Ancora al di sotto dei numeri registrati qualche anno fa, ma comunque meglio dello scorso anno: è il trend sulle apertura delle “Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” che emerge dall'Osservatorio sulle partite Iva del dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia e delle finanze, che ha appena pubblicato una sintesi dell’aggiornamento dei dati relativi al terzo trimestre 2022.
Per l'anno in corso le nuove aperture di attività del comparto al 30 settembre risultano nel complesso 453 (con un picco di 70 registrato a maggio) mentre nei primi nove mesi del 2021 erano 310, cifra che poi al 31 dicembre è salita a 432.
Un cambio di passo che si traduce in un più 46,13 percento anno su anno.
Guardando al 2019, l'ultimo “anno” normale, prima che la pandemia di Covid-19 sconvolgesse vita ed attività di tutti e dispiegasse i suoi effetti anche sul settore del gioco terrestre, colpito dai lockdown governativi per oltre 10 mesi su 24, al 30 settembre le nuove aperture erano 610, poi arrivate a 811 al 31 dicembre.
È quindi sufficiente guardare ai numeri per capire come il settore possa dirsi in ripresa rispetto al 2021, ma procedendo con un ritmo ancora circospetto rispetto al passato.
Complici, forse, l'incertezza del periodo, l'attesa del riordino complessivo – che forse potrebbe arrivare con il nuovo sottosegretario con delega ai giochi, del quale si attende la definizione nei prossimi giorni – e la mancata risoluzione della questione territoriale, con i vari distanziometri regionali e limiti orari locali che di certo non incoraggiano a investire in questo tipo di attività.
Ma, per fortuna, si registra comunque una ripresa, che potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi con la composizione di un quadro di maggiore stabilità, magari.
IL QUADRO GENERALE - Guardando ai dati generali forniti dal dipartimento delle Finanze del Mef, nel terzo trimestre dell’anno in corso sono state aperte 94.080 nuove partite Iva con una flessione del 12,4 percento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 69,7 percento delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,8 percento da società di capitali, il 2,8 percento da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta il 5,6 percento del totale delle nuove aperture.
Rispetto al terzo trimestre del 2021 il calo di aperture è quasi generalizzato: - 56,3 percento dei non residenti, - 8,5 percento le società di persone, - 7,8 percento per le persone fisiche, - 5,2 percento per le società di capitali. Riguardo alla ripartizione territoriale, il 47,7 percento delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,2 percento al Centro e il 30,6 percento al Sud e Isole.
Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali decrementi di avviamenti sono avvenuti in Friuli V.G. (-30,8 percento), Molise (-21,2 percento) e Lombardia (-19,5 percento); l’unico territorio in attivo è la Valle d’Aosta (+2,2 percento).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra sempre il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 20 percento del totale, seguito dalle attività professionali (17 percento) e dalle costruzioni (10,4 percento).
Rispetto al terzo trimestre del 2021, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione (+21,5 percento), nei trasporti (+15,6 percento) e nelle attività artistico-sportive (+10 percento).
Le diminuzioni più rilevanti si registrano nell’agricoltura (- 30,5 percento), nel commercio (- 30,2 percento) e nell’edilizia (- 15,1 percento).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità: (maschi al 60,8 percento). Il 50,7 percento delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,3 percento da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni.
In confronto al corrispondente periodo dello scorso anno tutte le classi mostrano un calo di avviamenti: dal - 4,2 percento della classe più giovane al - 19,7 percento della più anziana.
Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 22,4 percento delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero. Nel periodo in esame 44.713 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 47,5 percento del totale delle nuove aperture, con una flessione del 3,2 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.