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Workshop Codere: 'Impegno comune a tutela del giocatore e della legalità'

22 novembre 2022 - 11:56

Tutti gli interventi dell''evento di Codere Italia a Parma inserito nel ciclo 'In nome della legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro': ancora una volta emerge la necessità del riordino normativo.

Scritto da Daniele Duso
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"La criminalità ora punta al bonus 110 percento, ai fondi Pnrr, alle energie alternative, ai rifiuti, ai migranti, alle criptovalute, settori con i quali guadagna molto di più che con il gioco". Lo dice Ranieri Razzante, avvocato, dottore commercialista e Revisore dei conti e consigliere per la cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa, nel suo intervento al workshop “In nome della legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro” realizzato da Codere Italia. 

L'evento si inserisce in una serie di workshop itineranti che, dal 2011, Codere ha realizzato in molte delle città italiane. Incontri che coinvolgono anche le istituzioni, nazionali e locali, gli organi di controllo, gli esperti del Settore, il Terzo Settore e le associazioni no profit, per potenziare e meglio indirizzare l’azione in materia di lotta e prevenzione dei fenomeni di distorsione e per la promozione della sicurezza e della legalità nel gioco.

Nel suo articolato intervento introduttivo Riccardo Pedrizzi, senatore e presidente Commissione Finanze e Tesoro (2001-2006)  illustra alcuni dati su un settore che "pesa" l'1,5 percento del Pil nazionale, dando lavoro a circa 110 mila addetti, ma sul quale "i decisori politici non fanno approfondimenti, non sono sensibili, sono mossi da ideologie e pregiudizi, per questo il settore gode di questa impopolarità. Poi abbiamo la frammentazione delle competenze. Dato che il settore dei giochi abbraccia varie attività umane vengono coinvolti il ministero degli interni, quello della Salute, quello dell’Economia e delle Finanze. E infine c’è la frammentazione delle normative locali e nazionali. C’è l’esigenza di un testo unico che viene rivendicato da almeno 3 decenni. Dobbiamo fare anche un autodafé, questo settore ha una rappresentanza frammentata, non parla con una sola voce, e questa divisione viene spesso utilizzata dal decisore politico. Poi ci sono le situazioni che ci porta la contingenza: gli undici mesi di chiusura per la pandemia, l’aumento dei costi dell’energia, questo è un settore che non è stato catalogato come energivoro, quindi escluso dagli aiuti, e la continua tassazione. Il contrasto all’illegalità, per essere efficace, ha bisogno di aggiornamenti e investimenti continui. Ora all’orizzonte c’è il rinnovo delle concessioni di tutti i segmenti, che avverrà con un mercato sostanzialmente cambiato. Le concessioni non possono continuare a essere prorogate alle stesse condizioni pre pandemia. La stampa generalista dice che gli italiani hanno sperperato 110 miliardi nel gioco e non dice che l’80 percento è tornato nelle tasche dei giocatori, e non dice che il 15 percento circa viene incassato dallo Stato. Solo il 5 percento va agli operatori. Il settore viene considerato come un problema. C’è un documento della Corte dei Conti che quantifica quanti sono i ludopatici, censendoli, sottolineando l’importanza del settore. Salvo qualche lancio di agenzia nessuno ne ha parlato. Il problema del ludopatico viene esteso a tutto il comparto. Il focus si sposta dalla difesa delle dipendenze dal gioco a tutto il settore. La normativa è deviante, e non risponde nemmeno più a chi dipende dal gioco. Ecco il perché di questi convegni, perché si coinvolgono su tutto il territorio nazionale i procuratori della repubblica, perché gli operatori vogliono essere al fianco delle forze dell’ordine, perché è interesse dell’operatore promuovere la legalità e perché a questo settore venga riconosciuta la propria importanza". 


Il primo intervento, quindi, è quello di Michele Alinovi, assessore alle Politiche di pianificazione e sviluppo del territorio e delle opere pubbliche.dle Comune di Parma, che esordisce sottolineando come "sul tema delle legalità credo che operatori, politica locale e Stato debbano essere allineati. Entrando nel merito del gioco legale sostengo che dobbiamo uscire anche da un campo di ipocrisia nei confronti di un settore che viene sostenuto e gestito dallo Stato. Anche nel comune di Parma", ammette, "abbiamo affrontato la ludopatia con leggi proibizioniste, cercando di concentrare i luoghi del gioco fisico al di fuori dai centri abitati e lontani dai luoghi sensibili. È vero che il distanziamento è una sciocchezza, ma c’è anche tutta una fascia di popolazione che in un qualche modo chiede di tutelare alcune persone che possono cadere in questo problema. Allo stesso tempo non dobbiamo nasconderci che tutto l’online è un tema sul quale si sta facendo poco o niente. C’è tutto un sommerso poco governato e poco controllato.

Come per alcolici e fumo è un settore che garantisce posti di lavoro, ma questo viene trattato a differenza di altri con il proibizionismo. Credo che andrebbe messo tutto su una singola filiera e affrontato in maniera organica in modo da arrivare al nodo della questione".

E spiega che "come ente locale abbiamo lanciato un fondo di formazione per chi deve controllare i fenomeni legati al mondo del gioco (funzionari dell’amministrazione e polizia locale). Credo che per il nostro territorio possa essere un’opportunità, per uscire da un’ipocrisia della quale possiamo anche non essere consapevoli".

Quindi l'intervento di Ranieri Razzante, presidente Aira, l'associazione italiana responsabili antiriciclaggio e docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” all’Università di Bologna e consulende per la cybersicurezza del sottosegretario di Stato alla Difesa. “Sono circa 5.000 le segnalazioni di operazioni sospette nel primo semestre del 2022", spiega, "con un trend in aumento nella seconda parte dell’anno. Questi numeri degli operatori legali di gioco per la prevenzione del riciclaggio sono il doppio della percentuale dei liberi professionisti e le più alte nel gruppo dei segnalanti non finanziari. Se c'è qualcuno che ancora dubiti della buona fede e della compliance normativa del settore, può trovare le risposte anche in questi dati. Il livello di allerta si è innalzato e non è più tollerabile la pubblicità negativa ed il reputational risk troppo alto che viene ingiustamente assegnato ai concessionari 'legalizzati' da provvedimenti statali e sorvegliati dalle Autorità di settore. Il gioco illegale non è gestito dai concessionari di Stato ma viene contrastato anche con le politiche di prevenzione e controllo da parte degli operatori onesti. Laddove questi ultimi si trovassero a subire restrizioni, tassazioni esorbitanti e provvedimenti pregiudiziali e pregiudizievoli, frutto di demagogiche campagne legate più a convenienze politiche ed associative che a convinzioni e dati rilevati, il loro livello di argine alla legalità si abbasserebbe notevolmente”.

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