“Associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo - e di scommesse”.
Questa una delle ipotesi di reato per cui i Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, il personale della Squadre mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, e del Servizio centrale operativo di Roma, i Finanzieri del Comando provinciale di Cosenza, del Nucleo di polizia valutaria di Reggio Calabria, con il Gico del Comando provinciale di Catanzaro e lo Scico di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nelle prime ore della mattina di oggi, 1° settembre, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 202 indagati.
Le altre ipotesi di reato sono associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
Contestualmente, si legge in una nota delle forze dell'ordine, “è stato eseguito, a cura dei Finanzieri Gico del Comando Provinciale di Catanzaro e lo Scico di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal Pubblico ministero, che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le indagini preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro”.
Fra i beni messi sotto sequestro ci sono tra l’altro, “78 fabbricati, tra i quali 5 ville, 44 terreni, per un’estensione complessiva di 26 ettari, in vari comuni della provincia di Cosenza, 57 quote di partecipazioni in attività produttive e commerciali al dettaglio e all’ingrosso in diversi settori (ristorazione con somministrazione, bar, abbigliamento produzione energia elettrica, agricoltura, lavanderie e lavanderie industriali, servizi nel settore dello spettacolo, noleggio attrezzature per spettacoli ed eventi, formazione culturale, edile), 39 complessi aziendali, anche di imprese del settore del gaming (scommesse online e sale giochi e biliardo), 20 ditte individuali attive nei vari settori delle attività produttive e commerciali (ristorazione, strutture turistiche e ricettive, agricoltura, bar, supporto rappresentazioni artistiche, intermediazione finanziaria), 7 associazioni non riconosciute, impegnate prevalentemente in ambito sportivo/ricreativo, uno Yacht, un aeromobile ultraleggero, un natante, 70 autovetture, 7 motoveicoli”.
Relativamente agli illeciti nel gioco, le indagini ipotizzano anche i “delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori con riferimento alla presunta commistione illecita tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della locale criminalità organizzata”.
Le investigazioni, si legge ancora nella nota delle forze dell'ordine, “si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri 'sul campo', con una parallela poderosa attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, corroborati dai relativi riscontri, oltre alla acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.
La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale operatività delle organizzazioni criminali nell’area cosentina, passate attraverso una importante rimodulazione degli equilibri sul territorio, curata dai 'nuovi' presunti capi e gregari, legati al 'nucleo stabile' degli storici esponenti dei gruppi criminali.
Si tratta in particolare di gravi elementi indiziari circa l’attuale assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta di Cosenza e del suo hinterland, articolata in diversi gruppi organicamente confederati, e tutti riconducibili ad una struttura di vertice, nello specifico riconducibili ai due principali gruppi, il cosiddetto 'clan degli italiani', nelle sue varie componenti, e il cosiddetto 'clan degli zingari', anch’esso con varie articolazioni, nell’assetto rideterminatosi a seguito delle complesse e altalenanti dinamiche relazionali tra gli stessi, nonché delle numerose vicende giudiziarie, con i relativi diversificati esiti, che li hanno interessati. La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, la struttura e il modus operandi di una delle presunte articolazioni criminali dedite al traffico, e allo spaccio diffuso, di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il cosiddetto 'Sistema' che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland”.