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Gioco illegale, colpo ai clan Usa-Italia da Polizia, Fbi e Dda

17 luglio 2019 - 07:26

Grande operazione condotta oggi, martedì 17 luglio, da Polizia, Fbi e Dda, infliggendo un duro colpo al settore del gioco illegale da New York a Palermo.

Scritto da Redazione
Gioco illegale, colpo ai clan Usa-Italia da Polizia, Fbi e Dda

Al settore del gioco illegale duro colpo delle forze dell'ordine, attraverso una grande operazione congiunta e internazionale.

Dall'alba di oggi, martedì 17 luglio, più di 200 uomini della Squadra Mobile di Palermo, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e del Federal Bureau of Investigation (Fbi) di New York, stanno eseguendo numerosi provvedimenti restrittivi, disposti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo, nei confronti di altrettanti esponenti e sodali del mandamento mafioso di Passo di Rigano (Palermo), che dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso ed altro: tra i reati il gioco illecito.
 
"Le indagini dell'operazione, denominata New connection - si legge in una nota della Polizia di Palermo - registrato il forte legame instaurato tra Cosa Nostra palermitana e la criminalità organizzata statunitense, con particolare riferimento alla potente Gambino Crime Family di New York, nonchè la forte capacità pervasiva, da parte della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, sull'economia legale dell'omonimo quartiere, secondo una capillare divisione di ruoli e mansioni: dalla fornitura alimentare all'ingrosso alle classiche estorsioni, passando per la gestione dei giochi e delle scommesse on line.
 
A Passo di Rigano avevano ricostituito la loro roccaforte criminale importanti esponenti della famiglia Inzerillo, una storica cellula mafiosa palermitana, decimata negli anni '80 dalla seconda guerra di mafia.
 
Agli esiti delle indagini, è risultato infatti che questi scappati, rientrati in Italia nei primi anni duemila, avessero ricostituito le file della famiglia, anche grazie al ritrovato equilibrio con la fazione criminale avversa.
 
Nel corso dell'operazione si è proceduto al sequestro preventivo, tra beni mobili, immobili e quote societarie, riconducibili agli indagati e quantificato nell'ordine di circa tre milioni di euro". 

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