Calciobalilla multato a Mestre, la Prefettura: “Abbiamo solo applicato la legge”
Ha fatto grande scalpore la notizia del titolare di un esercizio pubblico di Mestre che, pur in procinto di essere premiato per il suo impegno anti-slot, è stato invece multato poiché “deteneva e consentiva l'uso del gioco calciobalilla senza essere in possesso della prescritta autorizzazione”.
Sulla vicenda interviene ora
IL RICORSO - Il 17 agosto
Quest'ultima ha, dunque, valutato il merito del ricorso basandosi esclusivamente sulla documentazione acquisita presso il Comando di Polizia, le cosiddette ‘controdeduzioni’ che, datate 4 gennaio 2012, hanno confermato la correttezza dell'accertamento. Si precisa, altresì, che l'interessato non ha mai chiesto di essere ascoltato sulla faccenda.
La decisione del ricorso si è pertanto fondata unicamente sulla circostanza che il titolare di un esercizio pubblico, ai sensi dell'art. 86 del Tulps, per poter legittimamente detenere e far utilizzare alla clientela un qualsiasi gioco lecito - tra i quali rientrano il calciobalilla, il biliardino, i dardi, i juke-box, ma anche le bocce, i giochi da tavolo, le carte, il biliardo ecc. - deve presentare agli Uffici Comunali
E ciò indipendentemente dalla gratuità o meno del gioco in questione.
Questo è il preciso tenore della norma che, se non viene modificato, è ineludibile.
Agli atti della Prefettura non è risultato che il Sig. Ceolin, in quanto titolare dell'esercizio pubblico, abbia mai presentato tale dichiarazione, come ha confermato
In relazione a tanto ed analogamente a quanto avvenuto in casi simili, questo Ufficio, in data 2 dicembre 2013, non ha potuto far altro che adottare l'ordinanza-ingiunzione di pagamento.
LA SANZIONE - Quanto alla sanzione irrogata all'esito negativo del ricorso, essa è risultata pari ad euro 1.244,40, di cui 1.238,40 euro (ovvero la somma indicata nel verbale per l'eventuale pagamento in misura ridotta, maggiorata del 20%), a titolo di sanzione amministrativa e 6,00 euro per spese di notifica.
Contrariamente a quanto riportato da alcuni quotidiani, il signor Ceolin avrebbe senz'altro potuto presentare ricorso al Giudice di Pace ‘in carta semplice’, come gli era stato espressamente indicato nella decisione adottata dalla Prefettura il 2 dicembre 2013 e notificata il successivo 10 dicembre”.