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Osservatorio partite Iva: 'IV trimestre 2021, 122 aperte per il gioco'

10 febbraio 2022 - 15:46

Gli ultimi tre mesi del 2021 vedono l'apertura di 122 attività di gioco, dieci in più dello stesso periodo del 2020, secondo l'Osservatorio sulle partite Iva del Mef.

Scritto da Redazione
Osservatorio partite Iva: 'IV trimestre 2021, 122 aperte per il gioco'

Nel quarto trimestre del 2021 sono state aperte 106.400 nuove partite Iva con un incremento del 3,9 percento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Lo rileva l'Osservatorio sulle partite Iva del ministero dell'Economia e delle finanze.

Per quanto concerne nello specifico le attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco, ad ottobre 2021 sono state aperte 46 partite Iva, con una variazione del 9,52 percento rispetto al periodo precedente e un meno 23,33 percento rispetto al periodo corrispondente; a novembre le nuove aperture sono state 37 (- 19, 57 percento sul periodo precedente e + 54,17 percento sul periodo corrispondente); a dicembre il trend è nuovamente migliorato, con 39 partite Iva, + 5,41 percento sul periodo precedente e 39,29 percento sul periodo corrispondente. Volendo fare qualche confronto con gli stessi mesi del 2020 si vede che ad ottobre le partite Iva erano state 60, 24 e 28.

 

Guardando al panorama generale dei vari tipi di attività, nel complesso, la distribuzione per natura giuridica mostra che il 60,7 percento delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 28,7 percento da società di capitali, il 4,2 percento da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” è pari al 6,4 percento del totale delle nuove aperture.
 
Rispetto al quarto trimestre del 2020, solo le persone fisiche mostrano una flessione (-2,2 percento), le altre forme giuridiche mostrano apprezzabili incrementi: +23,4 percento dei non residenti, +14,8 percento per le società di capitali e +8,2 percento per le società di persone.
 
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 45,3 percento delle nuove aperture è localizzato al Nord, circa il 23 percento al Centro e il 31,2 percento al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia andamenti alquanto difformi: i principali aumenti di aperture sono avvenuti in Friuli Venezia Giulia (+28,8 percento), Lazio (+18,3 percento) e provincia autonoma di Trento (+14,9 percento), mentre i più rilevanti decrementi si notano in Veneto (-17,8 percento), Molise (-11,2 percento) e Sicilia (-10,6 percento).
 
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra sempre il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 22,4 percento del totale, seguito dalle attività professionali (13,6 percento) e dal settore edile (12,8 percento) che, rispetto al quarto trimestre del 2020, registra un notevole incremento di aperture (+42,4 percento).
Altri settori principali in forte aumento sono le attività artistiche e sportive (+34,6 percento) e alloggio e ristorazione (+28,3 percento), mentre evidenziano flessioni la sanità (-38,3 percento dopo l’incremento registrato nello stesso trimestre del 2020), l’agricoltura (-13,3 percento) e i servizi di comunicazione (-2,8 percento).
 
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità: quelle "al maschile" sono circa al 64 percento. Il 46,1 percento delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 31,7 percento da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo del precedente anno, la classe dei più giovani e quella dei più anziani hanno avuto una diminuzione di aperture: (-6,7 percento la più giovane), invece le classi intermedie segnano un incremento: (+3,4 percento per quella da 36 a 50 anni).
Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 21,5 percento delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.
 
Nel periodo in esame 38.049 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 35,8 percento del totale delle nuove aperture, con una diminuzione del 3,5 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 

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