Slot, scommesse e Stabilità: continuiamo a dare i numeri sul gioco
Dalla denuncia (assurda) dei nuovi punti vendita di giochi, ai 6mila esercizi con slot di Renzi. Ecco i conti che non tornano sul gioco pubblico.
Che il gioco pubblico non piaccia a nessuno, è un fatto ormai noto. Quello che emerge in questi giorni, invece, è che oltre a non essere gradito, il settore, non è ancora neppure "studiato": dai politici, né tanto meno dai media. E neppure dall'attentissimo premier Matteo Renzi, che volendo smentire i rumors sull'incremento della rete di sale scommesse, tira fuori dal cilindro anche un'ipotetica riduzione del numero di "esercizi che ospitano slot", che passerebbero, a suo dire, da 6.000 a 1.000 unità.
tutto è fattibile, per carità. E, forse, pure condivisibile. Salvo riuscire a capire a cosa si riferisse con questi seimila esercizi.
Guardando i numeri della distribuzione (reale) del gioco sul territorio nazionale - tutti di natura pubblica e peraltro anche facilmente consultabili attraverso il sito internet dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli - si può facilmente vedere come i pubblici esercizi che ospitano al loro interno gli apparecchi da intrattenimento sono oltre 96mila. Cioè 90mila rispetto a quelli indicati dal premier. E pur volendo immaginare che il riferimento fosse ai soli bar, escludendo quindi le altre location di gioco specializzate o semi-specializzate che rienterebbero nella definizione generica di 'esercizio', avremo comunque uno scenario superiore alle 35mila unità, cioè ancora 30mila in più rispetto alla stima renziana.
E' evidente che sul gioco si continua a dare i numeri, e da tutte le parti.