposte sull’uso del Green Pass in un’ottica positiva, ovvero per permettere la ripresa in sicurezza di attività fino ad oggi non consentite o limitate. Ad esempio grandi eventi sportivi e di spettacolo, discoteche, fiere e congressi.
Inoltre abbiamo anche condiviso una proposta per la revisione degli indicatori delle zone di rischio, formulando l’ipotesi di portare, per la zona bianca, il limite massimo di occupazione dei posti letto in area medica al 30 percento e quello delle terapie intensive al 20 percento.
Si tratta – conclude il presidente della Conferenza delle Regioni - di proposte che facciamo al Governo, in un’ottica di collaborazione istituzionale, anche alla luce dell’attuale contesto epidemiologico - caratterizzato da un aumento dell’incidenza ma da una bassa occupazione dei posti letto ospedalieri - e dalla progressione intensa della campagna vaccinale”.
 

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