Continuano a trapelare nuove indiscrezioni sui contenuti della riforma del gioco pubblico in Regno Unito, che dovrebbe essere veicolata attraverso un “white paper” atteso ormai da anni - un po' come il riordino italiano – e la cui uscita sembra prevista per il 17 aprile.
Secondo quanto riportato da The Sun, il secondo quotidiano in lingua inglese più venduto al mondo, fra le misure al vaglio del Governo ci sarebbero i limiti sull'importo che possono spendere i giovani giocatori alle slot online: 2 sterline per i minori di 25 anni.
In vista ci sarebbe anche una nuova tassazione degli operatori del gambling, pari a circa l'1 percento dei profitti, per finanziare il trattamento della dipendenza, che secondo le stime in Gran Bretagna colpirebbe tra i 250.000 e i 460.000 giocatori.
Attualmente le aziende contribuiscono su base volontaria alla ricerca, all'istruzione e alla cura dei danni causati dal gioco d'azzardo eccessivo. Il Betting and gaming council, che rappresenta le società di del settore, afferma che i suoi membri più grandi hanno promesso 100 milioni di sterline (125 milioni di dollari) in quattro anni, e si dice favorevole all'introduzione di un prelievo obbligatorio. Ma puntualizzando che sarebbe ingiusto nei confronti delle società che gestiscono negozi di scommesse che devono affrontare costi di gestione più elevati e tasse sulla proprietà.
Altro tema su cui il confronto aperto è il divieto di pubblicità al gioco.
Proseguono le “trattative” fra il Governo e la Premier League (la massima serie calcistica inglese, Ndr) per raggiungere un accordo per vietare la sponsorizzazione di società di gioco sulla parte anteriore delle maglie delle squadre, consentendola sulle maniche.
Un compromesso molto criticato dagli attivisti anti- gioco, che definiscono "incoerenti" tali scelte, perché ignorano forme di pubblicità più visibili come i cartelloni pubblicitari a bordo campo.
Secondo quanto riporta The Guardian, altro celebre quotidiano britannico, uno studio condotto da accademici dell'Università di Stirling rileva che le pubblicità a bordo campo sono il più grande canale per i brand di gioco d'azzardo durante una partita, rappresentando il 38 percento dei luoghi in cui si vedono gli sponsor.
Lo studio, basato sul monitoraggio di cinque partite trasmesse in diretta televisiva, ha rilevato che i loghi erano visibili più di 500 volte durante la partita media.
Con il White paper in arrivo per il gioco, sembra prevista l'introduzione di nuovi limiti in Inghilterra, Scozia e Galles, con leggi separate nell'Irlanda del Nord.
Le riforme che potrebbero essere presenti nel testo poi includono controlli di accessibilità, limiti alle puntate dei casinò, ed altre norme – nelle intenzioni del Governo - "adatte all'era digitale".
Di certo l'Esecutivo anglossassone - un po' come promesso da quello italiano, che nella relazione al disegno di legge delega per la riforma fiscale, quanto al riordino del gioco si propone di “garantire l'invarianza di gettito” – dovrà tenere conto dei numeri collegati al settore del gioco e agli introiti per l'Erario.
Come ben ricorda la Bbc, il servizio pubblico radiotelevisivo britannico, escludendo la lotteria nazionale, l'industria del gambling ha guadagnato quasi 10 miliardi di sterline al lordo delle imposte nel 2021/22, ma nello stesso periodo ha pagato 3,2 miliardi di sterline di tasse.
Dei guadagni, 6,4 miliardi provenivano da scommesse remote (principalmente online), bingo e giochi da casinò, mentre 3,5 miliardi sono stati ricavati dal settore terrestre.