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Iori (Conagga): “Troppe stime non scientifiche su Gap, serve collaborazione con la filiera”

17 novembre 2014 - 16:26

Roma - “È sempre molto complesso dare dei numeri quando si parla di gioco d’azzardo. Non abbiamo dati certi rispetto al numero di giocatori patologici come pure sui costi sociali del fenomeno, ma abbiamo solo stime, quindi da interpretare come tali”.

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Iori (Conagga): “Troppe stime non scientifiche su Gap, serve collaborazione con la filiera”

A parlare è Matteo Iori, presidente del Conagga e referente della campagna Mettiamoci in gioco, intervenuto al convegno di oggi alla Camera dal titolo: ‘Il gioco è bello quando dura poco’. “Nelle nostre strutture abbiamo accolto circa 4.400 giocatori nel corso degli ultimi dieci anni, cioè persone che hanno chiesto aiuto per dipendenza da gioco”.

 

 

I DATI SUI GIOCATORI PATOLOGICI - Ma quanti sono i giocatori patologici ora? “Fino a qualche anno fa quando parlavamo di dipendenza da gioco venivamo derisi – spiega Iori -, ma nel tempo si è diffusa la coscienza di questo fenomeno fino ad arrivare ai giorni nostri al fenomeno opposto, cioè si sente anche parlare di giocatori malati in ogni angolo. Nel mio archivio ho articoli che riferiscono di 2milioni di malati di gioco, altri che parlano di 4mila persone. È del tutto evidente che c’è qualche problema di stima e di analisi del fenomeno. Anche il Dipartimento politiche antidroga ha spiegato che il range dei malati si poteva aggirare dai 100mila al mezzo milione di soggetti, un gap decisamente troppo ampio che lascia supporre, anche qui, che ci sia qualche problema di stime del fenomeno”.

 

QUANTO E DOVE GIOCANO GLI ITALIANI? - A cosa giocano gli italiani? “Secondo una indagine del Cnr, condotta non su tutti gli italiani, bensì solo sugli italiani che si dichiarano giocatori, il 67% degli italiani gioca a lotto e superenalotto, il 56 circa a gratta e vinci e lotto istantaneo, il 16% con i gratta e vinci e appena il 6,7% gioca alle slot machine. Anche se lo studio risale al 2011, quando la distribuzione delle Vlt era ancora più esigua, emerge comunque come il settore delle slot sia meno giocato, contrariamente a quanto si suppone normalmente”. Dalla stessa ricerca sarebbe emerso come il numero dei giocatori che si possono considerare patologici sono stimati in 247mila”. Dato più preoccupante, secondo Iori, quello relativo alla diffusione del gioco d’azzardo tra i giovani, in quanto uno su due risulterebbe aver giocato con prodotti di gioco a vincita.

 

NON TUTTI I GIOCHI SONO UGUALI – Uno dei principi sui quali focalizza l’attenzione Iori è quello della differenziazione dei vari giochi rispetto al pericolo della dipendenza. “Giochi più a rischio sono quelli che offrono un minore lasso di tempi tra una giocata e l’altra, quelli che non consentono relazioni umane, quelli più facilmente accessibili e quelli che offrono maggiori stimoli visivi e sonori”. E i giochi introdotti negli ultimi anni – sottolinea – hanno tutte queste caratteristiche, quindi un alto rischio di dipendenza, che ci deve far riflettere.

 

COLLABORAZIONE CON LA FILIERA - Il Dpa, nella relazione presentata in Parlamento nel 2013, stima circa 438.500 tossicodipendenti che si sono rivolti a un Sert. E tra i giocatori patologici? È la domanda che pone Iori e a cui prova a rispondere: “Tenendo conto che sono 247mila quelli stimati come patologici, quanti chiedono aiuto? Se applichiamo lo stesso tasso che risulta dalle tossicodipendente, del 34,7%, risulterebbero 87mila giocatori che chiedono aiuto. Per questo occorre preparare adeguatamente i servizi pubblici per essere in grado di rispondere in maniera efficacie alle richieste di aiuto, formare adeguatamente chi si occupa di queste cose e soprattutto collaborare con gli operatori che offrono i prodotti di gioco perché non basta esporre un cartello che riporta i contatti per chiedere aiuto ma gli esercenti devono avere un ruolo attivo”. Secondo il leader Conagga “Serve fare rete con tutti gli attori coinvolti, a vario titolo, nel fenomeno del gioco e della dipendenza".

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