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Infiltrazioni nel gioco legale, sequestro da 40 milioni a Palermo

08 giugno 2020 - 07:18

Criminalità 'approfitta' del Covid-19 per infiltrarsi nel tessuto economico legale, a Palemo la Gdf arresta 10 persone e sequestra 40 milioni a imprese di gioco.

Scritto da Redazione
Infiltrazioni nel gioco legale, sequestro da 40 milioni a Palermo

Il "tema" è dibattuto da settimane. Può il "fermo" delle attività legali dovuto al contenimento del Covid-19 essere un "volano per l’infiltrazione della mafia nel tessuto produttivo nazionale"?

Sembrerebbe di sì, stando a quanto scritto dalla stessa  Guardia di finanza di Palermo nel raccontare l'operazione che nella mattinata di oggi, 8 giugno, ha portato a dieci arresti e il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale e del relativo complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, cinque delle quali titolari di concessioni governative cui fanno capo i diritti per la gestione delle agenzie scommesse; 9 agenzie scommesse, ubicate a Palermo, a Napoli e in provincia di Salerno, attualmente gestite direttamente dalle aziende riconducibili agli indagati, per un valore complessivo stimato in circa 40 milioni di euro.

L'operazione, denominata "All in", è stata condotta da 200 militari della Guardia di Finanza, in forza ai Reparti di Palermo, Milano, Roma, Napoli e Salerno, che stanno inoltre effettuando decine di perquisizioni in luoghi nella disponibilità degli indagati situati oltre che in Sicilia, anche in Campania, nel Lazio e in Lombardia.
 
I 10 soggetti colpiti dall’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, si legge in una nota della Finanza, "sono a vario titolo indagati per la partecipazione e il concorso esterno nell’associazione di stampo mafioso 'Cosa nostra', riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, questi ultimi reati aggravati dalla finalità di aver favorito le articolazioni mafiose cittadine".
 
Le complesse investigazioni condotte dagli specialisti antimafia del Gico del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo, seguite da un pool di Sostituti coordinati dal Procuratore aggiunto Salvatore de Luca, svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami dei flussi finanziari, hanno consentito di delineare il grave quadro indiziario, confermato dalla valutazione del Giudice: "in particolare, hanno consentito di fornire una plastica dimostrazione della sistematica ricerca del potere economico da parte di 'Cosa Nostra', con particolare riferimento all’acquisizione del controllo del lucroso settore economico della gestione dei giochi e delle scommesse sportive; ricostruire le metodologie attraverso cui l’organizzazione criminale è riuscita ad 'infiltrarsi' nell’economia 'legale' attraverso il controllo di imprese che detengono, anche a seguito della partecipazione a bandi pubblici, le concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la raccolta di giochi e scommesse sportive, sviluppando nel tempo una strategia operativa di stampo aziendalistico protesa alla massimizzazione dei profitti", si legge ancora nella nota delle Fiamme gialle.
 
"A dimostrazione della trasversalità degli interessi economico – finanziari delle varie
articolazioni di 'Cosa nostra' palermitana, l’espansione sul territorio della rete di agenzie scommesse e di corner gestiti tramite le imprese sequestrate è stata garantita dall’ombrello protezionistico delle famiglie mafiose con le quali gli indagati si sono costantemente relazionati ottenendo reciproci vantaggi sia in termini affaristici che di rafforzamento della capacità di controllo economico – territoriale. Negli anni, grazie alla loro abilità imprenditoriale e ai vantaggi derivanti dalla 'vicinanza' ai clan, gli indagati hanno acquisito la disponibilità di un numero sempre maggiore di licenze e concessioni per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un 'impero economico' costituito da imprese – formalmente intestate a prestanomi compiacenti - che complessivamente nel tempo sono giunte a gestire volumi di gioco per circa 100 milioni di euro", recita ancora la nota, che quindi evidenzia il legame fra infiltrazioni criminali e lockdown delle attività legali. "La rilevante capacità economica sviluppata è testimoniata dalle acquisizioni patrimoniali operate negli ultimi mesi, a conferma della concreta minaccia delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico legale, oggi in seria difficoltà a causa delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica connessa alla diffusione del Covid-19. Infatti, il gruppo imprenditoriale indagato, in quest’ultimo periodo, ha acquistato, nel quartiere Malaspina di Palermo, senza necessità di contrarre finanziamenti bancari:  un immobile dichiarato a partire dallo scorso febbraio come ufficio amministrativo di una delle società del gruppo; il 15 maggio scorso un’ulteriore agenzia scommesse, entrambi oggetto del provvedimento di sequestro eseguito.
L’odierna attività conferma il perdurante impegno della Guardia di Finanza, sotto la
direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per individuare i segnali di
inquinamento dell’economia da parte delle consorterie criminali mafiose, contrastando ogni forma di possibile arricchimento connesso alla disponibilità e all’investimento di capitali di provenienza illecita e allo sfruttamento della contingenza emergenziale quale volano per l’infiltrazione della mafia nel tessuto produttivo nazionale".

Un ulteriore motivo per riavviare quanto prima le attività di gioco legale e garantire il presidio del territorio.
 
 
 

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