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Eag Expo 2024, Ferro (New Asgi): ‘Comma 7, bene la proroga ma la norma va cambiata’

18 gennaio 2024 - 09:56

Vanni Ferro, presidente dell’associazione delle sale giochi italiane New Asgi, auspica nuovo tavolo tecnico con Adm e modifica della norma originaria sui Comma 7 che chiede di omologare tutto.

Scritto da Ac
Nella foto: Vanni Ferro, presidente dell’associazione delle sale giochi italiane New Asgi

Nella foto: Vanni Ferro, presidente dell’associazione delle sale giochi italiane New Asgi

Londra - La fiera Eag Expo è da sempre motivo di ispirazione per gli operatori delle sale giochi europei che possono qui vedere in anteprima i prodotti che arriveranno sul mercato durante la stagione. Ma per gli italiani, come più volte spiegato, si tratta spesso di vedere e non toccare, visto che molti di quei giochi non potranno essere omologati. Come ribadisce Vanni Ferro, presidente dell’associazione delle sale giochi italiane New Asgi: “In questo momento in Italia abbiamo tirato un enorme respiro di sollievo avendo ottenuto una nuova proroga di un anno per l’omologazione dei giochi che ha scongiurato la scomparsa di gran parte del parco macchine esistente. E questo è un aspetto importante, fondamentale, anche al termine di un anno che, al netto di tutto, si è rivelato positivo per le nostre sale, anche grazie al clima che ha consentito di lavorare di più alle stagionali”.

 

Sta di fatto, prosegue Ferro, che “però una proroga non risolve i problemi ma li sposta soltanto in avanti e continuiamo ad avere la spada di Damocle sulla testa di questa prossima scadenza, mentre ci sforziamo di trovare soluzioni per certificare giochi che, attraverso una lettura rigida della norma, risultano non omologabili. E questa rappresenta un danno enorme per il mercato oltre a un motivo di enorme incertezza. Siamo contenti del confronto e del dialogo che c’è con il regolatore e auspichiamo di poter ottenere un nuovo tavolo tecnico nei prossimi giorni per affrontare tutte queste questioni. Bisognerebbe però, a mio parere,  risolvere il problema a monte, cioè modificando la norma originaria che chiede di omologare tutto perché, come diciamo da tempo, risulta anacronistica e inadeguata rispetto alla realtà del mercato”.

 

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