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Cardia (Acadi): 'Distanziometro sia sostenibile e unito a contrasto al Gap'

23 giugno 2022 - 13:52

In un'intervista su Radio Capital Cardia (Acadi) ricorda gli effetti della legge sul gioco del Lazio e chiede più tutele per i lavoratori e per gli utenti a rischio Gap.

Scritto da Redazione

Quando la legge è stata concepita non è stata valutata nei suoi effetti concreti. Se è vero che sono stati messi i 500 metri di interdizione per le attività di gioco vicine ai cosiddetti 'luoghi sensibili', poi è stata fatta una lista con le tipologie di 'luoghi sensibili', che sono tanti, non si è andato a vedere qual è in concreto l'effetto sul territorio. Applicando la norma alla lettera, solo lo 0,7 percento del territorio è insediabile per le attività di gioco. Il 99,3 percento di tutta la città di Roma, ad esempio, è totalmente vietato”.

A ribadirlo è Geronimo Cardia intervenuto in qualità di presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici su Radio Capital, per fare il punto sul tema dell’importanza delle misure di politica attiva di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo da individuare in luogo del distanziometro espulsivo della Regione Lazio per la tutela non solo dei lavoratori e delle imprese del comparto del gioco pubblico ma anche degli utenti per la salute e per tutti gli altri interessi costituzionali coinvolti.

“L'obiettivo non è fare andare avanti il settore e basta. L’obiettivo è statale, è dello Stato che deve tutelare una serie di interessi pubblici, non sono solo i lavoratori e le imprese che sono incaricate di pubblico servizio. La presenza sul territorio di un’offerta pubblica di gioco è importante per lo Stato, è importante per l’ordine pubblico, perché dà un presidio di legalità.
È importante per lo Stato perché crea un’importante risorsa di gettito erariale che è da emersione, che altrimenti verrebbe dispersa nel canale illegale. E soprattutto è interesse dello Stato mettere a disposizione i prodotti di Stato, che sono misurati e controllati, piuttosto che lasciarli al libero arbitrio di un’offerta illegale che magari può mettere dei parametri di gioco veramente problematici”, puntualizza Cardia.
Quanto all'attenzione degli operatori per impedire il diffondersi del gioco patologico, il presidente di Acadi ricorda che chi offre gioco legale “è un incaricato di pubblico servizio, svolge un pubblico servizio per conto dello Stato. I prodotti che noi mettiamo a disposizione sono quelli misurati e controllati e voluti esattamente in questo modo dallo Stato. Il fatto di coniugare bene l'esigenza di contrastare veramente il disturbo di gioco d'azzardo e rendere sostenibile le misure è stato già messo in atto da altre Regioni. Si pensi che la Campania, del governatore De Luca, la Puglia, del governatore Emiliano, entrambi del Partito democratico, hanno compreso a un certo punto quale fosse il problema di un distanziometro di 500 metri applicato su un numero di luoghi sensibili esagerato e non necessariamente utile. E quindi hanno previsto dei distanziometri con metrature inferiori, luoghi sensibili effettivamente necessari, ma soprattutto, nelle leggi hanno previsto delle politiche vere di contrasto al disturbo di gioco d'azzardo. Quindi ad esempio in Campania c'è un sistema di collaborazione importante, che si aggiunge a tutte le norme di derivazione statale fra tutti gli stakeholder impegnati, non solo gli operatori del settore – che vengono coinvolti e informati con dei criteri importanti – ma anche si mettono a sistema le Asl, il Terzo settore, le associazioni di categoria. Questo è il modo”.
In tema di controlli della regolarità delle attività di gioco, Cardia ricorda “il divieto assoluto di gioco per i minori, e che tutte le conseguenze di eventuali violazioni sono altissime, fino alla revoca della licenza sui territori. Quindi chi non svolge adeguatamente il proprio lavoro di incaricato di pubblico servizio è come se fosse un vigile urbano che va al di fuori dei perimetri che vengono indicati dalla normativa di riferimento.
Se i controlli vengono fatti bene? La risposta è sì”.

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