Avv. Rusciano: 'Awp-R, innovazione che passa attraverso passato che funziona'
L'avvocato Isabella Rusciano dello staff legale As.tro analizza l'evoluzione delle Awp con il passaggio alle macchine da remoto.
"L’evoluzione tecnologica dei congegni da gioco lecito, previsto dalla legge n. 208/2015, costituisce una vera e propria rivoluzione che il mercato del gioco legale dovrà affrontare, sostituendo tutti gli attuali congegni con apparecchi che 'consentono il gioco esclusivamente da remoto'". Lo sottolinea l'avvocato Isabella Rusciano, dello staff legale dell'associazione dei gestori slot machine, As.Tro.
"Il progetto attuativo, presentato dal tavolo tecnico interassociativo di Sistema gioco Italia, è stato impostato per garantire – prima di tutto – un solco di continuità con tutti quei parametri tecnici che hanno garantito sino ad oggi il successo del congegno a moneta metallica a vincita limitata, e – in secondo luogo – la realizzazione di alcune fondamentali esigenze di modernità (controllo della maggiore età, elevazione della sicurezza per gli operatori e per l’erario)", aggiunge il legale.
I principi ispiratori "sono stati, dunque, la tutela del consumatore, in particolare dei minori, la salvaguardia del mercato e lo sviluppo tecnologico attraverso la crescita di un know how specialistico. Di base, però, l’AwpR resta pur sempre un awp, ovvero un apparecchio a ciclo compensato internamente, attivabile solo con moneta metallica, e soprattutto con un costo partita immutato a 1 euro cui abbinare una vincita massima di soli 100 euro, nel contesto di un pay out di ciclo del 70 percento.
Potrebbe sembrare, quindi, singolare che l’innovazione tecnologica del segmento passi attraverso un congegno che resta, di base, proprio quello che sta per essere ‘eliminato’.
‘Pigrizia’ tecnologica, paradosso dell’innovazione, no: si chiama ‘path dependence’ che letteralmente significa ‘dipendenza dal percorso tracciato’.
Nata come teoria dell’azione economica in cui, piccoli eventi passati, anche se non rilevanti, possono avere implicazioni in tempi diversi, la ‘dipendenza dal sentiero tracciato’ ci insegna che noi, come utilizzatori, abbiamo sempre bisogno di innovarci, creare del nuovo che sia migliorativo del passato ma, nello stesso tempo, ci rifacciamo sempre a ciò che è stato, mantenendo, comunque, una continuità con esso.
Un curioso ‘sviluppo ideale’ di questa teoria lo si vede nella tastiera ‘Qwerty’, ovvero quella che conosciamo ed utilizziamo tutti perché la troviamo su computer, smartphone e tablet.
La disposizione delle lettere –casuale e senza alcuna logica- è tale dal 1868, ovvero da quando Christofer Sholes, direttore di un quotidiano locale di Milwaukee (Usa) ovviò ad un inconveniente delle vecchie macchine da scrivere che si inceppavano tutte le volte in cui si scriveva velocemente. Sholes decise di distribuire le lettere su tre righe facendo in modo che quelle più frequentemente usate nella lingua inglese (T e H o T e S) fossero distanziate tra di loro. Quando si svilupparono gli studi sistematici sull’efficienza e sull’ergonomia, vennero distribuite le nuove macchine elettroniche e inventarono i primi pc, naturalmente, non esisteva più il problema dell’inceppamento ma, ciò nonostante, la disposizione delle lettere non mutò, rimase inalterata.
La ‘colpa’ fu, appunto, della ‘path dependence’: perché abituarsi ad altro quando c’è già qualcosa che, oltre ad essere largamente diffuso, funziona?
Dunque, anche la tastiera virtuale del nostro cellulare ci insegna che il futuro è figlio del passato, che a sua volta può essere conseguenza di fattori contingenti, accidentali o addirittura occasionali. Molto spesso accade, però, che si percorra il ‘sentiero tracciato’ perché è quello selezionato, quello giusto, a volte addirittura quello migliore.