Bari, sale gioco: scoperta evasione del Preu per oltre 1,3 milioni
Le verifiche dei funzionari di Adm in due esercizi di Bari svelano l'evasione del Preu sugli apparecchi da gioco per oltre 1,3 milioni. Sanzione da oltre 3 milioni.
Scritto da Redazione
Apparecchi non conformi, scollegati dalla rete telematica dell'Agenzia accise, dogane e monopoli e quindi non in grado di consentire la contabilizzazione delle giocate al concessionario nazionale: a scoprirli i funzionari in organico all’Ufficio dei Monopoli per la Puglia, il Molise e la Basilicata di Bari, nell’ambito di alcune verifiche mirate al contrasto del gioco illegale, del gioco minorile e a tutela del corretto adempimento fiscale, hanno sventato la raccolta abusiva di scommesse presso due esercizi commerciali nella provincia di Bari.
Le attività, sviluppatesi a seguito di apposita analisi svolta a livello centrale dagli Uffici della Direzione Giochi, hanno permesso di appurare nel primo caso l’evasione dell’imposta (Preu) pari a 1.314.000 euro, che quindi ha portato ad una sanzione amministrativa pecuniaria di 3.153.600 euro.
La vicenda riguarda una sala giochi dove “è stata accertata la presenza di cinque apparecchi da intrattenimento che al momento dell’accesso erano accesi e funzionanti ma, improvvisamente, si spegnevano e, al tentativo di riaccenderli collegandoli ad un’altra presa di corrente, non andavano più in funzione.
Attraverso ulteriori approfondimenti si rilevava che gli apparecchi, oltre a risultare privi degli obbligatori nulla osta e non conformi al Tulps, erano scollegati dalla rete telematica di Adm, non consentendo la contabilizzazione delle giocate al concessionario nazionale”, si legge in una nota dell'Agenzia.
In un secondo esercizio è stata riscontrata la presenza di due apparecchi da intrattenimento, accesi e funzionanti, che mostravano in video “simboli riproducenti il gioco del poker e le sue regole fondamentali, in difformità dell’art. 3 del decreto direttoriale del ministero dell’Economia e delle finanze n° 133 Udg del 2005 ed in violazione del Tulps. Anche tali apparecchi venivano sottoposti a sequestro amministrativo e all’esercente irrogata la sanzione amministrativa pecuniaria da 5mila a 50mila euro per ciascuna apparecchiatura oltreché disposta la chiusura dell’esercizio per trenta giorni”.