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Il settore gioco unito alle istituzioni: 'Si riparta, in sicurezza'

25 aprile 2020 - 06:43

Il comparto del gioco, in maniera unitaria, rivolge un appello alle istituzioni per affontare la crisi Covid-19 e consentire la ripartenza in sicurezza.

Scritto da Redazione
Il settore gioco unito alle istituzioni: 'Si riparta, in sicurezza'

Un appello unitario al Governo quello rivolto dalle associazioni e dalle organizzazioni di settore che rappresentano in Italia il comparto del gioco pubblico e che per la prima volta in maniera corale, chiedono risposte immediate in piena emergenza sanitaria.
Gli effetti devastanti della crisi epidemiologica, evidenziano le sigle associative, emergono in tutta la loro gravità con forti ricadute sulla sopravvivenza delle imprese e sull’impatto occupazionale.

La filiera del gioco degli apparecchi da intrattenimento slot, Vlt, sale scommesse, bingo, lotterie e del puro amusement sono ormai ferme da due mesi, con ricadute negative per circa 150mila lavoratori del comparto, che produce un gettito erariale di circa dieci miliardi l’anno e che, in questa drammatica situazione, registra la perdita di rilevanti introiti al mese per le casse dello Stato.

IL MANIFESTO - Nel “Manifesto” unitario, sottoscritto da Acadi (Confcommercio), Acmi, As.Tro, Federazione amusement Confesercenti, Fiegl Confesercenti, Sistema Gioco Italia (Confindustria), Sapar, e già inviato ai principali referenti istituzionali, le associazioni sollecitano la riapertura delle attività attraverso le soluzioni organizzative e le misure di prevenzione di sanitaria, messe a punto per consentire la ripresa delle attività di raccolta di tutti i giochi pubblici, al pari dei negozi commerciali, scongiurando danni irreversibili alle aziende ed ai livelli occupazionali.

L’obiettivo, contribuendo all’ordine pubblico in un delicato segmento economico, è la tutela dei consumatori, la prevenzione della salute dei giocatori e la salvaguardia del gettito erariale stabilendo sin d’ora regole specifiche per la fruizione dei prodotti, anche differenti da quelle che oggi disciplinano l’attività.

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