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Gioco online e Pogos, la Cina riconosce la sovranità delle Filippine

03 settembre 2019 - 09:36

La Cina riconosce la sovranità delle Filippine sugli operatori di gioco offshore autorizzati (Pogo) dopo l'incontro fra i presidenti Xi Jinping e Rodrigo Duterte.

Scritto da Redazione
Gioco online e Pogos, la Cina riconosce la sovranità delle Filippine

Nuova e, forse, ultima puntata della querelle fra Filippine e Cina, dopo la richiesta del Paese del dragone di vietare tutto il gioco online.

Le due nazioni, a seguito di un incontro tra il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte e il presidente cinese Xi Jinping, avrebbero infatti raggiunto un accordo, che riconosce la sovranità delle Filippine sugli operatori di giochi offshore autorizzati (Pogo), secondo quanto riferito dal segretario alle finanze filippino Carlos Dominguez.

Stando alle parole di Dominguez, la Cina si è impegnata a rispettare la sovranità del Paese.

 

LA VICENDA - Il conflitto è divampato poche settimane fa quando le autorità di Pechino hanno suggerito che i Pogo, gli operatori di gioco offshore delle Filippine, stessero prendendo di mira i clienti cinesi. Irritata dagli sviluppi, la Cina ha invitato le Filippine a reprimere questi operatori ma il Paese ha risposto che non lo avrebbe fatto.
Tuttavia, la Cina continua a considerare il gioco all'estero un'attività criminale punibile dalla legge. Ora, le Filippine stanno adottando una posizione più severa sui Pogo: per cominciare, si asterranno dal rilasciare licenze immediate a questi operatori.
Il presidente Duterte ha riferito che il suo governo sarebbe interessato a condurre più test prima di prendere una decisione sui Pogo. Qui è in gioco molto per le Filippine. Pagcor, la Philippine Amusement and Gaming Corporation, che regola le scommesse offshore, sta coordinando in modo ordinato queste operazioni, visto che tali operatori pagano circa 51,5 milioni di dollari ogni sei mesi, in media.
Dal canto suo, la Cina prosegue il suo tentativo di dettare le politiche regionali sul gioco, non da ultimo a causa della posta in palio a Macao.
Il gioco pubblico si sta configurando come un potente strumento per l'influenza geopolitica, Cina potrebbe concentrare i marchi dei casinò statunitensi a Macao a seguito di una guerra fredda negli scambi tra i due colossi.
Allo stesso modo, la Cambogia sembra ridimensionare le sue operazioni in modo più significativo. Il primo ministro del Paese, Hun Sen, ha affermato che la Cambogia avrebbe smesso di rilasciare licenze di gioco perché ciò ha portato a pratiche immorali nella popolazione, con lo sfruttamento delle persone indebitate da parte della criminalità organizzata.
 

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