Roma - “Sul tema della ludopatia si fa molta confusione, vengono dette tante cose che non sono corrette. Si continua a parlare dei valori della raccolta dei giochi ed è importante che vengano resi noti dalle istituzioni a chiunque cerchi di comprendere questo insieme di attività. Come imprese e reti di punti vendita che raccolgono informazioni per il Mef cerchiamo di avere un visione più nitida con i dati."
Parola di Emmanuele Cangianelli, presidente di Egp-Fipe (Confcommercio), intervenuto al convegno "Gioco legale: serve una riforma", in agenda martedì 11 febbraio alla Camera dei deputati.
"L’esplosione del gioco online è legata per circa un terzo a transazioni in contanti dai punti vendita e viene contabilizzata come online anche se in realtà non lo è per questo motivo. Siamo perplessi sulla questione delle distanze e dei punti perché gli apparecchi possono essere sostituiti da un tablet", sottolinea Cangianelli a proposito del riordino del gioco fisico.
"Le imprese dei pubblici esercizi hanno bisogno di certezze che non ci sono da anni, non ci sono certezze sugli investimenti che vengono richiesti per portare l'evoluzione tecnologica nel mercato regolamentato. Il nostro ordinamento ha delle regole particolari e da anni non abbiamo la possibilità di fare investimenti e ciò che le imprese vogliono fare per colpire la ludopatia è una formazione interna. Ci sono regioni che portano avanti la formazione del personale che si rapporta con il pubblico ma non ci sono le stesse regole per tutti.
Sulle priorità non ci sono dubbi: vanno tutelate legalità e quindi salute pubblica, così come la sostenibilità economica di un settore che, guardando solo agli apparecchi da gioco, alle scommesse ed al bingo nei punti vendita genera un gettito erariale di quasi 6 miliardi di euro e genera reddito per oltre 90.000 occupati. Le soluzioni che proponiamo - conclude il presidente Egp-Fipe - sono molto pratiche. Serve puntare decisamente sulla formazione degli operatori con un programma unico nazionale, sull’autoesclusione (nella quale ci sono già oltre 150.000 soggetti auto esclusi dal gioco online) e, con essa, sulla concreta promozione di una cultura del gioco consapevole. Occorre quindi aumentare la capacità di filtro di accesso ai giochi, anche con soluzioni tecnologiche sui terminali self-service, per tutelare i minori e per consentire l’implementazione dell’auspicata autoesclusione in tutti i giochi fisici. Insomma, bisogna lavorare per concertare obiettivi comuni tra tutti gli stakeholders e definire rapidamente un quadro distributivo chiaro: il futuro della legalità e della salute dei consumatori nel settore dei giochi dipende dalla capacità di bilanciare rigore normativo, tutela sociale e libertà economica”.
I NUMERI DI UN SETTORE IN EVOLUZIONE - Negli ultimi anni in Italia le ricerche del Consiglio nazionale delle ricerche ed analisi demoscopiche di istituti privati contano almeno 20,5 milioni di giocatori, di cui tra 4 e 4,2 milioni utilizzatori del canale online. Un numero che dimostra come il gioco sia una realtà in rapida trasformazione: le restrizioni imposte ai punti fisici - tra distanziometri, limiti orari e chiusure forzate, soprattutto durante la pandemia - hanno favorito un passaggio al gioco online, del tutto “a distanza” o supportato dalle ricariche in contanti nei punti vendita, con effetti economici molto evidenti. La raccolta relativa al canale digitale è quasi triplicata dall’ultimo anno pre-Covid: 36 miliardi nel 2019 ed oltre 90 nelle previsioni 2024. Al contrario, il gioco fisico ha subito, nello stesso periodo, un netto calo del 12 percento, passando da 74 a 65 miliardi di raccolta, trainato in negativo dalla filiera degli apparecchi da intrattenimento Awp e Vlt, che ha visto uscire dal comparto negli ultimi 4 anni circa 9.000 aziende, ma anche quasi 1,5 miliardi di gettito erariale.Anche in termini di spesa effettiva (quanto rimane nelle filiere al netto delle vincite e prima dei prelievi erariali), si registra un trend molto simile. Nel confronto tra il 2019 ed i primi preconsuntivi del 2024, la spesa del mercato regolamentato è salita (circa il 9 percento), a fronte però di grandi differenze tra i diversi canali: apparecchi e sale bingo sono in perdita, le scommesse e le lotterie crescono nella media dell’intero mercato ed esplode il gioco registrato nelle concessioni “a distanza”. Per quanto riguarda i numeri del gioco patologico in Italia, circa 800.000 persone sono considerate giocatori problematici, ad alto rischio, mentre sono 1,2 milioni i minori coinvolti. Numeri che confermano che il problema, seppur molto serio, è circoscritto a circa il 10 percento dei consumatori, ai quali rivolgere politiche mirate e ben più solide di quelle fino ad oggi messe in campo.