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Operazione Potenza su gioco illegale: quasi 600 milioni di guadagni illeciti

30 marzo 2017 - 14:13

Il Procuratore della Repubblica Luigi Gay fornisce tutti i dettagli dell'operazione condotta dal Comando Provinciale di Potenza contro il gioco illegale.

Scritto da Sm

Associazione per delinquere transanzionale pluriaggravata, raccolta di proventi illeciti dal gioco illegale online attraverso strumenti informatici e telematici, fatti commessi a Potenza, Matera, Reggio Emilia e Crotone nel periodo compreso tra il 2012 e il 2015. Sono questi i dettagli della complessa indagine su tutto il territorio nazionale e in parte all'estero condotta dai Carabinieti del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Potenza e che ha portato a 19 misure cautelari personali emesse dal Gip Distrettuale, come anticipato.

“Le indagini avviate nel mese di maggio 2012 hanno portato a un coordinamento investigativo con le Dda di Catanzaro e Bologna e hanno consentito di individuare circa duecento indagati compresi tutti i titolari degli esercizi commerciali in cui erano installate le macchine da gioco, ed in particolare nei confronti degli arrestati, avendo consapevolmente agevolato le attività illecite del clan di 'ndrangheta facente capo a Nicolino Grande Aracri di Cutro (Kr), indagato in questo procedimento a piede libro in quanto attualmente detenuto anche per associazione mafiosa2, afferma il Procuratore della Repubblica Luigi Gay..

Al centro della vicenda la raccolta di scommesse online attraverso apparecchiature elettroniche di nuova generazione collegata in rete a siti esteri. 

“Una struttura di tipo piramidale su più livelli che, attraverso piattaforme web illegali, situate all'estero e create ad hoc da esperti informatici, rese fruibili da esperti organici del sodalizio, provvedeva alla raccolta e diffusione del gioco online senza alcuna autorizzazione dei Monopoli di Stato, eludendo i controlli e i relativi versamenti obbligatori (Preu) utilizzando l'escamotage dell'installazione sulle macchine elettroniche, asservite a tale scopo, di alcuni 'giochi promozionali' le cui vincite avrebbero dovuto tradursi in voucher spendibili in acquisto di beni e servizi. Una fitta maglia di sistemi informatici condivisi attraverso una rete intranet interna, criptata ed accessibile solo a soggetti abilitati a mezzo credenziali, per evitare qualsiasi tentativo di intrusione, soprattutto da parte di organi di polizia, mediante programmi software di gestione nella disponibilità di società di cloud computing con sede all'estero (Grecia, Olanda, Stati Uniti). Il possesso, da parte dell'organizzazione, di circa 3000 macchine del tipo totem/kioski e New Slot, situate in esercizi commerciali su tutto il territorio nazionale (nelle Regioni del Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia), che consentiva l'accumulo di illecito di capitali attraverso un efficace sistema ideato per disperderne le tracce (postpay intestate a terze persone, per le ricariche dei conti gioco e ritiro in contante dei guadagni di esercizio delle apparecchiature elettroniche col sistema del 'porta a porta'), determinando notevole ed estesa evasione fiscale di tutti gli introiti non dichiarati; la movimentazione di ampie disponibilità finanziarie in capo agli associati e dei soggetti a vario titolo coinvolti nei singoli delitti-fine dell'organizzazione, che a tale scopo si serviva di un network di imprese e società, tutte fra loro collegate nell'esclusivo interesse di potenziare e rendere il più efficace possibile il raggiungimento di scopi illeciti. Numerosi sono stati i riscontri bancari a conferma delle conclusioni investigative e delle modalità utilizzate nelle movimentazioni finanziarie a salvaguardia dell'anonimato, tra cui alcune operazioni sospette segnalate dall'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia. le stesse segnalazioni avrebbero evidenziato come le movimentazioni di denaro, mediante società o persone fisiche, in realtà si mimetizzavano con l'uso di meri prestanome”, prosegue.

Particolare significativo “è l'individuazione dell'ammontare dei proventi illeciti sottratti all'Erario e calcolati in via deduttiva dalla P.G. che tenuto conto del numero di apparecchi (2500 in totale oggetto di sequestro preventivo) e del profitto ricavabile annualmente da ciascuno di essi (pari a circa 237.250 euro) ammonterebbe approssimativamente a circa 593.125.000 euro all'anno di guadagni illeciti. Non solo, ma dalle indagini si evince la capacità dell'organizzazione di poter trovare persone e canali utili per la ripulitura del denaro provento dalla gestione illegale delle macchine da gioco. Sul punto sono in corso ulteriori approfondimenti”, conclude.

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