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Interrogazione a Giorgetti: 'Affari tuoi di Rai 1 istiga all'azzardo'

02 marzo 2022 - 10:39

Nove senatori del Gruppo misto scrivono al vertice del Mise per chiedere come intenda procedere nei confronti della trasmissione televisiva.

Scritto da Daniele Duso
Interrogazione a Giorgetti: 'Affari tuoi di Rai 1 istiga all'azzardo'

"Affari tuoi - Formato famiglia" istiga all'azzardo. Questa la tesi che porta nove senatori del Gruppo misto a presentare una interrogazione (con richiesta di risposta scritta) a Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, per comprendere come intenda intervenire nei confronti della nota trasmissione televisiva.

"Il concorrente che rifiuta l'offerta del 'dottore' e va avanti è il giocatore che gioca al rialzo, esattamente come il gambler al tavolo del poker". Citando questa frase, ripresa da un recente articolo del quotidiano Avvenire, Elio Lannutti, Vilma Moronese, Luisa Angrisani, Cataldo Mininno, Silvana Giannuzzi, Barbara Lezzi, Rosa Silvana Abate, Elena Botto e Virginia La Mura, chiedono a Giorgetti se è a conoscenza di questa vicenda e "se non ritenga che un format del genere possa istigare all'azzardo e se, in tal caso, debba intervenire, nell'ambito delle sue attribuzioni, perché venga rispettato il dettato del contratto di servizio tra Rai e Ministero dello sviluppo economico."

Si tratta, spiegano ancora i senatori citando ancora l'articolo di Avvenire, "di una pedagogia sociale della vita domestica nell'atmosfera dell'alea". E spiegano che si tratta di un gioco in cui un concorrente, sorteggiato, deve mano a mano eliminare i pacchi in possesso di ciascun altro concorrente, facendoli aprire. "Ciascuno di questi pacchi contiene una vincita in denaro oppure un oggetto di poco valore. Il gioco termina quando resta un solo pacco, che contiene la vincita da parte del concorrente. Oppure termina quando il concorrente accetta un'offerta in denaro da parte della produzione del programma, impersonata da una voce che si definisce 'il dottore' ". Un meccanismo puramente basato sulla fortuna sul quale i senatori chiedono quindi al Mise una verifica.

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