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Gdf Cagliari: 'Controlli Rdc, omesse vincite al gioco online'

24 giugno 2022 - 07:45

Controlli sul reddito di cittadinanza, la Guardia di finanza di Cagliari individua 80 persone che lo percepivano indebitamente, molti non dichiaravano vincite al gioco online.

Scritto da Redazione

La mancata indicazione gli importi relativi alle vincite derivanti dal gioco online nella Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) - necessaria per l’ottenimento dell’attestazione Isee – per accedere al Reddito di cittadinanza finisce sotto la lente del Comando provinciale di Cagliari della Guardia di finanza, nell'ambito di una serie di controlli che hanno portato alla scoperta di 80 soggetti che hanno indebitamente percepito oltre 573.000 euro e di 24 lavoratori in nero.

Secondo quanto si legge in una nota diramata dalle Fiamme gialle, “sul primo fronte, i finanzieri, in sinergia e collaborazione con l’Inps, hanno sottoposto a verifica le condizioni legittimanti la fruizione del reddito di cittadinanza in capo ai soggetti beneficiari: la base di partenza per i controlli in materia di reddito di cittadinanza è stato lo sviluppo delle diverse informazioni acquisite quotidianamente a seguito sia dell’attività di controllo del territorio che delle risultanze delle diverse attività di servizio, nonché anche grazie alla stretta sinergia ed allo scambio informativo con l’Inps.
La metodologia operativa adottata nei controlli effettuati nel campo dell’erogazione di questa pubblica provvidenza si sostanzia nel confronto tra le autodichiarazioni prodotte dai richiedenti con le informazioni emergenti dall’analisi degli stati di famiglia, in cui trova indicazione la reale composizione del nucleo familiare.
Gli esiti dei controlli hanno consentito la rilevazione di 80 posizioni irregolari dislocate in numerosi comuni di tutto il territorio della provincia, con conseguente indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché i soggetti in argomento sono risultati essere privi dei requisiti necessari previsti dalla normativa vigente.
Durante le attività ispettive, le tipologie di illecito riscontrate sono state diversificate.
In alcune circostanze, la causa della illegittima fruizione del beneficio è stata rappresentata dalla mancanza del requisito della cittadinanza: difatti la specifica norma prevede che il richiedente il particolare sussidio debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia continuativamente negli ultimi due anni.
In altri casi, invece, l’irregolarità è stata legata all’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti - quali redditi percepiti e disponibilità immobiliari - le quali, se correttamente indicate, avrebbero posto i richiedenti al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione all’istituto benefico in parola.
In altre occasioni, gli approfondimenti esperiti hanno consentito di rilevare una non corretta presentazione dell’istanza per accedere al reddito di cittadinanza, in quanto nella Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) - necessaria per l’ottenimento dell’attestazione Isee – gli interessati non hanno fornito le complete informazioni sulla propria posizione reddituale avendo omesso di indicare gli importi relativi alle vincite derivanti dal gioco online.
Le irregolarità accertate hanno portato alla segnalazione dei responsabili alla locale Autorità giudiziaria oltre che all’Inps per la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite, ammontanti, complessivamente, a 573.942 euro.
Tali difformità, in alcuni casi, si sono sovrapposte ad altre di natura giuslavoristica, allorquando è emerso che alcune posizioni, nel medesimo contesto, percepissero il reddito di cittadinanza e lavorassero in nero.
Riguardo questo ultimo fenomeno, al netto delle sopracitate coincidenze, il lavoro della Guardia di Finanza è indirizzato a verificare che tanto dal lato contributivo, quanto e soprattutto da quello della tutela del lavoratore, le prestazioni professionali siano eseguite nel pieno rispetto delle regole: l’osservanza dell’intero corpus normativo a disciplina del settore, infatti, contribuisce tanto a garantire un futuro contributivo al lavoratore – oltre che ad assicurare il rispetto dei doveri tributari da parte del datore di lavoro – ma anche a preservare lo stesso da conseguenze negative correlate ad eventuali infortuni sul lavoro.
In questo contesto, nell’ultimo periodo, le Fiamme gialle cagliaritane hanno riscontrato 24 lavoratori 'in nero', impiegati in più comuni della provincia, nell’ambito di diversi settori produttivi: dalla ristorazione, all’edilizia, al turismo.
I target selezionati sono stati individuati a seguito degli elementi informativi acquisiti nel corso della quotidiana attività di controllo del territorio, successivamente approfonditi mediante la consultazione delle banche dati in uso al Corpo.
In particolare, fonte di molteplici attivazioni è l’attività di pattugliamento su strada nell’ambito della quale, oltre ad identificare il conducente dei veicoli durante la loro attività, vengono acquisite informazioni in ordine al rapporto di lavoro.
L’incrocio e l’esame delle informazioni emerse ha consentito di rilevare, in tutti i casi e circostanze, che i lavoratori risultavano essere privi di qualsiasi regolarizzazione formale del rapporto di impiego, sia sotto il profilo contributivo che assicurativo.
I titolari delle ditte presso cui erano impiegati i vari lavoratori, oltre alla diffida a regolarizzare la posizione dei loro sottoposti, sono stati destinatari di una sanzione amministrativa fino ad un massimo di 10.800 euro”.

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