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Dal nuovo scandalo del calcio, il gioco legale deve uscire rafforzato

14 aprile 2025 - 13:00

Nonostante il polverone mediatico che si è alzato attorno alla nuova vicenda che coinvolge i giocatori in scommesse illegali, per il comparto del gaming è l'occasione di mostrare le sue virtù.

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Diciamola tutta: lo scandalo esploso nelle scorse ora che ha visto finire (nuovamente) nei guai una serie di importanti giocatori di calcio attivi nel campionato italiano di Serie A, oggi indagati dalla Procura di Milano per scommesse sui siti illegali, ciò che emerge (o, meglio, dovrebbe emergere) è un grave problema di carattere morale, sociale e sportivo. Mentre nulla dovrebbe entrarci il settore delle scommesse legali, inteso come il comparto del Gioco Pubblico, cioè quello offerto direttamente o indirettamente dallo Stato, attraverso i concessionari. Anzi, a dirla tutta (e peccato che non tutti lo facciano) il settore del gioco lecito dovrebbe uscirne addirittura rafforzato, per varie ragioni: la prima, intanto, è che se i calciatori indagati (tra i quali risultano, come noto: Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri, Adames Hector Junior Firpo) erano soliti scommettere e puntare denaro su siti illegali, finendo con lo scendere a compromessi con la criminalità organizzata, è per il semplice fatto che giocate di questo tipo non si sarebbero potute fare in nessun modo attraverso la rete legale. Non solo per via del fatto che, nel gioco pubblico, sarebbe stata necessaria l'identificazione del giocatore, quale titolare del conto di gioco, che li avrebbe messi automaticamente nei guai, nel caso in cui si fossero eseguite – come sembra – anche scommesse su partite di calcio, trattandosi di giocatori in attività nella stessa disciplina sportiva: ma non si sarebbero potute effettuare neanche puntate di ingente livello o modalità di scommesse fuori da quelle previste dal sistema legale, che sono pensate proprio per garantire determinati livelli di sicurezza e compliance. 
In effetti gli indagati avrebbero versato ingenti somme nella tasche di due gestori di piattaforme illegali di scommesse online, con l'aiuto e la complicità di alcuni amministratori di una gioielleria milanese che funzionava come banca per regolare i conti, che faceva da copertura fingendo l’acquisto di orologi di lusso come copertura dei bonifici che venivano eseguiti per le attività di gioco (illegali).
Insomma, un giro illecito in piena regola, decisamente peggiore delle bische clandestine di un tempo, e ancora più scioccante perché ad esserne immischiati sono dei giovani atleti di altissimo profilo e dagli ingenti guadagni: lasciando così increduli noi cittadini per la mancanza di serietà, professionalità e di valori di questi ragazzi che saranno sì giovani e quindi liberi di sbagliare, come tutti gli altri, ma comunque in forze in contesti di primo livello come quelli dei club della massima serie di calcio e per giunta anche in Nazionale, da non poter essere almeno in parte permeati da quei valori che sono chiamati a rappresentare indossando quelle maglie. Sapendo che ci sono milioni di giovani e giovanissimi che si identificano in loro. Non potendo neanche scomodare il solito “alibi” che si usa per i giocatori di azzardo più incalliti, dicendo che puntavano soldi per necessità e per disperazioni, perché alle prese con situazioni di indigenza o di difficoltà economica che li spingevano a tentare la fortuna. Invece, qui, niente di tutto questo: solo vizio, trasgressione, ingordigia e chissà quale ricerca di brividi. Per questo ha ragione l'onorevole Casini quando parla di un problema etico e morale con cui si devono rapportante questi giocatori, pagandone le conseguenze. Ma al di là di questi (gravi) aspetti, le altre considerazioni che si dovrebbero fare attorno a questa vicenda, provando trarre delle conclusioni, sono altre. In primis si dovrebbe riflettere su quanto sia ancora ampia e diffusa l'offerta di gioco illegale anche in Italia: nonostante la capillarità e diffusione del sistema del gioco legale, che in molti considerano eccessiva, è evidente che per molti non basta neppure quella, ma si sente la necessità di spingersi oltre, investendo denaro anche in circuiti illeciti e pericolosi, pur di tentare le sorte. Non basta quindi l'attività (enorme) di repressione che viene svolta ogni giorno dal regolatore e dalle forze dell'ordine (grazie al successo della quale, peraltro, è stata sgominata anche questa rete criminale che interessa i calciatori), ma neppure l'attuale copertura della rete di gioco di Stato, che continua a risultare non adeguatamente competitiva rispetto all'offerta illecita. Quello che serve, invece, e che continua a mancare, è un'adeguata attività di formazione, informazione e di prevenzione degli illeciti, grazie alla quale si potrà fare in modo di educare i giovani (e non solo loro) al corretto consumo dei prodotti di gioco, informandoli dei rischi che potrebbero scaturire dagli eccessi, e dei rischi legati all'offerta illecita, al contrario delle virtù del sistema legale. Oltre all'attività di prevenzione che si potrebbe (dovrebbe) fare nel mondo dello sport, come pure nelle scuole, per educare i giovani e gli atleti alle vere virtù e alle insidie che si potrebbero nascondere dietro alle (tante) promesse di soldi facili, che quelle che venivano fatte evidentemente a questi calciatori. Non è quindi un caso se, proprio in questi giorni, in occasione dell'Italian Gaming Expo & Conference di Roma, si è parlato anche di matchfixing, esaltando il grande lavoro e la rete di intelligence realizzata in Italia a tutela dello sport e dell'Erario, grazie alla quale quei giocatori di calcio non avrebbero mai potuto scommettere sul circuito legale senza essere scoperti nell'immediato: ma anche sottolineando la necessità di fare formazione, parlando per esempio del ruolo dell'Integrity officer di cui tutte le organizzazioni sportive dovrebbero dotarsi. E mai nessun consiglio si è rivelato così provvidenziale e di attualità, come pure i contenuti della kermesse romana.

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