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Calcioscommesse, Tar Lazio conferma condanna per procuratore sportivo

10 marzo 2017 - 14:51

Il Tar Lazio riconosce l’illecito sportivo per un agente coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse Dirty soccer nell'estate 2015.

Scritto da Fm

 

"Sussistenza dell’illecito sportivo contestato". Questo il principio per cui il Tar Lazio ha respinto il ricorso contro il Coni e la Figc di un procuratore sportivo coinvolto nell'inchiestasul calcioscommesse "Dirty soccer", che nell'estate 2015 ha condotto a 50 arresti e 70 indagati per partite truccate nei campionati di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, dopo le indagini avviate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro.


L'uomo era stato deferito dalla Sezione Disciplinare del Tribunale Federale della Figc per per la violazione dell'art. 7, commi 1 e 2, del Codice della Giustizia sportiva "per avere, prima della gara Pisa-Torres del 29 ottobre 2014 di Coppa Italia Lega Pro, in concorso con altri soggetti non tesserati ed altri allo stato non identificati, posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara suddetta prendendo contatti ed accordi" con alcuni giocatori.

 

"All'esito del giudizio di primo grado, il Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, con delibera pubblicata sul C.U. n. l 7/Tfn del 20 agosto 2015, mentre aveva ritenuto non raggiunta la prova della configurabilità, a carico del ricorrente, dell'illecito sportivo contestatogli, con proscioglimento del medesimo da tale addebito, l’aveva reputato, invece, responsabile della violazione del divieto di scommesse previsto dall'art. 6, comma 1, del Cgs Figc, comminandogli la squalifica per due anni e l'ammenda di 25mila euro", si legge nella sentenza.

LE PROVE - Secondo i giudici "la decisione della Corte d’Appello Federale ha adeguatamente vagliato il materiale probatorio a sostegno della contestazione disciplinare", rilevando che era pacifica la presenza del procuratore ad un pranzo nel quale sarebbe stato concordato l’esito della partita Pisa-Torres, con il presidente della squadra sarda. La Corte ha richiamato anche gli esiti delle intercettazioni telefoniche e degli interrogatori resi dai deferiti, evidenziando che da tali elementi emergeva che il procuratore, in accordo con un giocatore dell'Aquila Calcio 1927, aveva contattato “la dirigenza della Torres, nella persona del suo presidente, per trarre profitto quantomeno dalle scommesse operate da un gruppo di serbo-sloveni ai quali, per il tramite del responsabile dell'area tecnica dell'Aquila Calcio 1927, segnalarono il risultato certo dell’incontro Pisa/Torres del 29 ottobre 2014 e cioè, vittoria del Pisa con più di tre gol di scarto e quindi 1 Handicap ed Over”.
 

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