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Scadenza autocertificazioni comma 7: a rischio 900 esercizi e 4500 dipendenti

27 ottobre 2023 - 13:35

Gli Stati generali dell'amusement tornano a chiedere una proroga della scadenza dei termini per le autocertificazioni di ante 2003 e ticket redemption, altrimenti il settore rischia il collasso.

Scritto da Redazione
© Markus Winkler / Unsplash

© Markus Winkler / Unsplash

“Il settore dell'intrattenimento è stato tra i più colpiti dalla pandemia e la contrazione economica ha aggravato la situazione. Il comparto dei giochi senza vincite in denaro si trova anche a dover combattere con una burocrazia che ne ostacola la ripresa: difficoltà nel procedere alle omologhe per diversi tipi di apparecchi, complessità documentale, blocco delle importazioni, norme di legge desuete. Tutto ciò porterà migliaia di aziende alla chiusura, con relativa perdita occupazionale che si riverserà sulla già difficile situazione dei posti di lavoro del Paese”.

È quanto si legge nel “manifesto” diffuso dagli Stati generali dell'amusement dopo l'appello lanciato due giorni fa per chiedere all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di concedere una proroga di almeno 12 mesi dei termini per conseguire le certificazioni di conformità delle ticket redemption e dei comma 7 ante 2003.

 

L'associazione, a cui fanno riferimento Sapar, Federamusement, Consorzio Fee, As.tro, Anesv, Acmi, Sniv Filsea, Andimepa, Anbi, New Asgi, Ansva, mette in evidenza il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro in caso di mancata proroga.

 

Gli apparecchi comma 7 a rischio sono 6800 se si parla di ante 2003, considerando un valore medio di sostituzione di10mila euro cadauno, per un totale di 68 milioni di euro.

Per le ticket redemption la cifra sale a 11.200 unità. Il valore medio di sostituzione è di 14.000 mila euro ciascuna, e quindi il titola di156,8 milioni di euro.

Nel complesso quindi si parla di 18mila apparecchi, per un valore di sostituzione potenziale di almeno 224,8 milioni.

Facile quindi calcolare gli effetti per i lavoratori del comparto.

Se 18mila apparecchi sono a rischio e si stima una media 20 apparecchi per esercizio, gli esercizi che potrebbero fare i conti con tali pesanti ricadute sono 900 in Italia.

Entro il 1° gennaio 2024 per ogni esercizio sarebbero necessari 240mila euro.

Quanto ai dipendenti a rischio licenziamento per la chiusura certa dei 900 esercizi di cui sopra, la cifra è pari a un totale di 4500 persone, considerando una media di cinque per attività.

 

 

 

 

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