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Ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Pronto protocollo di sicurezza per ripresa corse'

04 maggio 2020 - 08:47

Il sottosegretario Giuseppe L’Abbate evidenzia che al Mipaaf è pronto un protocollo di sicurezza sanitaria per la ripresa delle corse ippiche, la filiera vede nella crisi un'opportunità per il rilancio.

Scritto da Redazione
Ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Pronto protocollo di sicurezza per ripresa corse'


“L’epidemia Covid-19 non ha bloccato il progetto di riforma che stiamo portando avanti sin dal mio ingresso al ministero delle Politiche agricole. Sui pagamenti l’obiettivo è arrivare a pagare tutti entro 80 giorni, tenendo conto che almeno 34 giorni di questi sono propri di fasi incomprimibili: penso, ad esempio, alla registrazione dei decreti di impegno e di liquidazione nonché ai tempi tecnici di erogazione della Banca d’Italia.
La speranza è che ci venga concesso di ripartire quanto prima con le corse ippiche: ben cosciente del fatto che tra gli attuali allenamenti e le gare vere e proprie a porte chiuse non vi sia una grande differenza di persone coinvolte, sono il primo a voler dare avvio alla ripartenza.
A tal proposito è in corso una interlocuzione ma la gestione dell’epidemia Covid-19 risponde alle direttive del Comitato tecnico-scientifico che nel vagliare le diverse questioni antepone, ovviamente, la salute degli italiani nell’interesse di tutti. Nel frattempo, al ministero delle Politiche agricole siamo pronti col protocollo di sicurezza sanitaria necessario per la ripresa delle corse ippiche”.

Così il sottosegretario con delega all’ippica, Giuseppe L’Abbate, ribadisce la volontà di far ripartire al più presto le corse - dopo le reiterate richieste della filiera - e sottolinea il nuovo corso intrapreso per la riforma del settore, rafforzato dall'introduzione di semplificazioni e di procedure informatizzate per velocizzare le procedure dei pagamenti dei premi con fattura.
 
Così si punta a ridurre sensibilmente i tempi medi di lavorazione e della successiva liquidazione dei premi relativi alle corse ippiche. Si inizia con i premi con fatture del mese di gennaio 2020 che oggi vengono pagati a 130-140 giorni in media e che, attraverso il nuovo sistema, si mira ad erogare in 90-100 giorni. La fase successiva riguarderà la razionalizzazione dell’anagrafica e del database degli operatori per poi passare ai premi senza fattura che partiranno non appena ricominceranno le corse.

Un tassello importante per molti esponenti del settore che ne approfittano per riflettere sul futuro dell'ippica.

COORDINAMENTO IPPODROMI: "OCCASIONE PER RIPENSARE IL SETTORE" - "'Non è bello che tutti si debba pensare allo stesso modo, è la differenza di opinioni che rende possibili le corse dei cavalli': questa è una celebre frase di Mark Twain, un grande scrittore statunitense dell’Ottocento, che ho scoperto in questi giorni in cui siamo tutti chiusi a casa, con il pensiero doloroso che va ai tanti morti che ci hanno lasciato in questi mesi e sperando di riuscire presto a liberarci dal coronavirus e poter ricominciare le nostre attività, la nostra vita quotidiana ed anche le nostre corse dei cavalli", scrive Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi.
"In queste settimane abbiamo letto tante opinioni su che cosa sia l’ippica e poiché, come disse Twain, 'non è bello che tutti si debba pensare allo stesso modo', rendo pubblico il mio pensiero. L’ippica si articola in due fasce: la prima, quella 'agricola', che riguarda la nascita e l’allevamento dei cavalli, interessa una importante filiera produttiva agricola, come peraltro lo sono tutti gli allevamenti degli animali, dai bovini alle pecore, e proprio per questo motivo fin dal 1932 l’ippica è stata gestita dall’Unire sotto il controllo del ministero delle Politiche agricole e del ministero delle Finanze e dal 2012 è gestita direttamente dal Mipaaf.
La seconda 'fascia' è quella 'sportiva ed agonistica', che viene raggiunta quando i cavalli, compiuti i 18 mesi, iniziano l’allenamento per partecipare alle corse, quando avranno compiuto i due anni.
Da questo punto di vista, è bene ricordare che, come scritto su Wikipedia, con il termine 'Ippica' si indicano le discipline dell’equitazione sportiva, dove il cavallo, accompagnato, corre su pista (ippodromo).
Tra l’altro, è bene ricordarci che la meravigliosa storia delle corse dei cavalli iniziò nelle olimpiadi antiche che si svolsero in Grecia, a Roma e nell’impero bizantino, in cui era incoronato vincitore il proprietario del cavallo, che spesso era un tiranno; con la plebe cittadina divisa in vere e proprie 'tifoserie' che sostenevano le rispettive scuderie.
Nel XVII secolo l’ippica si sviluppò in Inghilterra (Newmarket), con la selezione della razza purosangue inglese e poi in tutto il mondo e nell’Ottocento anche in Italia, con la nascita di migliaia di cavalli e la costruzione di numerosi ippodromi distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Le corse dei cavalli sono quindi, storicamente, uno sport, sul quale si scommette come su tutti gli altri sport.
Non è solo il cavallo il protagonista delle corse dei cavalli perché per poter correre in ippodromo deve essere 'accompagnato' da professionisti come lo sono gli allenatori, i guidatori al trotto ed i fantini al galoppo, figure sportive professionali a tutti gli effetti, che da tempo necessitano di un corretto inquadramento giuridico e di una cassa di previdenza.
Quindi una corsa dei cavalli ha intorno a sé molte figure professionali ed anche altri operatori come i veterinari, i maniscalchi, gli artieri, i vanisti, i giudici di gara ed il grande lavoro che fanno quotidianamente i dipendenti delle società di gestione degli ippodromi per la manutenzione e la pulizia degli impianti.
A queste figure si aggiunge la principale figura del proprietario, un tempo un 'tiranno' ed oggi un 'appassionato', con un reddito personale medio/alto, che ama vedere il suo cavallo ed i colori della sua scuderia in pista, sognando di vincere tante corse e tanti gran premi.
Infine, come in tutti gli sport, è fondamentale il pubblico che tifa, per un cavallo o per l’altro, con grande passione, sul parterre e sulle tribune degli ippodromi, che, ricordiamolo, sono gli impianti sportivi dove si svolgono le corse dei cavalli.
A mio parere negli ultimi anni abbiamo perso la consapevolezza di che cosa sia una corsa dei cavalli, che cosa sia un proprietario, un allenatore, un driver, un fantino ed anche un ippodromo e quindi mi auguro che questa pandemia ci faccia riflettere sulla natura della nostra ippica e ci faccia rimboccare le maniche per il rilancio del nostro grande sport.
Con l’augurio di ripartire con le corse, il prima possibile, spero che il Governo ed il ministero riflettano su 'che cosa' è l’ippica e che venga avviato il percorso per giungere ad una profonda riforma.
Concludo questo mio pensiero con l’augurio,come diceva Mark Twain, che “è la differenza delle opinioni che rende possibili le corse dei cavalli' e che, quindi, pur con opinioni diverse, si veda correre presto i cavalli in pista".
 

COMITATO PADOVANO: "RILANCIO PARTA DALLA CURA DEI CAVALLI" - Rivolgendosi direttamente a Giuseppe L'Abbate, Sergio Celin (portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa), chiede di "aprire gli ippodromi italiani e di ridare fiducia a tutte quelle persone perbene che lavorano nel mondo dell'ippica, 'sacrificando' spesso anche gli affetti personali ed affrontando enormi sacrifici economici, per non trascurare i loro amati cavalli".
Anche per Celin la situazione paradossale scatenata dalla pandemia di Covid-19 può essere un'occasione "per cercare di rimediare agli errori fatti in passato, iniziando col rispettare i cavalli" e per questo ricorda al sottosegretario al ministero delle Politiche agricole che "il rilancio dell'ippica non può prescindere dal cavallo, il principale ed insostuibile interprete, che va valorizzato al di sopra di ogni altra cosa e soprattutto rispettato
Ora il suo ministero non può permettersi di sbagliare, questa è l'ultima occasione concessa al mondo ippico per 'risorgere', mi auguro che non dia particolare ascolto ai tanti 'fenomeni' da tastiera, oppure ai tanti burocrati o 'passacarte', al contrario, invece, ascolti di più i consigli di coloro che vivono da sempre l'ippica, 365 giorni all'anno 24 ore su 24, che prima del proprio tornaconto personale (anche se è pienamente legittimo, dal momento che un imprenditore non è la Caritas), antepongono l'amore genuino e sincero per i cavalli e per l'ippica sana".
 

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