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Sostenibilità e responsabilità, la grande sfida dell'industria del gioco

08 febbraio 2023 - 10:44

Pieter Remmers (Assissa Consultancy Europe) e Mauro Schiavella (SeaFroG Technology) analizzano i comportamenti dell'industria in tema di gioco responsabile.

© Christophe Hautier / Unsplash

© Christophe Hautier / Unsplash

Uno dei principali temi dell'industria del gaming, al centro di questa edizione della fiera Ice London, in corso fino a domani, 9 febbraio, è quello della sostenibilità. Che per il settore parte da un giusto approccio al gioco responsabile. A offrire un quadro della situazione, a livello globale e nel caso italiano, sono due esperti come Pieter Remmers – presidente di Assissa Consultancy Europe e autentico “guru” della materia, con oltre trent'anni di esperienza sul campo – e Mauro Schiavella, psicoterapeuta e co-founder di SeaFroG Technology, che abbiamo intervistato alla luce di una nuova collaborazione mirata a diffondere ed elevare il livello di consapevolezza nel settore, nella rivista di febbraio di GiocoNews (consultabile integralmente a questo link).

RIEMMERS: “CONCENTRARSI SULLA SOSTENIBILITÀ E NON SUL PROFITTO A BREVE TERMINE”

Dal suo punto di vista generale e di esperto a livello internazionale, cosa si sente di dire sul livello di preparazione e di comprensione da parte dell’industria del gaming rispetto al tema del gioco responsabile?

“Bella domanda: negli ultimi trent'anni anni in cui sono stato coinvolto nell'industria del gioco d'azzardo, con particolare attenzione al settore del gioco responsabile, ho imparato che la maggior parte degli operatori e dei fornitori sa di cosa si tratta. Ma fare qualcosa è un'altra cosa. È facile dire che la responsabilità sociale e la sostenibilità sono importanti e che sì, dobbiamo occuparcene. Ma nella maggior parte dei casi non ha molto a che fare con l'essere all'avanguardia e l'essere proattivi, è più un 'facciamo quello che dobbiamo fare per quanto riguarda i requisiti normativi' e non molto di più. Non è facile indovinare quale sia la percentuale di operatori proattivi, ma non mi sorprenderebbe se fosse inferiore al 20 percento di tutti gli operatori. Se si considerano i fornitori, la percentuale è ancora più bassa”.

Qual è invece il livello di preparazione sul tema da parte dei regolatori? E soprattutto, che ruolo possono avere per la creazione di un ambiente sostenibile dal punto di vista del gioco responsabile?

“I regolatori sono molto più preparati. Forse l'80 percento o più di tutti i regolatori in Europa è molto ben informato. Australia e Nuova Zelanda sono al secondo posto. La conoscenza è molto inferiore negli altri continenti, forse discreta in alcuni Paesi del Sud America, meno in Asia e non troppo in Nord America (con l'eccezione del Canada) e in Africa. Le autorità di regolamentazione possono svolgere un ruolo importante se hanno il potere di prendere decisioni in collaborazione con esperti e stakeholder fidati e se non si limitano a eseguire le decisioni prese da politici non esperti”.

Crede che ci siano legislazioni più accurate/approfondite o orientate al gioco responsabile che si possano ritenere delle best practices a livello globale?

“La maggior parte della legislazione orientata al gioco d'azzardo responsabile, che piaccia o no, che sia approvata o no, si trova solo in alcuni Paesi europei come Belgio, Finlandia, Svezia e Olanda. Non si tratta di politiche che vanno bene per tutti, ma di punti di vista diversi, con soluzioni diverse, ma almeno basate sulla pratica. Non sempre si tratta della pratica migliore e non sempre è basata su prove, ma almeno è un tentativo di stabilire regolamenti basati sull'esperienza e, quando possibile, sulla ricerca”.

Cosa manca di più, a suo modo di vedere, nel mondo del gaming per avviare un percorso davvero virtuoso in questo senso?

“La cosa che manca di più? È sul versante degli operatori e dei fornitori, a cui viene chiesto di concentrarsi sulla sostenibilità e non sul profitto a breve termine. Noi di G4 cerchiamo di stare al passo con gli sviluppi del mercato delle imprese: operatori e fornitori, così come le autorità di regolamentazione, utilizzano il sistema di audit sviluppato che porta a una certificazione Rg basata su contenuti e prove reali”.

SCHIAVELLA: “SOLUZIONI PER VALUTARE L’ABILITÀ DI GIOCARE RESPONSABILMENTE”

Perché il metodo di formazione predisposto da Assissa risulta valido a livello globale?

“Assissa Consultancy Europe ha una grande esperienza a livello globale in materia di formazione per l’industria del gioco d’azzardo, con corsi di formazione di vari livelli e in diverse lingue. La sua esperienza si estende poi al campo della comunicazione, e quello che ci ha colpito è la sua capacità di trattare tematiche sociali come il gioco responsabile e problematico, utilizzando un approccio in grado di comunicare e formare su nozioni legali e scientifiche in maniera coinvolgente, stimolante, e facilmente accessibile anche per i non esperti. Altro punto di forza del metodo di formazione Assissa: i contenuti del corso sono aggiornati costantemente e vengono proposti attraverso moduli flessibili, facilmente adattabili ai singoli mercati regolati”.

Ritenete che questo tipo di approccio formativo possa dare risultati concreti anche in Italia? E perché?

“Per il mercato italiano abbiamo deciso di introdurre il corso di formazione online di base, quello denominato 'Corso di sensibilizzazione generale su gioco responsabile e problematico”. Ulteriori corsi seguiranno. Questo combina in maniera bilanciata nozioni testuali, animazioni narrate da voice-over professionale, ed esercitazioni pratiche, così l’utente mantiene il focus sugli argomenti trattati, viene coinvolto in scenari simulati nei quali gli viene chiesto di immedesimarsi nelle situazioni proposte, e valuta il proprio apprendimento man mano che progrediscono i moduli. L’utente viene accompagnato fino ad arrivare al questionario finale, quello che, in caso di successo, premia con un certificato di superamento del corso di e-learning.

L’obiettivo finale di questo corso di base è favorire la diffusione di una cultura e di una mentalità condivisa tra tutti i lavoratori del comparto del gioco, e non esclusivamente tra quelli che lavorano a contatto coi giocatori. Secondo noi non è sufficiente limitarsi a sapere cosa sia il gioco responsabile da un punto di vista normativo o cosa significhi gioco problematico da un punto di vista clinico, ma è fondamentale sapere cosa fare e come agire quando si arrivasse a contatto diretto con giocatori potenzialmente problematici. Il passaggio dal sapere al saper fare fa sentire le persone competenti e utili. In questo modo i lavoratori del comparto gioco sentono di far parte di un settore lavorativo nel quale tutti i soggetti coinvolti, regolatore e industria, si adoperano per tutelare la salute dei giocatori secondo le best practices del gioco responsabile. La partnership tra Assissa e SeaFroG è nata proprio per dare un contributo in questo senso: costituire un hub del gioco responsabile per l’Italia in grado di costruire una mentalità e una cultura condivisa del gioco responsabile tra tutti i lavoratori del comparto dell’industria del gioco”.

A chi si rivolge nello specifico la vostra proposta formativa?

“Principalmente è rivolta agli operatori, ai concessionari di licenze, e alle associazioni di settore, ma ci farebbe davvero piacere se si avvicinassero a questo corso base anche i tabaccai, i benzinai e tutti quegli esercizi commerciali nei quali è possibile giocare d’azzardo. In questo modo potremmo più rapidamente sviluppare una cultura e una mentalità condivisa sul gioco responsabile e problematico. Chiaramente noi siamo pronti a offrire il corso a compagnie di qualsiasi grandezza, ma sappiamo che alcuni degli operatori più grandi hanno già dei programmi interni, pertanto ci focalizzeremo su aziende micro, piccole e medie, e su quelle grandi aziende che non avessero ancora programmi di formazione interna sul gioco responsabile e problematico”.

Da psicoterapeuta, cosa crede che manchi ancora oggi per un approccio serio al gioco responsabile e alla riduzione dei rischi legati a questa attività?

Manca un approccio proattivo efficace mirato alla drastica riduzione della popolazione che sviluppa problemi di gioco. La sfida tecnologica è valutare l’abilità di giocare responsabilmente prima che il giocatore entri in una sessione di gioco, come un alcol-test prima di guidare, e fornire la possibilità di prendere decisioni e cambiare comportamento anche durante tali sessioni. In questo modo il giocatore sarebbe protetto dal rischio di giocare in modo dannoso e potrebbe sperimentare il gambling come attività ricreativa. Per ottenere questo risultato bisogna profilare le capacità cognitive coinvolte nei comportamenti responsabili: le funzioni esecutive. Noi di SeaFroG Technology offriamo soluzioni basate su questo approccio sia per i giochi online, sia per quelli terrestri: attraverso dei serious games, giochi brevi e divertenti, i giocatori vengono a sapere se la loro prestazione cognitiva è troppo scarsa per giocare responsabilmente, e possono decidere di cambiare il proprio comportamento, per esempio facendo una pausa o evitando di giocare. Questo approccio può essere adottato anche durante le sessioni, in modo da aumentare la consapevolezza dei giocatori, rompere la compulsione di gioco ed evitare il possibile sviluppo di comportamenti a rischio”.

 

 

 

 

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