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Tredese (Fee): ‘Rivedere linee guida omologazioni per salvare Amusement’

11 gennaio 2023 - 12:02

Il presidente del Consorzio degli operatori dell’intrattenimento Fee, Tiziano Tredese, evidenzia i passi in avanti compiuti in Italia ma ribadisce le criticità delle norme tecniche in Italia.

Scritto da Ac
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Londra – Ne è passato di tempo dalla precedente edizione della fiera Eag Expo, quando gli operatori dell’intrattenimento italiani volavano a Londra per ammirare le tante novità in arrivo sul mercato globale dell’amusement, salvo poi non poterle importare nel nostro Paese, a causa dei rigidi vincoli normativi che ne impedivano le omologazioni. Come era stato più volte evidenziato e ribadito con forza dagli addetti ai lavori, durante la fiera del 2022 ma anche successivamente, durante l’iter di approvazione delle nuove norme emanate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli durante i mesi precedenti.

Sta di fatto però che oggi, nonostante i tantissimi cambiamenti, con l’adozione delle nuove norme e le successive modifiche, rettifiche e proroghe che ne sono scaturite, sembra ancora che ci si trovi al punto di partenza. Come sottolinea a GiocoNews.it Tiziano Tredese, presidente del Consorzio Fee, dai padiglioni di London ExCel: proprio lui che nella precedente edizione denunciava a gran voce le anomalie della legislazione italiana e torna a farlo oggi. “Ancora una volta ci troviamo a fare i conti con una normativa che non rappresenta la realtà e che minaccia ancora di uccidere il mercato”, spiega Tredese. “Nonostante gli importanti passi in avanti degli ultimi mesi, frutto del confronto con il regolatore, che ci hanno permesso di ottenere una proroga di un altro anno per i giochi in circolazione, non possiamo non notare il persistere di problemi tutt’altro che banali che rischiano di compromettere seriamente le nostre attività”.

Il riferimento è alle linee guida per l’omologazione degli apparecchi di puro intrattenimento che, secondo l’ingegnere titolare di Elmac, non rappresentano la realtà del mercato: “Purtroppo siamo alle solite: ancora una volta troviamo nelle norme dei riferimenti alla vecchia normativa del 2005, ormai superata, perché figlia di un’altra situazione che oggi non esiste più. Quando all’epoca si doveva sconfiggere il fenomeno del taroccamento dei giochi ed evitare di vedere apparecchi di intrattenimento trasformati in videopoker e allora il legislatore introdusse delle definizioni di rulli e di combinazioni per scongiurare questi fenomeni illeciti. Oggi che tutto questo non ha più senso, invece, troviamo ancora nelle linee guida a cui devono sottostare gli enti di certificazione certi riferimenti, a causa dei quali non risulta possibile omologare dei giochi, magari anche degli esemplari campioni di incasso in tutto il mondo, solo perché al loro interno c’è un ruota. E non un rullo, si badi bene, ma una semplice ruota che gira. Ebbene, tutto questo è assurdo e comporta come unico risultato l’uccisione del mercato e delle nostre imprese: per questo è necessario che il regolatore capisca l’anomalia. Non è un caso – prosegue ancora Tredese – che ad oggi non è stato ancora omologato nessun esemplare di gioco di questo tipo. Occorre pertanto intervenire, e subito, altrimenti verranno vanificati anche i benefici di una proroga, visto che un operatore di sala giochi non potrà certo comprare in questi mesi un gioco per il quale saprà di non avere l’omologa”.

Eppure, secondo Tredese, la soluzione sarebbe anche piuttosto semplice: “Al di là delle definizioni e dei riferimenti a norme vetuste, basterebbe introdurre e tenere conto dell’elemento dell’abilità, come ci sforziamo di ripetere ormai da anni: se il funzionamento di un gioco, come nel caso di tutte le ticket redemption oggi in circolazione, dipende dall’abilità del giocatore e non è predeterminato da un software, allora non ha senso applicare altri criteri. Invece oggi ci soffermiamo su dettagli inutili, come l’esistenza di una ruota, senza entrare nel vivo del funzionamento del gioco”.

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