Sale lan, Cicolari (Esport Palace) avvia azione legale contro Adm
Si apre un altro capitolo della questione soprannominata 'langate', che a fine aprile 2022 portò al sequestro di alcune sale lan in Italia dopo l'esposto di un imprenditore del settore amusement.
Scritto da Daniele Duso
"Il 22 febbraio inizia il procedimento di opposizione che assieme ai nostri legali di FcLex abbiamo intrapreso nei confronti di Adm per i sequesti e sanzioni per il famoso caso Langate". Così Alessio Cicolari, titolare di Ak Informatica e dell'Esports Palace di Bergamo, in un post pubblicato su LinkedIn.
Il caso Langate torna dunque agli onori delle cronache, dopo aver tenuto banco per settimane tra la fine di aprile e l'estate del 2022. A monte vi erano alcuni operatori di sale giochi e Fec vedevano in queste nuove offerte di intrattenimento una forma di concorrenza illecita, fino ad arrivare all'esposto presentato da Sergio Milesi, di cui abbiamo dato notizia in anteprima. L'intera vicenda era stata ricostruita da Gioconews nei giorni precedenti. Ora il nuovo capitolo, dunque, con Cicolari che prova l'azione legale, dopo aver già avviato, nei mesi scorsi scorsi, la costituzione di un'associazione, l'Aigeg, che raggruppa gli imprenditori del settore esportivo interessati dall'azione di Adm o comunque
A seguire legalmente Alessio Cicolari ci sono i legali Giuseppe Croari e Gianluigi Fioriglio, quest'ultimo in particolare noto per aver messo a punto il Codice degli esports della Repubblica di San Marino, divenuto qualche giorno fa la prima legge europea organica in materia di videogame competitivo.
"Inutile dire che reputo la cosa sempre più bizzarra e che sta generando una perdita di tempo e soldi immane sia per noi che per lo Stato", continua Cicolari, aggiungendo che "quando la stessa Adm scrive, a chi ad aprile aveva fatto gli esposti contro alcune sale lan, che è nota una lacuna normativa nell'articolo 110 del Tulps ma noi veniamo comunque schiacciati da tanta potenza amministrativa... mi domando perchè? Perchè delle imprese devono impazzire per queste cose?"
E chiude dicendo di confidare "nella giustizia e nella ragione che ora è il momento di usare, ormai è chiaro a tutti che esports non è il demonio".
"Spero vivamente che il giudice ci permetta quantomeno", chiosa, "di recuperare quel poco valore che ormai le attrezzature avranno dopo 1 anno chiuse in cantina. Ormai l'azienda con cui gestivo Esport Palace di Bergamo (che aveva anche tentato di riaprire, nel giugno scorso, Ndr) è defunta ma un minimo di giustizia la vorrei vedere, a costo di difendermi in ogni sede opportuna".