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Tredese (Fee): ‘Senza modifica alle norme del mercato Amusement bloccato’

17 gennaio 2024 - 10:02

Il patron di Elmac e presidente del Consorzio Fee, Tiziano Tredese, presente alla fiera Eag di Londra, ha fatto il punto sul comparto facendo emergere le difficoltà delle aziende italiane per via delle omologazioni troppo restrittive.

Scritto da Ac
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Londra - “Purtroppo, come ogni volta, per gli operatori italiani partecipare alle fiere del settore Amusement è quasi una beffa, visto che oltre il 50 percento dei prodotti che vediamo e che vengono venduti in tutto il mondo, da noi non si possono importare a causa di una norma eccessivamente restrittiva e palesemente insostenibile”. Tiziano Tredese, patron di Elmac e presidente del Consorzio Fee, commenta così la situazione italiana del comparto Amusement dalla fiera Eag di Londra. “Nonostante la proroga che abbiamo ottenuto lo scorso dicembre e che abbiamo accolto di buon grado perché ci permette di poter lavorare almeno un altro anno, la situazione rimane critica a causa della rigidità interpretativa della norma sulle omologazioni dei giochi che, come noto, volendo escludere rulli, ruote e così via, preclude gran parte delle possibilità di business per noi operatori. Per questo la norma deve essere rivista e su questo sono già sono già in corso dei confronti con l’amministrazione per evitare di compromettere il mercato.”


Del resto, a dare già non pochi problemi al settore, è la situazione geopolitica globale che sta rendendo difficili e molto onerose le importazioni dall’estero di giochi, soprattutto da Asia o Stati Uniti. E la combinazione di tutti questi fattori rischia davvero di radere al suolo il settore italiano. “Per tutte queste ragioni - prosegue Tredese - oggi diventa frustrante anche partecipare alle fiere estere per noi italiani. Anche se, per noi, ci sarebbe molto da imparare anche in termini di industria, visto che qui in Uk, per esempio, il settore dimostra grande maturità e professionalità ma anche compattezza. Qui c’è un grande rispetto del cliente ma anche tra colleghi e competitor e questo molto spesso da noi viene a mancare, innescando le solite battaglie al ribasso che in nome della concorrenza finiscono per uccidere il mercato.”

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