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Feexpo 2024, magistrato Ceglie: 'Amusement non equiparabile a comma 6, servono norme chiare'

28 febbraio 2024 - 12:52

Al panel 'La commedia degli equivoci: comma 7 = comma 6?' alla Feexpo in corso a Bergamo il magistrato Donato Ceglie ribadisce la necessità di un'azione giudiziara che imponga poche e nuove norme.

Scritto da Ca
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Bergamo - "Vi sono discrepanze, contraddizioni, abnormità ma la legge è legge e va rispettata. È corretto ribadirlo. La confusione c’è ma va fatta emergere agli organi deputati." 
Lo sottolinea il magistrato Donato Ceglie, nel suo intervento al panel "La commedia degli equivoci: comma 7 uguale comma 6?" organizzato nella seconda giornata di Feexpo 2024, oggi 28 febbraio.

Secondo Ceglie "è altresì evidente che in Italia vi sia una produzione abnorme di leggi e regolamenti e che questo porta ad una grande confusione. Ringrazio Lama associati (promotore dell'incontro Ndr) che mi ha fatto approfondire questa materia ma mi è venuto il mal di testa. È materia per gli avvocati".
Secondo Ceglie "è comprensibile lo sconcerto degli operatori su questo tema, comma 7 e comma 6, e ci vuole un quadro normativo nuovo. 
Questo può scatenate una serie di errori e vicende giudiziarie. A livello comunale e regionale, se si dovessero equiparare i due settori si creerebbe un’illegittimità fortissima. Per questo serve un’azione giudiziaria chiara che imponga poche e nuove norme, stabilendo che questa è un’attività imprenditoriale lecita, che fa bene e che abbiamo vissuto tutti quanti noi." 

E sottolinea: "Non esiste dipendenza nell’amusement ma siamo disposti, anche in questo, a formare ed educare". Ricordando l'esempio, spesso portato, che le droghe leggere anticipano quelle pesanti, Ceglie afferma: "Non è così ma si può gestire anche questo." 
Quanto alle autocertificazioni, secondo Ceglie si tratta di "un tema assai scivoloso" ed è "complicazione notevole dal punto di vista giuridico. I rischi aumentano notevolmente. 
Io eviterei le autocertificazioni il più possibile e dobbiamo esigere norme chiare e attuabili, non finti sconti."
Ceglie si sofferma poi sui controlli: "O se ne fanno pochi o se ne fanno troppi e qualsiasi pubblico ufficiale può venirmi a controllare. E se sono andato liscio al primo o al secondo non succede nulla: basta un controllo qualsiasi che dica che la mia attività è mendace e allora scatta il lato penale e amministrativo e si entra in un pericoloso vortice che può durare anche tanti anni".

Come "lieto fine", conclude Ceglie, "bisogna lavorare su due fronti: un libro bianco che fotografi il lato reale, quanta gente beneficia dell’attività e dei suoi effetti. E che fotografi che non vi sono rischi. In seconda battuta servono nuove norme che non si devono aggiungere alle precedenti, ma che devono abrogare quelle esistenti. Facciamolo con forza e coraggio".

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