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Rapporto Italia Eurispes, come cambia il gioco fra scommesse e Metaverso

26 maggio 2022 - 10:31

Nel Rapporto Italia dell'Eurispes relativo al 2022 si parla anche del legame fra gioco e sport – attraverso le scommesse – e dell'universo Metaverso.

Scritto da Redazione
Rapporto Italia Eurispes, come cambia il gioco fra scommesse e Metaverso

Conservazione/cambiamento; presenza/assenza; arretratezza/modernità; ordinario/straordinario; moneta/monete; universo/metaverso: sono i sei capitoli lungo i quali si dipana il Rapporto Italia dell'Eurispes, giunto quest’anno alla 34a edizione, presentato oggi, giovedì 26 maggio, a Roma.

Sfogliando le sue pagine emergono anche alcuni riferimenti al mondo del gioco e dell'intrattenimento, nonché alla digitalizzazione della vita quotidiana.

Si legge, ad esempio, che “per il gioco d’azzardo si spendono 125 miliardi l’anno, più della spesa sanitaria”, e viene evidenziato il collegamento di “giochi e scommesse” alla filiera dello sport che in Italia genera, su base annua, un valore superiore ai 30 miliardi di euro, contribuendo per circa il 2 percento al Pil nazionale, mentre l’indotto contribuisce per il 4 percento, occupando quasi 120.000 persone presso circa 40.000 imprese attive nei settori della manifattura, del commercio e dei servizi.

 

Un capitolo specifico del Rapporto Italia 2022 è dedicato al Metaverso, frutto della compresenza di tre universi tecnologici abilitanti: la realtà virtuale; la realtà aumentata; l’intelligenza artificiale. “Non c’è Metaverso senza realtà virtuale di ottima qualità: la scienza e la tecnologia dietro a tutto ciò, la computer grafica e le rappresentazioni in 3D, esistono da vari decenni, ma sono sempre stati appannaggio dell’industria del divertimento, dai cartoni della Pixar ai videogiochi più sofisticati”.
 
Guardando al Rapporto Italia 2022 nel suo complesso, come sempre vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.
Ad arricchire il Rapporto, le indagini campionarie che, nell’edizione di quest’anno, hanno sondato alcuni dei temi tradizionalmente osservati dall’Eurispes: la fiducia nelle Istituzioni; il presidenzialismo; i conflitti internazionali e la crisi energetica; la situazione economica delle famiglie e i consumi; il sistema della giustizia; le nuove tecnologie; l’opinione sui temi etici; il rapporto con il mondo animale e numerosi altri contenuti di stretta attualità.
 
Nelle considerazioni generali che aprono il Rapporto il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, sottolinea: “Mai avremmo pensato di dover presentare il Rapporto Italia in una situazione segnata dal sommarsi della emergenza della pandemia del Covid, una tragedia che continua a mietere centinaia di vittime ogni giorno, con l’emergenza della guerra che si è aperta inaspettatamente nel nostro continente. Come comunità italiana dobbiamo oggi riflettere anche per prendere coscienza dei limiti dei nostri sistemi conoscitivi. Un dato è certo: le due emergenze si sono rivelate al mondo come fatti sorprendenti, inattesi, imprevedibili. Questo è il punto su cui riflettere, pensando a quanto sia controproducente e lontana da ogni riferimento etico la posizione di chi ha giustificato i propri evidenti limiti di analisi, conoscenza e previsione, definendo queste emergenze semplicemente delle 'sorprese strategiche maggiori'”.
 
Fara quindi rimarca che “ci troviamo, dunque, in un momento di passaggio cruciale, in uno snodo della storia carico di indeterminatezza per il futuro, e questo vale particolarmente proprio per noi, per l’Europa”. E in questa direzione: “Nel discorso tenuto lo scorso 3 maggio a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo, il presidente Mario Draghi ha voluto tracciare le linee dei nuovi Stati Uniti d’Europa dando indicazioni precise per affrontare la attuale crisi che ha definito 'insieme umanitaria, securitaria, energetica ed economica'. Un federalismo europeo, dunque, che impegni gli Stati membri in maniera differente rispetto al passato su alcuni temi fondamentali per la tenuta stessa dell’Unione: una Difesa unica, nuove politiche di efficientamento e approvvigionamento energetico, revisione del Patto di Stabilità e delle regole fiscali, coordinamento comune nella gestione dei flussi migratori e, infine, una nuova apertura dell’Europa per accelerare l’ingresso nell’Unione non solo dell’Ucraina, ma anche di altri paesi ad Est e per ultima, ma non ultima, la necessità di superare il meccanismo dell’unanimità nelle decisioni strategiche. Ancora più importante il ruolo di dialogo e mediazione che l’Europa deve occupare nello scenario internazionale. Nel passaggio storico che stiamo vivendo, conclude il presidente dell’Eurispes, occorre operare per la costruzione di una 'Buona società'. Ciò significa, al di là di ogni possibile rigurgito o tentazione ideologica, agire per la identificazione e condivisione del punto di equilibro di una vera coesione sociale. Un nuovo patto sociale che si basi sulla affermazione o, meglio, sulla riaffermazione di quei valori umani indicati dalla Costituzione italiana sui rapporti etico-sociali; valori esplicitati come diritti e doveri alla solidarietà, come responsabilità verso se stessi e gli altri, come apertura al merito. Questi ultimi due anni segnati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova il Paese ma, nello stesso tempo, hanno evidenziato la sua capacità, talora inattesa, di resistere e il valore di alcune sue componenti. E questo nonostante ci sia una politica che non rinuncia agli antichi vizi e irresponsabilmente rema contro la stabilità ricercata nell’attuale momento di crisi ed emergenza dal Governo e dal Presidente della Repubblica. C’è evidentemente un’Italia che funziona, che è in grado di esprimere una elevata qualità di azione. Insomma, 'un’Italia che c’è', è pronta. È da qui si può ripartire”.
 

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