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Fbv: 'Giocatori problematici sono lo 0,9 percento'

11 maggio 2017 - 08:09

Lo evidenzia il rapporto su “La percezione sociale del gioco d'azzardo in Italia realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini per la Fundaciòn Codere.

Scritto da Sm
Fbv: 'Giocatori problematici sono lo 0,9 percento'

 

Roma - "In Italia oltre il 44 percento dei cittadini tra i 18 e i 75 anni ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno ma solo lo 0,9 percento deve considerarsi giocatore problematico”.

E' questo il dato più importante che emerge dalla lettura della ricerca “La percezione sociale del gioco d'azzardo in Italia", realizzata su incarico della Fundaciòn Codere spagnola e presentata oggi, 11 maggio, dalla Fondazione Bruno Visentini all'università Luiss di Roma, con la partecipazione del Sottosegretario dell’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta.

La ricerca, coordinata da Fabio Marchetti e Luciano Monti, condirettori scientifici della Fondazione Bruno Visentini, evidenzia che "la stragrande maggioranza dei cittadini ha un rapporto sereno con il gioco pur nelle diversità culturali e territoriali (il gioco preferito dagli Italiani continua a essere quello del ‘Gratta&Vinci’ seguito dalla ‘Lotteria Italia’ per le donne e dal ‘Superenalotto’ per gli uomini, ma la percentuale maggiore di giocate è invece concentrata per quasi il 50 percento nelle newslot e Videolottery)".

ll “Rapporto 2017” della Fondazione è speculare rispetto a un analogo Rapporto realizzato in Spagna dalla Università Carlos III di Madrid e compie un’analisi a livello territoriale, di genere, per classi di età e sociale del gioco ‘fisico’ e online in Italia, su un campione di 1.600 intervistati (a cura di Ipsos).
 
MENO PERICOLOSO DEL VINO - Il primo paragone corre con il vino, laddove, benché oltre un italiano su due di 11 anni e più dichiara di aver bevuto vino almeno una volta nel corso dell’anno, soltanto il 2,4 percento di questi ne assume oltre mezzo litro al giorno e il 4,8 percento tra i 25 e i 44 anni dichiara un consumo abituale eccedentario di bevande alcoliche in generale. Percentuale che scende al 3,1 percento se si considerano solo le donne (Istat, Indagine sulla vita quotidiana, 2016).
Ne consegue che, come per il vino (uno dei prodotti di eccellenza del nostro Paese), anche per il gioco d’azzardo non è il consumo il problema, ma il suo eventuale abuso o utilizzo non regolamentato: giocare online mentre si guida è pericoloso come farlo con un tasso alcolico superiore a quello consentito. E bere un vino prodotto con additivi o coadiuvanti oltre la norma è come giocare presso un fornitore non legalizzato.
Il gioco, come il vino, rappresenta un volano importante dal punto di vista economico e occupazionale: il primo rappresenta circa l’1,1 percento del Pil, garantendo 150.000 occupati, mentre il secondo rappresenta lo 0,6 percento del Pil.
 
MITI DA SFATARE - Non solo, ma i dati del Rapporto FBV dimostrano come "non sia vero che a giocare siano i meno abbienti, bensì il consumo di servizi legati al gioco cresce con l’aumento del livello di benessere e di istruzione dell’utente, a riprova che esso è parte integrante dell’utilizzo del proprio tempo libero. In particolare, tra i laureati il 47,0 percento risulta essere consumatore di gioco d’azzardo.

Ad introdurre i lavori Giuseppe Di Taranto, Ordinario di Storia Economia e Impresa Luiss-Membro Comitato Scientifico Ristretto Fbv, Josè I. Cases Méndez,  vice presidente Fundaciòn Codere, Gustavo Visentini, direttore scientifico Fbv, con gli interventi di Ferdinando Pagnoncelli, Presidente Ipsos e Alejandro Pascual, consigliere Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici in rappresentanza di Sgi.  A moderare l’evento Gennaro Sangiuliano, vice direttore Tg1-Rai.
 

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