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Roma, operazione della Dia: tre fermi per usura e gioco d'azzardo

17 giugno 2015 - 07:32

Dalle prime ore della mattina, il Centro Operativo Dia di Roma sta procedendo nel territorio di Ladispoli all’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Civitavecchia Paola Petti, su richiesta della Procura di Civitavecchia (PM Mirko Piloni) nei confronti di 3 persone, pregiudicate per associazione per delinquere e reati contro il patrimonio di cui una riconducibile al clan Giuliano di Napoli.

Scritto da Redazione GiocoNews
Roma, operazione della Dia: tre fermi per usura e gioco d'azzardo

 

I destinatari dei provvedimenti sono imputati, in concorso tra loro dei reati di usura ed esercizio del gioco d’azzardo aggravati. L’indagine, denominata 'Alsium', avviata nel marzo del 2014 dalla Dia di Roma nel contesto delle attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali nell’alto litorale tirrenico laziale, ha consentito altresì di far luce sulle dinamiche di infiltrazione nell’economia regionale di clan camorristici, attraverso propri referenti stanziatisi nel tempo in quel territorio.


TASSI DEL 120% - In particolare, si legge nella nota della Dia, "sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di tre uomini tutti residenti a Ladispoli, responsabili di aver costituito e gestito da dieci anni un articolato sistema di usura ai danni di cittadini ed imprenditori locali in crisi economica, molti dei quali anche a causa del vizio del gioco d’azzardo, incoraggiato peraltro dagli stessi usurai che lo gestivano sulla piazza di Ladispoli. Le indagini hanno inoltre consentito di delineare come il sodalizio criminale di connotazione camorristica, agisse attraverso metodiche ben rodate, finalizzate alla concessione di prestiti a tasso usuraio, con interessi annuali che in alcuni casi hanno raggiunto il 120% dell’importo versato, per un complessivo giro di affari di varie centinaia di migliaia di euro a scapito di decine di soggetti. Determinanti, oltre le intercettazioni telefoniche e video/ambientali, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento, le testimonianze di alcune vittime, particolarmente vessate e prostrate dal rapporto con gli arrestati, che rilasciavano dichiarazioni sui metodi di strozzinaggio, sull’entità delle somme ricevute e versate in oltre 10 anni e sulle intimidazioni e minacce ricevute".

 

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