Sottosegretari e deleghe: il governo delle novità alla prova dei giochi
Colpo di scena al Mef con le nomine dei sottosegretari che rimettono in gioco due “ex”: Pier Paolo Baretta e Alessio Villarosa, in attesa della nuova delega.
All'indomani delle nomine dei 42 sottosegretari che completano la nuova squadra di governo e danno il via definitivo ai lavori sulle tante questioni da risolvere nel paese, l'attenzione si sposta ora sull'assegnazione delle varie deleghe che mancano per completare il piano di azione del nuovo Esecutivo. Con l'attesa, in particolare, dell'industria del gioco pubblico per l'assegnazione alla delicatissima delega a questo settore, dalla quale dipenderà probabilmente il futuro del comparto. Se le nomine di ieri hanno già destato particolare scalpore dentro e fuori al settore, con i ritorni illustri di due ex sottosegretari, come Pier Paolo Baretta e Alessio Villarosa, entrambi già detentori della delega ai giochi nei precedenti tre governi, si tratta adesso di capire a chi verrà assegnato ora il nuovo incarico di seguire una delle più complesse e delicate industrie del paese, che ha implicazioni su vari ministeri (Sviluppo economico, salute, affari regionali e non solo Economia), intrecciando varie competenze e urtando diverse sensibilità.
Tenendo conto che tali deleghe, per prassi istituzionali, non vengono mai assegnate a vice ministri, si possono già chiamare fuori da questo incarico la grillina Laura Castelli e il democratico Antonio Misiani, che dovranno fare entrambi da spalla al neo ministro Roberto Gualtieri. Ecco quindi che la partita potrebbe essere giocata proprio tra Baretta e Villarosa, tenendo conto delle due esperienze nel comparto, sia pure a diversi livelli. Se il primo ha seguito e gestito a lungo le delicate dinamiche del gioco, attraverso anche due manovre particolarmente ostili per il settore e altre fasi critiche, come la riduzione del numero di apparecchi o l'infinita trattativa con le regioni che aveva portato all'intesa in Conferenza Unificata a settembre del 2017, per il secondo si è trattato soltanto di una breve apparizione, avendo ricevuto l'incarico definitivo soltanto lo scorso marzo, per poi veder tramontare l'intero governo appena cinque mesi dopo.