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Premuti (Konsumer): 'Non si contrasta ludopatia facendo i pasdaran'

22 febbraio 2022 - 11:49

Secondo il presidente di Konsumer Italia l'andare contro al gioco per forza non porta alcun risultato utile nel contrasto alla ludopatia.

Scritto da Daniele Duso
Premuti (Konsumer): 'Non si contrasta ludopatia facendo i pasdaran'

"La soluzione del fenomeno non si trova facendo i pasdaran". Parte da una sorta di autocritica Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia nel corso del suo intervento al convegno "Giochi e scommesse in Italia. La multidisciplinarietà normativa, ruolo consumatore e prospettive di innovazione digitale", spiegando che "noi il modo giusto per tutelare il consumatore lo abbiamo trovato proprio nel momento in cui ci siamo seduti e abbiamo iniziato a parlare con chi opera nel mondo del gioco, con le società del gaming".

"Nel mio campo", aggiunge Premuti, "spesso si crede che andare contro per forza, trovando solo le negatività di un determinato settore, sia il modo giusto per tutelare il consumatore: invece è esattamente il contrario". 

Incontrando chi opera nel settore del gioco, spiega Premuti, "possiamo portare la nostra esperienza nel mondo reale davanti a chi fa della realtà un uso professionale. Professionale ma per ottenere un utile? Beh, non conosco attività umana che non punti all’utile, ma l’utile si può perseguire in modo legale. Il gioco legale esiste e noi con il gioco legale dobbiamo conviverci. Contro la ludopatia possiamo far qualcosa solo assieme a chi fa un uso professionale del mondo del gioco".

E racconta un'esperienza che Konsumer Italia ha avviato con una società di gaming. "Un progetto che va avanti da due anni e mezzo", spiega Premuti, "nonostante la pandemia, che si chiama 'Non dipendo, scelgo', che punta a promuovere un approccio al mondo del gioco come intrattenimento, e non malattia. Che non dà dipendenza, e laddove dà dipendenza è lo stesso mondo del gioco che sa e può intervenire".

In merito ai pericoli di un gioco sregolato, Premuti ricorda che "stamani si è parlato di sovraindebitamento. Nel mondo in cui ci sono state le attività di gaming chiuse si è ravvivato il gioco di strada, il gioco del picchetto. In questo caso altro che sovraindebitamento: se gioco su internet credito non ne ho, se gioco nella sala, credito non ne ho. Se io gioco per strada invece il passaggio di moneta è veloce e nel momento in cui la moneta è finita si passa velocemente al credito che poi diventa usura, aggiungendo un danno a chi ha già un danno. Ecco perché mi sono convinto ad affrontare il problema assieme alle società del gaming".

In merito al termine azzardo Premuti sottolinea di aver "apprezzato quando il professor Iurilli nell’introduzione ha detto non parliamo di azzardo ma parliamo di disturbo. Perché l’azzardo appartiene alla vita dell’uomo, azzardiamo un po’ tutti, quasi tutti i giorni, da quando facciamo un sorpasso a quando ci dichiariamo alla persona amata a quando cambiamo lavoro. L’azzardo è connaturato con la natura umana per questo non dobbiamo criminalizzare l’azzardo, ma criminalizzare la dipendenza, il piacere del rischio, quello va criminalizzato e va prevenuto. E la promozione possiamo farla ancora di più se in accordo con chi opera nel mondo del gioco".

Quindi illustra il lavoro fanno attraverso gli sportelli di ascolto: "In questi due anni una piccola associazione di consumatori come la nostra, che ha risorse limitate, è passata da 121 momenti di incontro con persone che hanno chiesto informazioni (24 delle quali poi si sono palesate chiedendo aiuto), siamo passati a 279. Un anno pieno, nella pandemia, con il limite della difficoltà dell’approccio diretto".

Aggiunge che "abbiamo potuto far emergere situazioni anche particolarmente critiche, in cui l’intervento del solo psicologo probabilmente non sarebbe bastato. Si sono aperte un’enormità di strade dalle situazioni che si sono presentate ai due sportelli, uno nel Lazio e uno nelle Marche. Ben venga lo sportello dell’Università. Portiamo il mondo accademico a contatto con il mondo reale, è un’ulteriore occasione che può portare a intervenire in modo molto più professionale e mirato di quel che può fare il volontariato".

E chiude con l'auspicio che "si possa iniziare oggi un percorso che possa essere portato nella direzione della prevenzione, dell’osservazione e della statistica, e che ci ponga un punto in avanti rispetto al passato".

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