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Raccomandazioni Osservatorio Gap, As.tro: 'Infondate, rischio vie legali'

01 settembre 2021 - 14:32

Alla luce della documentazione fornita dal ministero della Salute 'a supporto' delle raccomandazioni dell'Osservatorio Gap per limitare il gioco dopo la pandemia, As.tro scrive alle Regioni.

Scritto da Redazione
Raccomandazioni Osservatorio Gap, As.tro: 'Infondate, rischio vie legali'

Non esistono elementi obiettivi, quali indagini e/o ricerche effettuate (o reperite) dall’Osservatorio” a supporto delle raccomandazioni inviate alla metà di luglio agli assessorati regionali alla Sanità  con lo scopo di valutare l’adozione di misure restrittive nei confronti delle attività di gioco, per prevenire “ i gravi rischi correlati alla riapertura senza un'adeguata e rinnovata regolazione di tutta la gamma dei giochi, al fine della prevenzione del Disturbo da gioco d'azzardo ed anche come corollario - di mantenimento del regime di cautela per un possibile riacutizzarsi della pandemia”.

Lo sottolinea l'associazione As.tro dopo aver ricevuto dal direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute la documentazione richiesta avanzando una formale istanza di accesso agli atti

 

As.tro, per evitare l’adozione di provvedimenti restrittivi da parte delle Regioni basati sulle raccomandazioni dell’Osservatorio Gap, ha condiviso tali risultanze con i rispettivi presidenti in una lettera inviata oggi, 1° settembre.
 
LA DOCUMENTAZIONE INVIATA AI PRESIDENTI DI REGIONE - Dopo aver ripercorso la vicenda e le fasi dell'interlocuzione con il ministero della Salute, As.tro rende partecipi i presidenti di regione delle risultanze e delle conseguenti considerazioni. L'elemento centrale della documentazione, si legge nella lettera inviata dall'associazione, con la firma del presidente Massimiliano Pucci, “è rappresentato unicamente dal verbale della riunione del 23 giugno 2021, nel corso della quale due membri dell’Osservatorio (il dottor Maurizio Fiasco – pag. 4 del verbale – e il dottor Onofrio Casciani – pag. 5 del verbale) hanno espresso la loro personale convinzione (quella del dottor Casciani sarebbe supportata dall’analisi effettuata su un non meglio precisato piccolo campione) sul fatto che la riapertura delle attività di gioco avrebbe comportato: 'una violenta sollecitazione a riprendere il consumo di gioco', il rischio di una 'overdose' (cit. Maurizio Fiasco) ed anche 'alte percentuali di suicidi' (cit. Onofrio Casciani).
Si tratta quindi di mere asserzioni, non supportate da alcun elemento obiettivo di riscontro.
Secondo i due citati membri dell’Osservatorio, le imprese del gioco dovrebbero, in sostanza, subire delle penalizzazioni (altro non sono, dal punto di vista delle imprese, le restrizioni e i controlli straordinari da loro auspicati) come conseguenza del fatto che sono rimaste chiuse per 330 giorni nel corso di un anno solare per effetto delle norme anti-Covid.
Nel prosieguo della riunione non è stato svolto alcun ulteriore approfondimento sulla questione. Le istanze proposte dai dottori Fiasco e Casciani sono state acriticamente fatte proprie dall’Osservatorio e dalla stessa Direzione generale della prevenzione del ministero della Salute (vedi mail – in allegato – del 24/6/21 trasmessa da Fiasco al presidente dell’Osservatorio nonché direttore generale della Prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza) ed inoltrate agli assessori regionali sotto forma di 'raccomandazioni' finalizzate all’adozione di misure restrittive in deroga alle norme legislative e amministrative vigenti”.
 
Secondo l'associazione As.tro quindi “l'iniziativa del ministero della Salute è pertanto caratterizzata dalle seguenti criticità: a) totale assenza di elementi istruttori, elaborati dall’Osservatorio, idonei a giustificare il 'trattamento speciale' che il ministero della Salute si è proposto di riservare, per il tramite delle Regioni, al settore del gioco pubblico legale in deroga a quanto stabilito dall’art. 1, comma 16 sexies del Dl 33/2020 (disciplina delle attività economiche all’interno delle c.d. zone bianche), dall’art. 7 del Dl 65/2021 (che ha previsto la riapertura delle attività di gioco in zona gialla a partire dal 1 luglio 2021), dalle ordinanze, adottate dal ministro della Salute, succedutesi nei mesi di maggio e giugno 2021 (mediante le quali l’intero territorio nazionale è stata gradualmente collocato in 'zona bianca', con la conseguente riapertura di tutte le attività economiche), dalle 'Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali' del 20 maggio 2021 (adottate ai sensi dell’art 1, comma 14, del Dl n. 33/20 e tenuto conto delle disposizioni contenute nei decreti legge n. 52/21 e n. 65/21) e da tutte le altre norme vigenti a livello nazionale, regionale e comunale, che già disciplinano e limitano l’esercizio delle attività di offerta del gioco pubblico legale; b) L’iniziativa della Dgpre del ministero della Salute si fonda soltanto su mere opinioni espresse da due membri dell’Osservatorio. Tali opinioni non possono essere poste a fondamento giuridico di decisioni finalizzate a comprimere i diritti, riconosciuti dalla Costituzione, al libero esercizio dell’attività economica ed il diritto al lavoro”.
 
Premesso quanto sopra, conclude la lettera indirizzata ai presidenti delle Regioni, “in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito, invitiamo le Autorità in indirizzo a tener conto delle suesposte considerazioni al fine di evitare le gravi conseguenze sul piano economico-occupazionale che, mediante l’adozione dei provvedimenti raccomandati dalla Dgpre del ministero della Salute attraverso la nota indicata in oggetto, ricadrebbero su un settore già pesantemente fiaccato dal lungo periodo di chiusura subito per effetto delle normative anti-Covid”.
In ultimo, “ritenuta, per le suddette ragioni, l’illegittimità della nota n. 31146 del 12 luglio 2021 (emanata dal direttore generale per la Prevenzione sanitaria) resa evidente dalla stessa documentazione inviataci dal ministero in adempimento della nostra istanza di accesso agli atti, reputiamo doveroso informarvi che l’eventuale adozione, da parte delle Regioni, dei provvedimenti 'raccomandati' dal ministero della Salute con la nota in oggetto, determinerà, anche su iniziativa della nostra associazione, l’impugnativa dei medesimi in sede giurisdizionale con le contestuali richieste risarcitorie”.
 

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