“Il caro bollette sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, un virus che distrugge bilanci e redditività. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal Governo, che scadranno fra settembre ed ottobre. In autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget famigliari con un conseguente crollo dei consumi”.
A sottolinearlo è la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, a commento dei dati diffusi dall'associazione di categoria che rappresenta le imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell'artigianato e della piccola industria, secondo cui c'è il rischio che il 10 percento delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90mila, per un totale di 250mila posti di lavoro.
Una questione su cui cercano di attirare l'attenzione anche gli operatori del gioco, come testimonia
l'appello lanciato dalle pagine di GiocoNews.it da Jordi Calvet Torrents, consigliere dell'associazione Sapar e delegato per l'Umbria, nonché titolare di alcuni esercizi di gioco, che ai primi di luglio si era visto recapitare una bolletta dell'energia elettrica con un importo, per un solo mese, di 14mila euro, al posto dei “consueti” 4mila.
Aumenti vertiginosi comuni a tutto il settore e a tutta l'Europa, come testimoniato
dal Betting and gaming council, l'associazione di settore per le scommesse e il gioco, che rappresenta i negozi di scommesse, le attività di gioco online e i casinò nel Regno Unito, che ha chiesto “un'azione urgente da parte del prossimo primo ministro”, dopo le
dimissioni di Boris Johnson.
Tornando alle stime di Confesercenti emerge che se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 euro. Un aumento del 120 percento e un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal 4,9 percento al 10,7 percento.
Allo stesso modo, secondo i dati dell'associazione di categoria, elaborati su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate, un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 euro a 108.000 euro (+140 percento con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi). Un esercizio di vicinato da 1.900 euro a 3.420 euro (+80 percento), un ristorante da 13.500 euro a 29.700 euro (+120 percento).
Per le imprese, stima ancora Confesercenti, è chiaramente impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi.
“Occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare il collasso. È necessario in prima istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110 percento gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”, conclude la presidente di Confesercenti.