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Gioco e consumatori, Balduzzi: 'Su regole confronto con tutte le parti'

20 ottobre 2021 - 13:54

Renato Balduzzi, già ministro della Sanità, a cui si devono le prime regole per il contrasto al Gap, chiede norme frutto del confronto fra tutte le parti interessate.

Scritto da Redazione
Gioco e consumatori, Balduzzi: 'Su regole confronto con tutte le parti'

Roma - “Il 2012 è stato l'anno delle svolta, riconosciuta dal settore scientifico e da quello giuridico. Prima il rapporto fra Stato, pubblici poteri e gioco non era certo esente da pecche, visto che dal 2011 si è assistito ad una progressiva affermazione  dello Stato come imprenditore dei giochi, dopo il decreto che aveva affidato all'allora Aams (oggi Agenzia delle dogane e dei monopoli, Ndr) il compito di incentivare il gioco in qualsiasi forma”.

A ricordare la situazione del comparto del gioco pubblico di ormai 10 anni fa, terreno in cui poi si è sviluppata la successiva regolamentazione del settore, è  Renato Balduzzi, già ministro della Sanità, diventato celebre per l'omonimo decreto che per primo si è occupato di contrasto al Gap, all'evento “Gioco pubblico, legalità e tutela dei consumatori”, organizzato da Lottomatica oggi, 20 ottobre, a Roma.

 

Abbiamo cercato di rimettere in ordine gli interessi pubblici in materia: la tutela della salute, dei minori e non solo, l'ordine pubblico, la sicurezza urbana, il governo del territorio, poi in ultimo, in quest'ordine, gli interessi economici erariali, mentre fino a quel momento non era così. L'indicazione nazionale è stata via via attenuata, sabotata. La Corte costituzionale, nel 2017 e nel 2019, ha detto che le Regioni e gli Enti locali potevano attuare la norma nazionale anche in assenza di decreti.
Dal mio punto di vista è una norma che ha avuto impatto, certo non in modo lineare. Ci sono tanti interessi concentrati sul gioco: auspico che via sia linearità, è importante che la direzione di marcia sia segnata e su quello si faccia un confronto con tutte le parti interessate”.
 
Balduzzi quindi risponde ad alcune domande poste dall'intervistatrice, Stefania Pinna, giornalista di Sky TG24.
In primis a quanto è stato fatto in tema di comunicazione informativa inerente il gioco.
“Si poteva fare di più, ma l'importante è fare ciò che le regole prevedono. Ancora qualche mese fa, la nota della direzione Prevenzione del ministero della Salute contenente le  'raccomandazioni'dell'Osservatorio per il contrasto al Gap per limitare il gioco dopo la pandemia, (inviata agli assessorati generali alla Sanità la scorsa estate, Ndr) ha avuto un'accoglienza per dire 'fredda' da parte degli addetti ai lavori (che hanno rilevato varie criticità e ventilato anche il ricorso alle vie legali, Ndr), vuol dire che ancora non è chiara la gerarchia che devono avere gli interessi pubblici in materia. Ci devono essere, ovviamente, ma vanno gerarchizzati e va attuata la normativa vigente”.
 
L'ex ministro della Salute quindi interviene in proposito alla limitazione degli orari di apertura delle location di gioco per 8 ore al giorno e il fatto che ciò possa favorire la criminalità organizzata ed un'offerta illecita in altri orari e spazi.
“È necessario vedere i rapporti della Direzione investigativa antimafia, si tratta di regole di cautela che devono essere prese per quello che sono. Vanno sperimentate testate, e se si prende atto che non funzionano, si può cambiare.
Dobbiamo confrontarci su cosa vuol dire la gerarchia degli interessi pubblici in materia di gioco: ad esempio in Francia nel 2019 è stato varato un codice della sicurezza interna sottolineando la primazia della tutela della salute, dei minori e dei consumatori. Credo che quindi anche da noi dovremmo alzare il livello del confronto”.
 
Rispondendo all'ultima domanda, sull'opportunità di inserire una rappresentanza degli operatori del gioco al tavolo dell'Osservatorio per il contrasto al Gap (come richiesto anche dall'associazione As.tro, ad esempio), Balduzzi ricorda che al momento della sua costituzione “all'inizio tale osservatorio era sotto il Mef. Per me non era il luogo che sottolineava quella che sarebbe dovuta essere la gerarchia degli interessi pubblici; poi nel 2014 è stato spostato al ministero della Salute e da allora ha assunto la configurazione che ha attualmente.
Se gli imprenditori possono offrire nuovi strumenti di conoscenza a chi deve elaborate proposte normative sul gioco, ben venga il loro ingresso nell'Osservatorio; se invece l'intento è solo quello di 'bilanciare' la composizione dell'Osservatorio, perché si reputa troppo collegata ad una gerarchia degli interessi pubblici, allora non è quello il luogo del confronto. Infine, credo che definire i confini dell'offerta e del consumo – come in Francia – sarebbe un buon punto di partenza”.

 

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