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Chiusura Sea Life di Jesolo, Pareschi (Ppi): 'Serve fare sistema'

24 giugno 2022 - 12:12

La crisi energetica 'chiude' l'acquario del lido di Jesolo, ormai insostenibili per l'azienda i costi di gestione.

Scritto da Dd
Chiusura Sea Life di Jesolo, Pareschi (Ppi): 'Serve fare sistema'

Chiude l'acquario Sea Life del lido di Jesolo (Ve). Tutta colpa della crisi energetica e dell'aumento, considerevole, dei costi registrato negli ultimi mesi. All'ingresso della struttura di piazza Venezia, vicina alla più nota piazza Brescia, sono comparsi dei cartelli che avvisano della chiusura invitando i visitatori a visitare la struttura simile all'interno di Gardaland, il Sea Life Aquarium, sul lago di Garda, in provincia di Verona.

L'acquario di Jesolo era stato inaugurato poco più di 10 anni fa, nell'estate del 2011, e ospitava al suo interno numerose vasche con barriere coralline, pesci autoctoni e tropicali, e addirittura gli squali del reef, una delle principali attrazioni. Animali che probabilmente verranno ora via via trasferiti in quel di Verona, in attesa di capire se e quando la struttura jesolana potrà riprendere attività.

"Il comparto dei parchi permanenti è stato uno dei più colpiti dalla pandemia, con lunghi periodi di chiusura, protocolli di sicurezza molto stringenti e scarsi ristori", ricorda Luciano Pareschi, presidente dell'assozione Parchi permanenti italiani, aderente a Confindustria. "Nonostante il buon andamento degli ultimi mesi, le aziende del settore sono ancora in difficoltà e oggi si trovano ad affrontare un nuovo ostacolo, rappresentato dall'incremento dei costi energetici: le nostre sono imprese energivore e questi aumenti esponenziali hanno un effetto dirompente sui bilanci".

"Non sorprende quindi che alcune realtà ripensino i propri piani", continua Pareschi, che ben conosce la realtà di Jesolo, dove gestisce il suo Caribe Bay. "Lo fanno le multinazionali e, a maggior ragione, potrebbero farlo i piccoli e medi imprenditori italiani che continuano a lottare senza il supporto delle istituzioni. Purtroppo, in un Paese che dovrebbe vivere di turismo, si continua ad ignorare il valore attrattivo dei parchi divertimento che, oltre ad essere aziende che generano valore, indotto e posti di lavoro, creano flussi turistici, richiamando tanti visitatori provenienti dall'Italia e dall'estero. Un altro elemento che manca è la collaborazione tra tutte le realtà del territorio affinché si possa fare rete con le istituzioni e creare un sistema virtuoso a vantaggio di tutti".

L'associazione Parchi permanenti italiani rappresenta un comparto composto da circa 230 imprese in Italia tra parchi tematici, acquatici, faunistici e avventura. Il settore occupa circa 25.000 addetti, 10.000 dipendenti fissi e 15.000 stagionali, e nel 2019 fatturava 450 milioni di euro a livello di sola biglietteria. L'indotto è molto importante: il valore complessivo è di 1 miliardo considerando le realtà commerciali interne ai parchi (negozi, ristoranti, merchandising, ecc..) e 2 miliardi con quelle esterne, come hotel, manutenzioni varie, servizi in outsourcing e attività nelle vicinanze, per un totale di 60.000 addetti. Nel 2020 la perdita generalizzata del comparto è stata intorno al 75/80 percento rispetto al 2019 con il 20 percento dei parchi che ha rinunciato completamente alla stagione e diverse realtà imprenditoriali italiane passate di mano a fondi di investimento stranieri. Il 2021, tra l'apertura ritardata e le perdite dovute all'introduzione del green pass, si è chiuso in calo del 50 percento sul 2019.

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